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Dzeko torna al gol ma il vero principe della Roma resta Pjanic

Un rigore all’80’ permette alla Roma di superare il Leverkusen dopo essere stata in vantaggio 2-0. Per il bosniaco ancora una volta il ruolo di salvatore della patria. Dzeko meglio ma ancora ad inermittenza, Salah generoso ma pasticcione. Il vero leader in mezzo al campo è proprio Miralem.
A cura di Alessio Pediglieri
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Contro il Bayer Leverkusen la Roma ha sfiorato l'ennesimo inspiegabile harakiri europeo. Dopo il suicidio in Germania quando è riuscita a farsi rimontare dal 4-2 al 4-4 finale negli ultimi minuti di gara, all'Olimpico si è rischiato di rivivere lo stesso dramma sportivo, con i giallorossi avanti 2-0 in mezz'ora e autentici dominatori del match. Peccato che al Leverkusen sono bastati 5 minuti di secondo tempo per riportare la gara sui giusti binari e conquistare il 2-2. Alla fine, come spesso oramai accade in questo periodo, è stato Miralem Pjanic a togliere le castagne dal fuoco siglando il rigore decisivo a 10 dal fischio finale. Troppo poco e troppi rischi per una squadra che vuole puntare in alto anche in Europa.

Edin ritorno al gol, poi il buio – Edin Dzeko ha fatto vedere miglioramenti importanti. Era lui chiamato alla vigilia alla gara del risveglio. Che c'è stato, almeno in parte. L'ex City fino a questa sera aveva segnato la miseria di 1 rete. Adesso è arrivata la seconda e potevano arrivare almeno altre due se gli errori pacchiani in area tedesca non avessero condizionato il risultato. Garcia l'ha scelto giustamente come perno centrale del tridente, spingendolo a entrare in condizione il prima possibile. E venendo ripagato con un  primo tempo maiuscolo, fatto di grinta, recuperi, sacrificio e gol.

Pjanic il risolutore – Poi il vuoto, il calo evidente tanto improvviso in una ripresa che ha visto crollare mentalmente tutto il gruppo sotto i colpi (e  i gol) del Leverkusen. Ancora non ha nelle gambe tutti i 90 minuti ad alto livello. Di certo è sparito camin facendo dalla manovra giallorossa. Così è dovuto salire in cattedra il solito Pjanic, al settimo sigillo stagionale, l principino giallorosso – in realtà in ombra per l'intero match – che ha avuto il dovere di risolvere tutti i guai di serata dal dischetto. Compito delicato ma perfettamente realizzato: oggi così la Roma più festeggiare la prima vittoria in Champions e un rilancio in classifica importante, seconda dietro l'irraggiungibile Barcellona.

Difesa colabrodo – Proprio contro il Barça e con il Bate dovranno arrivare i punti necessari per la qualificazione alla seconda fase. Non una missione impossibile ma con un occhio di riguardo alla difesa. Per Garcia è questo il tallone d'Achille di coppa: Manolas e Rudiger non si sono dimostrati centrali all'altezza della situazione, Digne si è spento alla distanza e quando ha inserito la personalità e l'esperienza di Maicon, il brasiliano si è infortunato anzitempo. Il solo Florenzi ha disputato la solita gara attenta, anche se il gol del 2-2 è arrivato per un suo errato fuorigioco ma rischia di non bastare per passare il turno. E Garcia questo lo sa.

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