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La morte del calciatore Davide Astori

Davide Astori, la lettera di mamma Anna e papà Renato: “Non stancatevi di raccontarlo”

Quel figlio che avevano visto crescere assieme al suo sogno di diventare calciatore non c’è più: il 4 marzo è una ricorrenza durissima da commemorare, la famiglia di Davide Astori ha voluto farlo inviando a Sky una lettera letta da Gianluca Di Marzio in diretta nel corso della trasmissione Sky Calcio Show.
A cura di Maurizio De Santis
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A un anno dalla morte del figlio Davide, Anna e Renato Astori hanno affidato a una lettera il ricordo, le emozioni forti legate alla tragedia dell'ex capitano della Fiorentina. Quel ragazzo che avevano visto crescere assieme al suo sogno di diventare calciatore non c'è più: il 4 marzo è una ricorrenza durissima da commemorare, la famiglia dell'ex giocatore ha voluto farlo inviando a Sky un lungo documento letto da Gianluca Di Marzio in diretta a Sky Calcio Show.

L'incipit toccante: niente è più come prima

Nell'incipit della lettera c'è il dolore dei genitori, dei familiari, della compagna Francesca. Tutti uniti in un fraterno abbraccio perché la vita va avanti anche quando le lancette dell'orologio sembrano essere ancora ferme a quella maledetta mattina del 4 marzo 2018, quando venne ritrovato il corpo senza vita di Davide Astori. Niente è più come prima, non bastano le parole per raccontare l'assenza di un proprio caro.

Un anno senza Davide non si può raccontare. Non esistono le parole, ma forse neanche servono, perché in fondo quello appena passato è stato un anno con Davide, in un modo diverso e che non avremmo mai voluto scoprire, ma comunque insieme a nostro figlio. Ecco, insieme è la parola che vorremmo pronunciare più forte, ma non possiamo. La nostra voce oggi non è più quella che Davide ha sentito sin da bambino e forse adesso farebbe fatica a riconoscerla, perché il dolore l’ha cambiata per sempre.

Per questo non riusciamo a leggere questa lettera e affidiamo a voi i nostri sentimenti, così come tanti amici hanno fatto in questi giorni in cui il ricordo si è fatto inevitabilmente più intenso.

Davide, non un ricordo ma una presenza costante

E' questa una delle parti essenziali della lettera. Descritto il momento del dolore e della elaborazione del lutto che ha tempi diversi, perché differente e singolare è la percezione del dolore stesso, si passa a un concetto essenziale: l'assenza è presenza, Davide non è morto ma continua vivere accanto a chi lo ha amato e lo ama ancora.

Per noi Davide non è un ricordo che si attenua o si riaccende a seconda delle circostanze, semplicemente perché Davide non è un ricordo: Davide è una presenza. Davide è vicino a noi ogni istante. Lo vediamo nella nostra splendida nipotina Vittoria, un piccolo miracolo che ci fa trovare il coraggio di lottare contro la tristezza ogni giorno. Lo rintracciamo nelle parole di molte persone, anche sconosciute talvolta, che hanno il bisogno di testimoniarci quanto Davide sia per loro un riferimento, un esempio, a volte uno stimolo per affrontare i momenti più duri.

E poi lo ritroviamo nei racconti di chi lo ha conosciuto, degli amici che hanno condiviso con lui gli attimi più felici della sua vita, racconti che ci fanno sentire ancora il suono contagioso della sua risata o quello più profondo della sua saggezza, a volte troppa per un ragazzo così giovane.

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Continuate a ricordarlo e non stancatevi di raccontarlo

Gentilezza, forza, sfida, la "roccia a cui aggrapparci". Parole – quelle di mamma Anna e papà Renato – che sembrano collidere tra di loro ma trovano la sintesi in quel che era Davide Astori per la famiglia, i compagni di squadra, per l'ambiente viola, per gli amici e tutti coloro che – nel corso della carriera – hanno avuto la possibilità di apprezzarne anzitutto le qualità umane.

Tanti in questi mesi ci hanno detto che il nostro Davide era speciale, dotato di una gentilezza rara, spesso disarmante. Ed è vero. Davide non doveva sforzarsi per esserlo, è sempre stato così, sin da bambino: naturalmente, istintivamente, gentile. Ma guai a scambiarla per debolezza o remissione: era la sua forza.

Davide era fortissimo, era la roccia a cui aggrapparci. Per questo noi oggi cerchiamo di essere forti come lui, ma soprattutto come lui ci vorrebbe. E’ la nostra sfida quotidiana, durissima, ma ci proviamo. Grazie a Davide, che ci ha lasciato l’eredita più preziosa che si possa desiderare: un amore infinito. Quello della gente per lui, quello di Davide per la gente, ma soprattutto quello di Davide per la vita.

Continuate a ricordarlo e non stancatevi di raccontarlo. Rivederlo sorridere in una foto, osservarlo correre nelle immagini, sentirlo nei vostri aneddoti non ci fa soffrire: per noi è come riabbraccialo ogni volta.

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