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Di Natale: “Non potevo segnare al San Paolo, sarebbe stato come farlo ad un fratello”

L’ex attaccante dell’Udinese rivela i veri motivi per cui negli ultimi anni non è mai sceso al San Paolo da avversario. Intanto, sta studiando per capire cosa fare da grande: “Non ho mai indossato la maglia del Napoli per paura delle responsabilità. Sarri? Bravissimo, Lo studierò”
A cura di Alessio Pediglieri
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Totò Di Natale non corre e non segna più ma adesso che si è ritirato dal calcio giocato può osservare chi lo fa e giudicarlo. Perché nel futuro dell'ex attaccante dell'Udinese, ci potrebbe essere anche il ruolo dell'osservatore o dell'allenatore. Tutti passi da fare uno alla volta, con attenzione: studiando e osservando. Ma Di Natale non ha abbandonato il mondo del calcio e sulla corsa scudetto ha le idee chiare in testa: Juventus su tutti ma fra qualche anno anche Roma e Napoli saranno all'altezza.

Mai contro il Napoli – Proprio Napoli è uno degli argomenti toccati da Totò Di Natale, lui napoletano di origine, trapiantato in Friuli, negli ultimi anni quando c'era una trasferta al San Paolo, mancava sempre. Per infortunio, si diceva ma oggi a bocce ferme esce la verità raccontata dallo stesso attaccante: "Io napoletano dentro – ha ammesso a Radio Crc -, non potevo segnare al San paolo. Sarebbe stato come farlo ad un fratello e per questo era meglio evitare del tutto di esserci. Al Napoli e a Napoli sono legatissimo. Non ho mai indossato quella maglia perché ho sempre temuto di non essere all'altezza delle aspettative".

Onore a Sarri – Però questo Napoli, a Di Natale piace e molto: "Studierò Sarri, in progetto ho una serie di visite e gli chiederò se potrò assistere all'allenamento dei giovani. E' molto bravo e a me piace vedere i ragazzini. Chissà se sarò in grado di allenare: un buon giocatore non è sempre un bravo tecnico".

Amore Udinese – Anche se in campo, Di Natale ha sempre fatto la differenza, al di là dei colori che vestiva, quelli provinciali dell'Udinese: "Avrei potuto andare in altri club, più prestigiosi, vincere di più e avere più fama. Ma va bene così, io a Udine devo tutto: la famiglia è sempre stata bene, ho raggiunto la Nazionale, ho giocato in Champions League, ho disputato Mondiali ed Europei. Sono soddisfatto al 100%: non credo che potessi chiedere di più".

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