Dalla Yespica a Melissa Satta. Ferrari: difensore in campo, attaccante nella vita

Matteo Ferrari è stato uno dei difensori centrali che hanno reso meno rispetto alle grandi aspettative iniziali. Un ragazzo che ha vinto abbastanza ma che non ha mai trovato, con le sue 9 maglie indossate, la giusta dimensione per potersi consacrare ai livelli che le sue caratteristiche gli avrebbero consentito. Dotato di un buon anticipo, di discreta tecnica e ottimo stacco aereo, il nativo di Aflou (Algeria) ha vinto 8 trofei conoscendo Serie A, Premier League, Super Lig turca e, infine, la MLS americana col Montreal Impact collezionando 455 partite totali e 6 gol.
Dalla Spal alla maglia azzurra, la carriera di Ferrari
Nato ad Aflou in Algeria da padre italiano e madre guineana, Matteo Ferrari scelse di giocare fin da subito nelle giovanili con la maglia azzurra: Under-15, Under-16, 17, 20, poi Under 21 (oro agli europei in Slovacchia) fino alla Nazionale maggiore (11 presenze totali). Iniziò però la sua carriera a Ferrara in Emilia Romagna fra le fila della SPAL, che allora militava già in Serie B.
Fa tutte la trafila delle formazioni giovanili, dai giovanissimi agli allievi, fino a quando non fu notato dall’Inter che lo portò nel proprio settore giovanile, prima di girarlo in prestito al Genoa, al Lecce e poi sempre in Puglia al Bari. Tornò, poi, all'Inter, dove riuscì a totalizzare solo 19 presenze in Serie A e, al termine della stagione, durante il mercato estivo, fu prima prestato e poi ceduto a titolo definitivo al Parma, squadra dove trovò la sua dimensione e con la quale riuscì a conquistare la sua prima convocazione nell'Italia di Trapattoni.

La grande chance nella Capitale poi l'estero
Nell’estate del 2004 il giocatore passò poi alla Roma (35 presenze in giallorosso) per provare nuovamente ma con più maturità, il grande salto in un top club della Seria A. Successivamente, forse in maniera anche troppo frettolosa, la società capitolina lo cedette in prestito all'Everton, che rinunciò poi al diritto di riscatto a fine stagione. Il giocatore venne quindi, reintegrato nella rosa giallorossa e nell'estate del 2008 si svincolò dai capitolini. Senza contratto, nel 2008 si accordò con il Genoa con un ingaggio triennale.
Ma, dopo solo una stagione in maglia rossoblù, lasciò l'Italia per trasferirsi al Beşiktaş per 5 milioni di euro vincendo il suo primo trofeo col club di Istanbul, la Coppa di Turchia, nel 2011. Nello stesso anno però, decise di rescindere il contratto con il Besiktas e, senza squadra, cominciò ad allenarsi con il Monza, prima di passare in Canada, nella Major League, al Montreal Impact. Grande soddisfazione per la sua carriera, fu la vittoria, nel 2000, del campionato europeo Under-21 con la Nazionale italiana di categoria assieme a mostri sacri del nostro calcio come Pirlo, Gattuso e Simone Perrotta.
Il bel Matteo: Satta vs Yespica… e non solo
Ferrari durante la sua carriera italiana è ricordato soprattutto per aver messo a segno un colpo clamoroso, degno del miglior Bobo Vieri: il ragazzo nato in Algeria, infatti, è riuscito a far breccia nel cuore di due donne sognate da tutta Italia. A suon di dichiarazioni pepate le bellissime Melissa Satta e Aida Yespica (con cui ha avuto anche il figlio Aron che oggi ha 8 anni) hanno riempito le pagine delle riviste di gossip. Oggetto del contendere: ovviamente il bel Matteo. Ma come era lecito aspettarsi le sue prodezze fuori dal campo non si limitano a queste due “conquiste”.
All’ex difensore dell’Inter sono stati attribuiti molti flirt, veri o presunti, con donne dello spettacolo: dalla bella Francesca Lodo alla prorompente Anna Falchi, dalla stupenda Debora Salvalaggio alla sensuale Belen Rodriguez e alla solare Bar Refaeli. Di certo il buon Matteo, oltre agli 8 trofei conquistati in campo, vanta un altro palmares di tutto rispetto.
Ferrari, dalle riviste patinate a una vita tranquilla
Matteo Ferrari oggi è un uomo normale, un padre normale e vive, un po’ come il film di Cupellini “Una vita tranquilla”. Il difensore ex Inter, Parma e Roma, ha deciso, di ritirarsi dal mondo del pallone e da quello delle riviste patinate. Il 36enne azzurro, infatti, ha appeso le scarpe al chiodo anche al termine della buona ma amara esperienza a Montreal nella MLS americana.
Dopo 91 partite negli States e 1 gol con gli Impact ha lasciato il Canada per differenti vedute con la società decidendo prima di attendere qualche altra buona offerta in qualsiasi parte del globo per poi abbandonare definitivamente l’amato calcio per una routine forse mai assaggiata dentro e fuori dal campo. Un addio sofferto ma che gli sta regalando del tempo libero per viaggiare (numerose escursioni in Giamaica) e nutrire la sua passione per il basket seguendo e spesso, anche da vicino, l’affascinante NBA.