Deeney, promessa mantenuta: biglietti per gli ex compagni di cella

Croce e delizia. Le discese ardite e le risalite. Gioie e dolori. La vita di Troy Deeney, attaccante del Watford neo-promosso in Premier, è stata sempre come salire a bordo dell'ottovolante: arrivi in cima e godi di un panorama spettacolare poi scivoli in basso e quasi ti sembra d'andarti a schiantare contro il mondo intero. Una cosa, però, non è mai cambiata nella vitta del calciatore che, a 27 anni, dopo aver scontato anche i propri guai con la legge tra galera e regime di libertà vigilata, ha mantenuto la parola data qualche anno prima ai compagni di cella. Condannato a dieci mesi, vi finì per una brutta storia e una rissa scoppiata a Birminghan (sua città natale) nel 2012: a febbraio la zuffa, a giugno la sentenza del giudice che fondò il verdetto su prove documentali inoppugnabili. Una telecamera filmò la violenta aggressione del calciatore a uno studente ma la situazione peggiorò quando si scagliò anche contro un agente intervenuto per sedare la botte e poi finito in ospedale con una spalla lussata.
Novanta giorni in cella bastarono per calmare i bollenti spiriti, Deeney venne rilasciato in semi-libertà ma col braccialetto al braccio che ne registrava i movimenti notte e giorno. Dietro le sbarre fece una promessa solenne a due compagni di sventura: avrebbe comprato per loro i biglietti della gara col Manchester United perché era certo che, prima o poi, avrebbe affrontato i rede devils. E' successo nell'ultimo turno di campionato e anche se alla fine ad avere la meglio è stata la squadra di van Gaal (ironia della sorte proprio per un'autorete di Deeney al 91′ che poco prima aveva siglato il pareggio), la punta del Watford ha mantenuto la parola data qualche anno prima. "Quanto accaduto avrebbe potuto pregiudicare la mia carriera – ha raccontato ai tabloid il giocatore -, ma quei giorni trascorsi in prigione mi fecero capire che dove cambiare registro. E decisi che, una volta uscito, avrei fatto il possibile per fare del mio meglio. Sapevo che sarei riuscito a giocare almeno una volta contro lo United. Non sapevo con quale maglia, ma ero sicuro. E allora sono stato di parola".