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Dal sogno di Eddy alle ambizioni di Max. I fratelli dei campioni mai esplosi

Da Vieri a Baggio con lo stesso cognome ma senza fortuna: i calciatori rimasti all’ombra delle gesta dei fratelli grandi calciatori.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Loro hanno scritto pagine importanti del nostro calcio grazie ai loro gol, ma anche a successi e prestazioni che li hanno fatti entrare di diritto nell’Olimpo del calcio mondiale. Non si può dire però lo stesso dei loro fratelli che, nel tentativo di emularli, si sono rivelati delle autentiche “pippe”. Scopriamo insieme chi sono.

Il “Re dei Chupito” e il fratellino Max

Quest’estate l’abbiamo visto protagonista di sfide in spiaggia a suon di “chupito”. Ma di Bobo Vieri ormai, sappiamo davvero tutto. Dalla sua vita alla splendida carriera calcistica. Ma che Christian avesse un fratello, Max, qualcuno se lo ricorda? Due attaccanti, ma in campo non si sono per niente assomigliati. Il discreto Max ha avuto una carriera poco esaltante, giocando soprattutto nella terza divisione italiana, senza mai dare l'impressione di poter esplodere. Una carriera la sua non certo esaltante, ma al tempo stesso anche capace di lasciare un po’ di amaro in bocca.  Ha provato ad esplodere in Italia, in Serie B, ma con due squadre dalle importanti ambizioni. Prima Hellas Verona, poi il Napoli, ma con entrambe le compagini Vieri non si trasforma in Christian, rimane Max facendo sfumare, probabilmente, ogni possibilità di crescita sportiva. A questo ragazzone, dal cognome ingombrante, non è stata mai data seriamente la possibilità di esprimersi venendo relegato spesso come terzo o quarto attaccante in rosa.

vieri

Sulle orme del “Divin Codino”. La storia di Eddy

Il papà lo chiamò Eddy in onore di Eddy Merckx e della grande passione che ha per il ciclismo. Eddy Baggio seguì quasi per inerzia le orme del fratello più grande. Certo, non aveva il talento purissimo di Roberto, però con la palla fra i piedi ci sapeva fare, giocando da attaccante, era più punta, meno tecnica ma forse più senso del gol negli ultimi sedici metri. La Fiorentina credeva in Eddy e lo inserì nei propri quadri del settore giovanile. Nella stagione 1993-94 la Fiorentina era in serie B, Eddy Baggio fu aggregato alla prima squadra ma l’allenatore viola Ranieri non lo fece esordire, preferendo i più affermati Batistuta, Baiano e Robbiati, oltre ai giovani Banchelli e Flachi. Fu mandato in prestito in serie C prima al Palazzolo e poi al Giorgione dove si mise in mostra segnando 6 reti il primo anno, 12 il secondo e 13 il terzo. Si affermò in serie C, lo acquistò l’Ancona che puntava al ritorno in B. Solo l’anno successivo con l’Ascoli, segnò 22 reti che consentirono ai bianconeri di tornare in B. Fra Salerno e Vicenza, Eddy non fece mai il suo esordio in Serie A, ma riuscì ad apprezzarla attraverso le gesta, del fratello, Pallone d’Oro, Roby.

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Due fratelli, unico obiettivo: far parlare di sé

Percorso molto diverso anche per i fratelli Balotelli: Mario e Enock. SuperMario è in una fase difficile della sua carriera, anche se, grazie anche ai suoi gol, sta trascinando il suo Nizza, in Francia, sempre più in alto, consolidando il primato in Ligue 1. Anche se di Mario, fino a qualche stagione fa, si parlava come il miglior attaccante italiano. Non si può dire lo stesso del fratello invece, che dal calcio non ha ottenuto granché. Ad oggi gioca in Serie D nel Foligno, totalizzando, ad oggi, solo 9 presenze e nessun gol. Prima, tante esperienze sempre in D, ma anche in Eccellenza e nella Serie A maltese. Entrambi però, si sono fatti conoscere bene dalla stampa italiana per le loro avventure extracalcistiche.

Foto Spada/LaPresse28 09 2013 Milano (Italia)Sport CalcioMilan - Sampdoria Campionato italiano di calcio Serie A Tim 2013 2014Nella foto: balotelli mario e il fratello enochPhoto Spada/LaPresse28 09 2013 Milan ʨItaly)Sport SoccerMilan - SampdoriaItalian Football Championship League A Tim 2013 2014In the picture: mario and enoch balotelli

Il “22” ex Milan e il fratellino taciturno

Percorsi completamente diversi anche per i fratelli Kaka: Ricardo e Digao. Il primo è stato uno dei grandi campioni del Milan nei suoi anni d'oro, prima di trasferirsi al Real Madrid, per poi tornare per un anno in rossonero, e terminare poi la carriera in Mls. Digao invece, arrivato in Italia, al Milan, grazie proprio al fratello, ha giocato nelle serie inferiori italiane prima del passaggio in Mls nel 2012. Nell’estate 2008 passa allo Standard Liegi, ma appena iniziò il campionato si ruppe il crociato e fu costretto a stare fuori fino a marzo. Successivamente fallì un provino con il Friburgo e tornò in Italia: in due anni fra Lecce e Crotone collezionò solo 2 presenze. Si riscattò parzialmente al Penafiel, in Portogallo, dove nonostante i malanni fisici, giocò 10 partite segnando un gol.

Nel 2011 terminò il suo contratto con il Milan e il povero Digao restò svincolato per un anno. Poi la proposta dell’ambizioso New York Red Bulls. In MLS, senza troppe pressioni, il difensore brasiliano potrebbe rilanciarsi; invece non si integra, giocò solo una misera partita, e nel luglio 2013 decise di rescindere il contratto. Trovatosi di nuovo senza squadra, Digao decise di ritirarsi con il calcio giocato a soli 28 anni. Una carriera all’ombra del fratello che forse non è mai iniziata davvero.

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