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De Laurentiis, nuovo affondo ad Higuain: “Si lamentava di Callejon”

Il presidente azzurro torna a parlare della cessione dell’argentino: “Voleva andare alla Juve per vincere, ma se vincevano anche senza di lui vuol dire che non è fondamentale”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Aurelio De Laurentiis torna a parlare di Gonzalo Higuain. Il presidente del Napoli si è concesso in una lunga intervista video all'Associazione stampa estera nella quale ha affrontato tutti i punti-chiave della società azzurra del passato, del presente e del futuro. Ed inevitabilmente è arrivata l'ennesima "stoccata" a Gonzalo Higuain, passato la scorsa estate alla Juventus tra la disperazione dei tifosi.

"Higuain si lamentava di Callejon". "La sua cessione non è stata una delusione", ha spiegato De Laurentiis, "Dal momento in cui tu stabilisci una clausola rescissoria per evitare che te lo portino via ma poi trovi qualche pazzo che vuol pagare quella cifra, non puoi dire di no. Semmai", ha proseguito, "è la Juventus che non avrebbe dovuto in maniera poco leale fare un'offerta. Alla fine doveva essere Higuain a non accettare. La cosa sgradevole è che il fratello mi diceva che Higuain si lamentava della scarsità dei compagni, ma a me non sembrano così scarsi", ha aggiunto ancora il patron azzurro, "se pensiamo che Mertens è diventato un centravanti da 30 goal. Siamo l'unica squadra con quattro giocatori in doppia cifra. Lui ce l'aveva con Callejon, il fratello me lo diceva sempre. Poi mi dice che lui va lì per vincere, io gli potrei dire che la Juventus ha vinto anche senza di lui tanti scudetti: sei di rimorchio a quel punto, non fondamentale. Ma è una sua scelta, inopportuna e non di stile".

"Il Napoli tredici anni fa era morto". Il patron è poi tornato sulla scelta di acquistare il club tredici anni fa, dopo il fallimento. "Da tredici anni il Calcio Napoli è nuovo, perché il club era morto, non esisteva più", ha specificato, "lo chiamammo Napoli Soccer infatti per creare una distinzione, un nuovo viaggio, partendo dalla terza divisione. Non ereditammo nulla dal passato, se non la storia, perché non c’erano calciatori, nessun tipo di ricchezza, è stato come creare una cosa nuova. Abbiamo fatto due anni in Serie C, un anno in Serie B e da otto anni siamo l'unico club italiano consecutivamente in Europa", ha aggiunto con orgoglio, "rispettando il fair play finanziario che non esisteva prima di Platini. Credo sia stato un percorso di successo, anche considerando che Juventus, Inter e Milan hanno fatturati estremamente più alti mentre il Napoli è su una base di 140 milioni di euro quando riusciamo a giocare in Europa".

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