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De Gea, la conversazione su WhatsApp sotto inchiesta

Il portiere spagnolo nega di essere stato nell’hotel assieme a Munian, come sostiene invece la testimone.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La bufera su David De Gea ed Iker Munian rischia di allargarsi: il portiere spagnolo, che rischia di essere rimandato a casa prima ancora dell'esordio della Roja ad Euro 2016, è quello finito più di tutti sotto i riflettori. Le accuse del resto sono pesantissime: aggressione sessuale e pedopornografia le due accuse riportate dalla stampa spagnola. E sempre la stampa spagnola ha diffuso una (presunta) conversazione su Whatsapp tra il portiere del Manchester United ed una ragazza per ora senza nome ma messa sotto protezione come testimone della vicenda.

Nella conversazione, De Gea smentisce di essere stato presente nell'hotel dove sarebbero avvenuti i fatti contestati. "Ti stai confondendo, non ero io. Era Muniain con un altro ragazzo", avrebbe detto De Gea alla ragazza, che gli avrebbe chiesto il nome dell'hotel dove i tre si sarebbero incontrati perché non ne ricordava il nome. "Non c'ero io, c'era un altro, uno compagno di squadra di Munian", ha ribadito a più riprese il calciatore del Manchester United, che anche nel resto della conversazione smentisce (seppur ridendo e scherzando) la sua presenza nell'hotel puntando invece il dito su un altro calciatore dell'Athletic Club de Bilbao, pur senza mai dirne il nome. "Non so chi fosse", spiega ancora nella conversazione riportata dal quotidiano El Confidential e ripresa prontamente da Marca prima e da tutti i media spagnoli poi.

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L'organizzatore dell'incontro sarebbe stato l'impresario porno Ignacio Allende Fernandez, detto Turbe, anche lui citato nella conversazione. Un tipetto niente male: era stato arrestato lo scorso aprile con un lungo elenco di accuse che vanno dal traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale alla violenza sessuale vera e propria, passando per abusi sessuali su minori, produzione e distribuzione di materiale pornografico con ragazze minorenni, estorsione, riciclaggio di denaro e reati fiscali. Un bel guaio, insomma, per De Gea e Munian, chiamati a difendersi da accuse più che mai infamanti.

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