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De Laurentiis contro Platini: “Il Fair Play? Una farsa politica”

Il presidente del Napoli affonda il tackle sulla gestione del calcio europeo: “Ci fanno l’elemosina con i premi Champions ed Europa League”
A cura di Alessio Pediglieri
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Aurelio De Laurentiis

"Con 3-4 telefonate potrei portare cifre sui 4-5 miliardi, piuttosto che il miliardo circa che garantisce l'Uefa ai club". Parole di fuoco da parte del presidente del Napoli che sta lavorando da qualche mese attorno alla ‘sprovincializzazione' del calcio italiano e in principal modo si sta impegnando per far conoscere e diffondere il brand partenopeo in giro per il mondo calcistico. Così, ai margini di un convegno sul Fair Play finanziario e sulle normative Uefa varate da Michel Platini, il numero uno della società campana ha sparato ad altezza uomo, sbriciolando cifra dopo cifra la struttura messa in piedi dall'ex stella di Francia e Juventus, oggi presidente del massimo organismo del calcio europeo.

Platini, il politico del calcio – De Laurentiis ha puntato dritto il dito verso Le Roi e la struttura dell'Uefa, che non riesce a districarsi tra la sua intrica natura calcistica e il potere politico che rappresenta: "E' l'Uefa che deve decidere se essere un centro politico o un centro di crescita del calcio. Non mi piace il sistema che quasi non ci permette di parlare. Apprezzo Rummenigge, ma anche lui alla fine ha una visione politica e dopo aver fondato l'Eca si sono sentite le lamentele di tutti i club senza mai fare nulla per gli interessi del calcio"

Fair Play e premi Champions – Il presidente del Napoli fa i conti in tasca all'Uefa: "Per come sono le loro elezioni la Uefa è solo un centro di politica e poi ci fanno una elemosina attraverso l'Europa League ed una semi-elemosina attraverso la Champions. C'è un miliardo da dividere tra i premi e nelle ripartizione la Uefa si cucca 200-400mln. Con 3-4 telefonate potrei portare cifre sui 4-5 miliardi, piuttosto che il miliardo circa che garantisce l'Uefa ai club"

Il problema San Paolo e l'alternativa di Caserta – De Laurentiis ha parlato anche della questione San Paolo, uno stadio da rifondare per intero ma che il Comune non permette al Napoli di intervenire come vorrebbe. Così che il numero uno dei partenopei ha già pronto un piano B, per imitare la Juventus, anche se in ritardo di 6-7 anni: Il sindaco vuole mantenere il San Paolo, ma è molto antico, non mi ha permesso di fare nulla e io gli ho dato tempo fino al 31 luglio e se non me lo vende anticipando la legge ho già pronto il terreno a Caserta che non vede l'ora di ospitarci… Io non chiedo niente a nessuno, voglio farlo con i soldi miei, però decidessero… la realtà è che lui non ha peso politico per governare la città e per questo vorrei un incontro col consiglio comunale

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