Dall’incubo al rettangolo verde, 4 storie di calciatori in campo dopo la malattia
Oltre ad essere storie di calcio, sono soprattutto storie di vita, vicende di un passato che non può essere cancellato ma che è stato capace di ridare una forza di volontà e una voglia di rialzarsi che forse non si aveva in precedenza. Sono le storie di alcuni protagonisti del calcio professionistico, dalla nostra Serie A ed altri campionati, che sono tornati in campo dopo una brutta malattia che li ha costretti a lunghi stop. Scopriamone alcuni.
Eintracht Francoforte, Russ di nuovo in campo
Un esempio di battaglie vinte, è sicuramente rappresentato degnamente da uno degli ultimi protagonisti di queste storie di coraggio che hanno visto protagonisti alcuni calciatori. Siamo in Germania, Bundesliga, dopo mesi di stop, Marco Russ, difensore dell’Eintracht Francoforte, è riuscito nuovamente a respirare l’erba del rettangolo verde, tornando ad allenarsi con i compagni di squadra. Tutto cominciò ad aprile del 2016, quando dei valori ormonali troppo alti in un test antidoping avevano lanciato l'allarme che confermò la diagnosi peggiore: cancro ai testicoli. Dopo le cure del caso, e aver sconfitto la malattia, il tunnel è superato e Marco Russ è tornato in campo. Il difensore tedesco è una bandiera dell'Eintracht Francoforte, veste la maglia rossonera dal 2004 e adesso potrà dare una mano ai suoi compagni in vista della ripresa del campionato.
Il riscatto del leone della retroguardia del Sassuolo
Estate del 2013, Francesco Acerbi passò al Sassuolo dal Chievo, la squadra dove esplose e si fece notare dal Milan di Allegri e dalla Nazionale di Prandelli. Una parentesi negativa quella in rossonero che lo costrinse a rilanciarsi in Emilia, ma il macigno si presentò alle visite mediche con il club di Squinzi: gli venne diagnosticato un tumore al testicolo e fu operato d’urgenza al San Raffaele di Milano. Per Francesco cominciò la battaglia più dura, fatta di chemioterapia, pazienza e tanta fiducia. Il tumore fu rimosso, a settembre Acerbi tornò in campo a Verona contro l'Hellas e tutto sembrò finire al meglio, fino al secondo macigno. A dicembre, in un controllo antidoping dopo la partita con il Cagliari, Acerbi risultò positivo alla gonadotropina corionica. Non era doping, ma la recidiva del tumore. Francesco però vinse ancora, ottenendo poi l'idoneità per tornare a giocare. Oggi è uno dei difensori più costanti per rendimento del nostro campionato di Serie A.
Da Napoli a Cagliari per rincorrere un sogno
Comincia da Napoli la battaglia di un altro protagonista del nostro massimo campionato di Serie A, stiamo parlando dell’esterno destro del Cagliari di Rastelli Fabio Pisacane. Una storia incredibile la sua, con l’esordio in Serie A, un traguardo rincorso per tanti anni da Fabio, raggiunto a 30 anni con il club sardo. Precisamente alla quarta giornata della stagione in corso, dopo il suo esordio, Pisacane si presentò ai giornalisti visibilmente emozionato, era la fine di un incubo, il coronamento di un sogno che sembra non potesse mai raggiungere. A 14 anni infatti, il Genoa lo acquistò e Pisacane cominciò a pregustare una carriera che ogni calciatore sogna, ma tutto cambiò. Fu colpito da una malattia che attacca il sistema nervoso, la Sindrome di Guillan-Barrè che porta alla completa paralisi degli arti. “Non riuscivo più ad alzare le braccia” raccontò il calciatore. “Sono rimasto paralizzato per mesi, sono finito in coma. Ma con l’aiuto di Dio sono riuscito a cavarmela”. Una storia di coraggio e di determinazione che lo ha portato ad essere oggi uno dei punti fermi della squadra di Rastelli.
Lo scozzese dello United che emozionò il Regno Unito
‘Prendimi ora'. Take me now, appunto. Sono le parole che pronunciò Darren Flethcer quando raggiunse il limite di sopportazione massimo della sua malattia. Colite ulcerosa: ne soffre una persona ogni 420 nel Regno Unito. "Dovevo andare in bagno 30 volte al giorno, avevo sempre bisogno di una toilette, non potevo neppure uscire con mia moglie e la mia famiglia o andare al ristorante perché mi avrebbero riconosciuto, mi avrebbero visto alzarmi e risedermi 6-7 volte e si sarebbero chiesti perché". La sua storia ha dell’incredibile, fu costretto ad affrontare il problema nel 2008 e arrivò a pesare 60 chili e ad avere continuamente mal di testa lancinanti: i medicinali, tra cui anche steroidi, rendevano irriconoscibile il suo volto. "Faticavo a guardarmi allo specchio, una volta mi sono svegliato e non riuscivo a muovere un muscolo. Solo la mia famiglia e Ferguson sapevano… gli allenamenti erano le uniche due ore della giornata in cui mi sentivo bene". Le cose si ristabilirono poi nel 2013 con l’ultima operazione e il ritorno in campo con le riserve dello United in giorno di Santo Stefano.