Di Francesco, jolly Dzeko e Kolarov alto: così la Roma blocca il Chelsea sulle fasce
Un pareggio con sei gol è sempre un combinato disposto di soluzioni di pregio e di errori. Tatticamente, Chelsea-Roma non fa eccezione. Dietro l'energica generosità, i ritmi alti e un gol splendido di Dzeko, c'è la storia di una partita in cui il Chelsea ha faticato a coprire sulle fasce, soprattutto nella zona di Zappacosta prima, e Rudiger poi, contro Kolarov. C'è una Roma convinta nella testa del suo calcio, con un cambio di mentalità chiaro anche dentro aualche fragilità, per un pareggio che sa di vittoria. C'è, nel retrogusto agrodolce di una gran partita, una Roma tosta, con un centravanti che viaggia a un gol a partita nell'anno solare, tra i più completi d'Europa.
Certo, resta anche la Roma che fa girare bene palla ma per un tempo lascia ai Blues campo e gestione del pallone, che ancora concede troppo spazio fra le linee e va in difficoltà contro Hazard, Fabregas e Morata se Gonalons non arretra a proteggere la difesa. Funziona, nella Roma, Gerson alto a destra, giocatore completo e finalmente pronto, che preme, taglia dentro e occupa i semi-spazi con la stessa autorevolezza di Perotti a sinistra.
Le formazioni
Curiosa la scelta di Di Francesco di partire con Gerson esterno alto e Gonalons regista, piazzando Strootman e Nainggolan mezzeali di rottura e contrattacco. Fàbregas e Hazard, invece, si posizionano alle spalle di Morata, con Luiz e Bakayoko a spezzare il gioco e dettare il ritmo a centrocampo. Di fatto, Conte disegna un 3-4-2-1 che poggia molto sulla disciplina tattica e il pressing alto di Azpilicueta e Cahill per sfruttare l'ampiezza del campo.
Conte vince la battaglia tattica nel primo tempo. I Blues pressano alto contro i giallorossi che invece hanno una media di recupero basso del pallone. Bakayoko si inserisce in mezzo con certa facilità e fa emergere subito la vulnerabilità della Roma alle spalle del centrocampo. Una debolezza che porterà poi al gol di David Luiz, il secondo in stagione da fuori area per il brasiliano che ne realizzò quattro nel suo 2012-13 da questo punto di vista da record.
Roma, inizio difficile in difesa
Le chiusure tardive della squadra di Di Francesco fa funzionare in maniera approssimativa le transizioni positive. La Roma fa girare palla nella propria metà campo con tocchi orizzontali che però non riescono a innescare i tagli di Perotti a cui sistematicamente il tecnico chiede di avvicinarsi al centro del campo e offrire una ricezione in più a Nainggolan negli scambi con Dzeko.
La Roma, però, concede nel primo tempo molti spazi a Fabregas e soprattutto Hazard che monopolizza gli half-spaces e apre le linee di passaggio. La linea a quattro giallorossa resta bassa ma scollata rispetto al centrocampo.
Il Chelsea fragile a destra
Dopo il raddoppio di Hazard, però, la Roma gioca il miglior calcio che abbia prodotto in questa edizione della Champions. La rete di Kolarov, che si conferma il miglior acquisto dell'estate, nasce più da uno spunto individuale ma fa anche emergere, dopo il primo dribbling su Azpilicueta, le difficoltà dei Blues di riposizionarsi con i blocchi difensivi. Kolarov, infatti, toglie un tempo di gioco ma la poca prontezza di Christensen nell'andare a chiudere la linea di tiro favorisce l'esecuzione dell'ex Lazio e City. Un aspetto su cui Conte dovrà lavorare, e che ha pesato non poco nella sconfitta contro il Crystal Palace peggior attacco d'Europa nell'ultima di Premier.
E continua a mantenere ritmo e inerzia anche nel secondo tempo. Gerson, pur in un ruolo non suo, tocca comunque 3o palloni, si inserisce con costanza, cerca la conclusione e tiene alta la pressione sul trio difensivo del Chelsea.
Dzeko fa sognare la Roma
Ma la chiave del gioco della Roma rimane Nainggolan, uomo ovunque che fa sentire la sua presenza. Conte, che tanto l'ha cercato in estate, non riesce a contenere il belga. La sua presenza non si limita al campo, ma trascina tutta la squadra in un pressing più decisa contro un Chelsea che commette l'errore di abbassarsi, di pensare a controllare.
Rischia in un paio di occasioni, Conte prova a invertire la tendenza con Pedro per un furioso Luiz, con l'obiettivo di aumentare qualità nella zona centrale. La copertura del campo però non è ottimale, è proprio nel settore di centro-sinistra che la Roma individua il lato debole per colpire. Il lancio lungo di Fazio esalta il movimento di Dzeko, che nel semi-spazio di sinistra approfitta della marcatura un po' larga nella transizione di Christensen, anello debole di una difesa Blues con periodi di fragilità fin troppo evidenti.
Dzeko, 100 di questi giorni
E' sempre Christensen che non vede il taglio fuori a smarcarsi di Dzeko sul calcio di punizione che completa una rimonta che gela lo Stamford Bridge. La Roma mantiene oltre il 60% di possesso palla, e col bosniaco che tocca le 100 presenze in giallorosso e festeggia le sue prime reti al Chelsea, sogna.
Le caratteristiche del bosniaco, che viene indietro a prendersi il pallone e insieme si libera della marcatura per la finalizzazione, costringe Cahill a un match tutto all'inseguimento e i Blues a continui aggiustamenti difensivi. Il Chelsea può farsi forza sulla superiorità nel corridoio centrale nell'uscita bassa del pallone, e poi andare ad aprire sulle fasce una volta superata la prima linea di pressing. La Roma può sfruttare la teorica superiorità sulle fasce, soprattutto sul fronte sinistro dove Kolarov può spingere di più. E per poco sogna.
Pedro cambia il Chelsea
Saltano le coperture, salta anche la linearità negli schemi. L'euforia per i tre gol segnati fa saltare per un attimo l'attenzione in difesa. E ancora sul fronte sinistro la squadra di Di Francesco concede. La prima uscita di Kolarov sul cross teso da destra di Pedro è tardiva, Fazio non sa se tenere la posizione, seguire la linea, o uscire per andare a chiudere Hazard. E finisce per rimanere preda di un'indecisione che diventa colpevole, perché il belga è troppo libero di segnare di testa.
L'ingresso dell'ex Barcellona modifica, insieme all'andamento del punteggio, l'articolazione offensiva della squadra di Conte e moltiplica i gradi di libertà di Hazard. Conte va a proteggere le fasce con l'ex Rudiger per Zappacosta e offrire proprio un uomo più fisico e una maggiore garanzia per la creatività di Pedro, libero di andare a puntare Kolarov e creare superiorità numerica.
Gli assalti finali non cambiano il destino di una partita che lascia più certezze ai giallorossi nel percorso di crescita, maturazione, consapevolezza delle innovazioni tattiche. E' una Roma che sta giocando il calcio di Di Francesco. La strada oggi è più chiara.