Dalla Roma al Modena: ecco come cambiano le società sportive per sconfiggere la crisi

Da qualche anno a questa parte, molte delle società sportive di calcio hanno cambiato il loro aspetto cercando – e a volte trovando – nuovi soci investitori o differenti formule rispetto al passato. Piccole e grandi, di grido o in perfieria, molte si sono cimentate in soluzioni – a volte forzate, altre volte volute – che hanno permesso di restare nel mondo del calcio malgrado i costanti aumenti delle uscite e la difficoltà nel presentare bilanci in attivo o in pari.
PARMA, PIU' SOCI PER VINCERE – In serie A, a luglio, c'è stato un ampliamento della rosa dei soci del Parma: sono infatti entrati in "Eventi Sportivi Spa", proprietaria del pacchetto azionario del club ducale, Alberto Volpi, imprenditore bresciano del settore agroalimentare, ed il vicentino Alberto Rossi, amministratore delegato di "Forgerossi Spa", azienda di produzione e lavorazione dell'acciaio. Entrambi i nuovi soci sono entrati con una quota del 5% e il consiglio d'amministrazione per l'occasione è stato ampliato ad undici componenti con l'ingresso anche di Giovanni Schinelli, amministratore delegato di Leonessa Group e già vicepresidente del Parma. "Nella scorsa stagione, quando le cose non stavano andando benissimo, e in un periodo di crisi economica non indifferente come questo, loro mi hanno dato sostegno – ha commentato il presidente del Parma, Tommaso Ghirardi – Senza chiedermi bilanci e documenti, hanno deciso di accompagnarmi in questa avventura, dicendomi che lo facevano per stima e amicizia. Adesso so di avere una squadra di lavoro ancora più forte. La maggioranza del pacchetto azionario resta comunque in mano alla famiglia Ghirardi (circa il 70%)".

IL MODENA AI TIFOSI – Tempi che cambiano, soluzioni che si cercano. A volte anche controcorrente, come è capitato in serie B al Modena Calcio che ha segnato un momento storico per il pallone Italiano; per la prima volta una società professionistica ha ceduto delle quote societarie – per precisione l'1% – ad una Cooperativa di Tifosi,il "Modena Sport Club".
Presso il Comune di Modena alla presenza del Sindaco Giorgio Pighi, dell'Assessore allo Sport Antonino Marino, del Presidente del Modena FC Maurizio Rinaldi e del Presidente di "Modena Sport Club" Andrea Gigliotti, si è tenuto un incontro per presentare alla cittadinanza, ai tifosi del Modena e all'Italia intera l'ingresso storico di una Cooperativa di Tifosi in una società professionistica Italiana avvenuto il 12 luglio.
"Modena Sport Club", fondata nel dicembre del 2008 da Andrea Gigliotti e altri 3 tifosi era nata per diffondere lo spirito dell'Azionariato Popolare già ampiamente diffuso in altre realtà europee come Germania, Inghilterra e Spagna, ed è entrata a far parte della compagine societaria del Modena affiancando "Ghirlandina Sport" proponendosi di rappresentare un numero sempre più importante di tifosi rafforzandone i legami con la società. Attualmente, i soci di Modena Sport Club sono 231. Dopo l'ingresso nel Modena, il numero di soci è sicuramente destinato a salire e questo potrà contribuire ad aumentare le quote attualmente in possesso.

DAL LODO AGLI ARABI – Il Milan è in pericolo? No, assolutamente no. Almeno, è quello che emerso dopo il summit di Arcore dove la famiglia Berlusconi ha fatto il punto della situazione in seguito all’ormai celebre “lodo Mondadori”. Nonostante le presunte resistenze di Marina – la figlia più grande e presidente Mondadori – il Milan non sarà venduto anche se nelle prossime settimane bisognerà scegliere una delle tre opzioni.
L'ingresso dei soci arabi è inizialmente come la più accreditata, l’apertura a nuovi investitori ha in realtà perso terreno nelle ultime settimane. L’idea iniziale, prevedeva l’ingresso di nuovi soci – arabi, nello specifico gli stessi che già sostengono il Milan con la sponsorizzazione di Emirates – a cui vendere circa il 30% delle quote societarie del club.

QUOTAZIONE IN BORSA AD HONG KONG O SCORPORO – Questa è sicuramente la più complicata o comunque quella più difficile da intraprendere. Seguendo la strada già tracciata da Prada, ma che potrebbe interessare anche altri grandi club europei a cominciare dal Manchester United, il Milan potrebbe quotarsi alla Borsa di Hong Kong cercando di ottenere così nuovi introiti asiatici da poter poi reinvestire sul mercato. Soluzione vagliata già da diversi dirigenti della famiglia Berlusconi che da settimane stanno cercando di trovare le soluzioni migliori in vista della prossima e probabilmente riunione in cui andrà presa una soluzione definitiva.
L’ultima opzione, la più percorribile a oggi, è quella dello scorporo del Milan dal gruppo Fininvest. Una soluzione che non convince ancora tutti, Marina in testa, anche perché con questa soluzione il club rossonero sarebbe esclusivamente dipendente dal portafogli personale della famiglia Berlusconi. Anche per questo, tornando a parlare di calcio giocato, il mercato rossonero è attualmente congelato in entrata: tutto fermo, prima bisogna capire verso quale soluzione si orienterà il presidente del Consiglio.
ROMA CLOSING POSITIVO – E' stata un'estate caldissima per i giallorossi, al di là della sconfitta della Roma in Europa League: prima la tensione per un ‘closing' tormentato e un rosso di bilancio più pesante del preventivato, poi il buonsenso che prevale e spinge le parti ad una accelerazione definitiva. Il passaggio di consegne societario della Roma agli americani guidati da Thomas DiBenedetto ha visto la cordata statunitense molto irritata per il passaggio da 36 (secondo la due diligence) a 53 (cifra messa a bilancio al 30 giugno) milioni di euro del buco da ripianare. Ad un certo punto i è paventata addirittura la rottura, ma poi il lavoro diplomatico degli avvocati ha sortito l'effetto di ribaltare la situazione al punto che DiBenedetto è sbarcato personalmente a Roma con due manager del socio d'affari nella trattativa, James Pallotta, che ha definito un ‘closing' nel tempo più rapido possibile.