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Del Piero: “La mia maglia numero 10? L’avrei lasciata solo a Platini e Maradona!”

L’idolo della tifoseria juventina torna a parlare della sua esperienza a Torino e del traguardo dei quarant’anni per buona parte, passati su un campo da calcio. “Il mio cuore è a strisce bianconere. Pirlo è un grande maestro, non solo su punizione”.
A cura di Alberto Pucci
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Ci sono campioni amati trasversalmente da tutte le tifoserie. Uomini, più che giocatori, che in giorni speciali come questo vengono sommersi da dediche, carezze ed auguri da ogni latitudine calcistica. Uno di questi è senza dubbio Alessandro Del Piero: simbolo juventino e fiore all'occhiello dell'intero movimento calcistico italiano. Arrivato alla fatidica età di quarant'anni, Pinturicchio ha rispolverato l'orgoglio juventino e raccontato l'inizio della sua straordinaria storia d'amore con la vecchia signora del calcio italiano: "La firma sul contratto, diede inizio a tutto – racconta Alex alla Gazzetta -. E' quasi pauroso pensare a quanto mi ha cambiato la vita quel momento magico, nel quale realizzai il mio grande sogno. Ma nulla è paragonabile a quello che è successo quel giorno allo Juventus Stadium (13 maggio 2012, ultima partita di Del Piero con la Juventus. ndr). E’ tutto nel mio cuore e lì resterà per il resto della mia vita. Sono rimasto anche in serie B e non cambierei nulla. Abbiamo dimostrato chi eravamo e ci siamo rialzati".

L'ex numero dieci della ‘vecchia signora' ripercorre i momenti più emozionanti della sua carriera. "Ho giocato con e contro campioni straordinari e con alcuni di loro ho vinto tantissimo – continua Del Piero – Mi sarebbe piaciuto giocare con Platini e Maradona. A loro avrei lasciato anche la mia maglia numero 10. Il gol più bello? Non so se quello alla Fiorentina è il più bello, ma ho capito che conta davvero ciò che resta nel cuore della gente. E quella rete, insieme a quella di Dortmund contro la Germania, rimarranno le più amate".

Il mio cuore è bianconero. "Io come il presidente Agnelli amo la Juventus, e questo amore ci porta a rispettarla, ricordarla e viverla in maniera importante – ha aggiunto a Sky Sport -. In questo momento sto facendo un viaggio diverso e me lo voglio godere. Ma con il cuore indubbiamente sono a strisce bianconere. Credo che si debbano esaltare storie come quella che ho avuto il privilegio di vivere. Io ne vado orgogliosissimo, sono  strafelice di aver passato ogni momento alla Juve, anche perché molti di questi sono stati bellissimi".

I consigli di Pirlo e la punizione con la Lazio. "Andrea mi disse: ‘Vai Ale'. E poi mi ha dato una mano: ‘La barriera è qui, fai, mi raccomando… gira…' Io sono rimasto lì sul pezzo, e ho cercato di capire come poteva entrare quella palla. Alla fine è entrata".

Le parole di un 40enne. Oltre al calcio, Alessandro del Piero ha affrontato con la sua consueta ironia il problema dell'età che avanza e di una carriera che, pian piano, sta volgendo al termine: "La mia carriera sta finendo – ammette "Pinturicchio" – Non so ancora cosa farò in futuro. Cerco di costruire il mio domani giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza. E’ una cosa strana da spiegare, diciamo che sto lavorando per capire cosa farò non appena smetterò con il calcio. I miei 40 anni? Normale che un ragazzino mi possa vedere come una persona molto matura, ma non soffro di nostalgie e riesco a godermi il tempo che sto vivendo. nonostante tutto, ci sono però momenti della vita in cui quando vai a dormire ti sembra che sia finita un’era, non una giornata. A me è successo quando è morto mio padre e quando sono diventato padre io. Per fortuna, il calcio e lo sport non mi annoiano mai. Negli ultimi anni mi sono dedicato con passione al mio lavoro, con la voglia di conoscere realtà nuove e viverle in totale pienezza. Quando ho scelto di andare in Australia e, successivamente, di trasferirmi a Dehli l'ho fatto per abbracciare un percorso nuovo. Dentro e fuori dal campo".

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