Dalle manette di Mourinho alla sviolinata di Garcia: arbitro ancora sotto accusa (video)
Per capire la difficile domenica di Gianluca Rocchi, uno dei fiori all'occhiello della nostra CAN, internazionale dal 2008, basti soffermarsi al minuto 93 di Juventus-Roma, quando volendo ammonire Carlos Tevez, estrae il cartellino rosso per sbaglio facendo sbalordire tutti, giocatori, tifosi e commentatori tv. Un arbitro nel pallone, il titolo perfetto per il direttore di gara scelto per il big match della sesta di campionato tra i bianconeri e i giallorossi in una sfida che ha incendiato gli animi di chi era sceso in campo e di chi ha assistito in panchina e in tribuna. Alla fine, il tabellino recita il successo juventino per 3-2 in una partita pirotecnica, in cui le squadre hanno divertito, segnato, lottato. Nessuno ha perso, tranne l'arbitro. I suoi errori saranno oggetto di dispute, lamentele, accuse e tormentoni infiniti perché hanno condizionato il match che conta, tabellino alla mano almeno 5 errori evidenti da parte del direttore di gara che già in passato aveva avuto il suo bel che fare con i protagonisti della nostra serie A come un altro suo collega, Tagliavento. Ricordate per caso le ‘manette' di un certo Josè Mourinho in quell'oramai famoso Inter-Sampdoria del 20 febbraio 2010?
Le manette di Josè, il violino di Rudi. E da quel gesto dello Special One bisogna ripartire per spiegare in parte quanto è accaduto allo Jstadium in occasione del primo rigore assegnato alla Juventus. Allora, il portoghese sulla panchina dell'Inter mimò rivoltò verso le tribune il gesto delle manette alzando i pugni incrociati al cielo poco dopo l'espulsione di Samuel e poco prima di quella di Cordoba che lasciò i nerazzurri in nove. Oggi, Rudi Garcia non ha potuto trattenersi nel compiere un altro gesto che passerà alla storia del calcio. Forse meno provocatorio di quello del portoghese, ma non meno polemico: dopo la concessione dubbia del rigore alla Juventus, il tecnico francese in panchina ha mimato il violino, fischiando una melodia di scherno nei confronti dell'arbitro. Che, avvisato dal quarto uomo, ha visto bene di espellere l'allenatore giallorosso, surriscaldando ulteriormente gli animi in campo e in tribuna.
Periodo negativo. Si sa, un buon arbitro non è solamente colui che sa interpretare la partita, vede un po' prima ciò che accade, si fa rispettare da tutti i giocatori in campo e usa metro di giudizio unanime. Il buon arbitro è anche colui che esprime temperamento e personalità, ricordando di essere lui il direttore di gara, sapendo sapientemente gestire fischi e cartellini al momento giusto per stemperare tensioni prima che esplodano. Non chiudendo la stalla con i buoi oramai a scorrazzare imbufaliti. Com'è successo a Torino. Perché Gianluca Rocchi, purtroppo per lui, non ne ha azzeccata una giusta quando era il momento di intervenire e indirizzare la partita sui binari dell'agonismo e della sportività.
Tre errori in occasione del primo rigore. Ha sbagliato in occasione del primo rigore bianconero commettendo due errori gravissimi. Considerando il fallo di Maicon fuori area, essendo la barriera stata posizionata mezzo metro dentro l'area di rigore, avrebbe dovuto far ripetere la punizione (ammonendo il difensore), invece di fischiare subito un'altra punizione dal limite. Per poi non parlare del cambio d'idea, su suggerimento del suo collaboratore, che ha portato ad un penalty comunque molto dubbio visto che il brasiliano saltando effettivamente era a ridosso della linea d'area. Determinante nel far esplodere la bomba della tensione in campo – fino a quel momento latente ed espressa in un gioco di entrambe le squadre gagliardo ma corretto. E' stata la miccia che ha scatenato l'ironia di Garcia col gesto del violino che – a fronte di quanto accaduto – non era stata una protesta da punire col rosso diretto. Altro errore, il terzo, non da arbitro d'esperienza e di livello internazionale che ha rischiato di far degenerare l'incontro e far esplodere la rabbia anche sugli spalti quando De Rossi in tribuna si è beccato con i tifosi bianconeri.
Il secondo penalty bianconero. Ma Rocchi ha anche rischiato grosso sul secondo penalty per i bianconeri con Pjanic che con la gamba di richiamo in scivolata tocca Pogba entrato in area. Il francese cade, l'arbitro fischia ma già a velocità normale c'era il sospetto che il tutto fosse accaduto fuori area e che anche le immagini tv non hanno permesso di chiarire alla perfezione con la moviola. Il tutto a tempo abbondantemente scaduto di recupero, un particolare importante nella dinamica della gestione della gara, perché se è vero che il recupero è a discrezione arbitrale non si capisce perché avesse fatto continuare a giocare.
Il fuorigioco di Vidal e la scivolata alla "Felipe Melo" di Morata. Nella ripresa, la brutta serata di Rocchi continua imperterrita. Anche se Roma e Juventus pensano più a giocare che ad altro è un altro errore gravissimo della quaterna arbitrale in campo a essere protagonista, più di Leonardo Bonucci match-winner all'86' con un rasoterra a fil di palo che supera inesorabilmente Skorupski. Perché quando il bianconero tira, Arturo Vidal è in una evidentissima posizione di fuorigioco attivo perché posizionato proprio davanti al portiere che di fatto non vede partire la palla. Altre proteste giallorosse ma gol convalidato e animi che riprendono a tingersi di rabbia. Tanto che al 91′ Morata entra in scivolata col piede a martello su Manolas in una azione vicino alla rimessa laterale. Intervento da rosso diretto, non per Rocchi che ripete a distanza di una manciata di giorni l'imperdonabile errore in Champions League quando durante Arsenal-Galatasaray aveva graziato Felipe Melo per un intervento identico, alzando solamente il cartellino giallo. Allo JStadium il rosso per l'attaccante bianconero arriverà solamente dopo la reazione del difensore giallorosso lasciando entrambe le squadre in dieci uomini nei minuti conclusivi.