Defibrillatori in campo: cosa è cambiato dopo Morosini? (INTERVISTA)

Pronto soccorso per i calciatori in campo ed utilizzo del defibrillatore. Argomenti che riportano alla mente la prematura scomparsa di Piermario Morosini, che ha perso la vita in seguito ad un malore accusato durante la gara tra il suo Livorno ed il Pescara. Era il 14 aprile del 2012 quando una comune giornata di sport si è trasformata in tragedia. Al di là delle polemiche sorte intorno al tardivo ingresso in campo dell'ambulanza, l'autopsia ha poi chiarito le cause del decesso: a provocare la morte di Morosini è stata una cardiomiopatia aritmogena, una rara malattia ereditaria. Invece, è notizia di pochissimi giorni fa l'iscrizione nel registro degli indagati dei 3 medici che si sono avvicendati sul campo in quei minuti infernali (i medici sociali di Livorno e Pescara e il medico del 118 in servizio quel giorno allo stadio Adriatico): i dubbi riguardano il percorso di rianimazione seguito, in quel frangente i medici non ritennero opportuno l'uso del defibrillatore. Ora la Procura di Pescara indaga e si chiede come mai non sia stato utilizzato il defibrillatore, sebbene la casistica lo richiedesse. Noi di Fanpage.it cerchiamo di capire cosa è cambiato (se è cambiato qualcosa) per quanto riguarda pronto soccorso per i calciatori in campo da quella triste partita di Serie B. Ai nostri microfoni sono intervenuti Paolo Monorchio, commissario del comitato provinciale della Croce Rossa Italiana di Napoli, e Antonella Spina, delegato provinciale delle attività d'emergenza.