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Dal Sarrismo a Napoli-Juve, Calzona a Fanpage.it: “Il triennio di Sarri non ha logorato il Napoli”

Francesco Calzona, secondo allenatore di Maurizio Sarri nel triennio sulla panchina del Napoli, su Napoli-Juventus e il ritorno dell’ex mister azzurro al San Paolo: “Passando al nemico dichiarato ci può stare il risentimento dei tifosi. Ma in quei tre anni abbiamo fatto il massimo. Sarrismo? No, unione di tutte le componenti”.
A cura di Sergio Chesi
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L'ultima volta di Maurizio Sarri al San Paolo fu memorabile. Uno stadio tutto per lui, al termine della gara tra Napoli e Crotone, senza certezze sul futuro ma con il concreto sentore – da parte di chiunque sugli spalti – che quella potesse essere la sua ultima partita sulla panchina degli azzurri. Un lungo applauso si mischiò ad un ‘Mister, Mister‘ urlato a gran voce dalla curva e lo accompagnò nel suo rapido giro di campo finale. Lui si rivolse ai vari settori dello stadio con una serie di inchini e imboccò il tunnel degli spogliatoi, per l'ultima volta. Dal giorno dopo sarebbe iniziata una nuova storia, per lui e per il Napoli. Ma nessuno, quella domenica, si sarebbe aspettato di rivederlo nuovamente al San Paolo, dopo circa un anno e mezzo, nelle vesti di allenatore della Juventus.

Il ritorno di Sarri al San Paolo è uno dei grandi temi di un Napoli-Juventus anomalo: il primo, dopo tanti anni spalla a spalla, con ambizioni di classifica completamente diverse. Francesco Calzona, allenatore in seconda di Sarri nel triennio partenopeo, ne ha vissuti diversi di confronti tra il Napoli e la Juve. In prima fila in panchina, un passo accanto a Sarri. E conosce bene l'aria che si respira in città, e a Castel Volturno, nei giorni che precedono la partita: "Non va caricata più di tanto, perché è già molto sentita di suo", ci ha raccontato.

Mister Calzona, Sarri con la Juve al San Paolo o il Napoli in zona retrocessione: cosa reputa più sorprendente?
"Beh, sicuramente la classifica del Napoli. L'organico è importante, per cui la posizione attuale non è consona al valore della rosa del Napoli. La squadra ha tutte le carte in regola per migliorarla".

Sarri ritroverà il San Paolo: l'accoglienza è uno dei temi più chiacchierati.
"Lui ha lasciato un ottimo ricordo, poi è chiaro che passare al nemico dichiarato può aver creato del malumore nella piazza. Ci può stare che i tifosi siano un po' risentiti, ma questo è il calcio e bisogna accettare anche questo tipo di situazioni".

Dall'esterno: la differenza più evidente tra quel Napoli e questa Juve.
"E' chiaro che non si assomigliano. Il Napoli in quel momento aveva un organico predisposto per un determinato gioco, alla Juve non credo ci possa essere la possibilità di vedere lo stesso tipo di calcio che c'era a Napoli. Sicuramente in termini di singoli la Juve è molto superiore, è la qualità a fare la differenza".

C'è una corrente di pensiero, ‘maligna': i tre anni di Sarri avrebbero logorato il Napoli.
"Non sono assolutamente d'accordo. Se quella squadra in tre anni ha fatto grandissime cose vuol dire che quello che abbiamo proposto ha messo in condizione i singoli di esprimersi al massimo. Non so quali siano le metodologie attuali, o quelle che ha proposto Ancelotti, per cui non credo che la nostra gestione abbia logorato il Napoli. Abbiamo tirato fuori il massimo da quella squadra e i giocatori sono stati bravi a seguirci, con l'appoggio della società che ci ha supportato in tutto e ha creduto nei nostri metodi".

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Cosa è esistito: il Sarrismo o quel Napoli, con tutte le sue componenti?
"E' l'insieme delle parti che ha creato un'alchimia importante in quei tre anni a Napoli. L'ambiente, la società, lo staff tecnico e la squadra. E' stato qualcosa di unico".

Il punto più alto del vostro triennio è stato quello Juve-Napoli. Ci racconti qualcosa che le è rimasto impresso di quei giorni.
"Ricordo la settimana di preparazione a quella gara. C'erano sensazioni importanti, la squadra era molto convinta di poter andare a Torino, fare la partita e portare a casa la vittoria. Per assurdo è stata una delle poche volte in cui avevo la convinzione che la squadra non avesse bisogno di essere stimolata. Si fece una preparazione alla partita di grandissimo livello, che non avevo visto in altre situazioni".

La simbiosi con l'ambiente: quanto vi ha aiutato e come l'avete vissuta.
"Il nostro triennio è stato quel che è stato anche per merito dell'ambiente. Sano, tutti remavano nella stessa direzione, il pubblico non ci ha mai abbandonato anche nei pochi momenti di difficoltà. Non abbiamo vinto niente ma abbiamo fatto risultati importanti, con qualità di gioco espresso di grandissimo livello".

Anti-Juve: dal Napoli di Sarri all'Inter di Conte. Hanno qualcosa che voi non avevate?
"No, non credo. Penso che anche il Napoli di oggi potrebbe avere le carte in regola per essere al vertice. La falsa partenza e i problemi interni hanno fatto sì che si sia creata una situazione che sicuramente non è ideale, ma questo gruppo ha grandissime qualità. Quella con la Juve è una bella occasione per il Napoli per poter dare continuità".

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