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Dal nastro adesivo di Veron al tutone grigio di Kiraly. Gli strani amuleti del calcio

Le loro grandi prestazioni in campo, sono frutto sicuramente di una capacità incredibile di giocare a calcio. Ma in realtà c’è un altro segreto che rende questi calciatori ancora più forti. Veron, Beckham e tanti altri, sono infatti solo alcuni dei protagonisti di questo sport, che usano dei veri e propri amuleti sperando che portino fortuna durante una partita.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Da anni ormai, siamo soliti vedere diversi calciatori o membri delle società, usare o indossare dei semplici oggetti, mentre sono in campo, che a vederli, sembrerebbero non servire proprio a nulla ai fini della partita. E invece ognuno di essi nasconde un vero significato. Sono una sorta di amuleti o portafortuna che ne hanno da sempre contraddistinto l’immagine in campo e fuori. Scopriamone alcuni.

Lo storico tutone grigio di Kiraly

La storia di Gabor Kiraly, portiere protagonista a 44 anni dell’ultimo europeo in Francia con la maglia della sua nazionale ungherese. Ciò che lo contraddistingue, sono i suoi pantaloni di tuta lunghi. In origine, usava abitualmente dei pantaloni neri al posto dei consueti pantaloncini per sentirsi maggiormente protetto durante i tuffi effettuati nei polverosi campi di Szombathelyi, la città nella quale ha sede l'Haladas, squadra che lo ha visto crescere calcisticamente. Gábor però, dai pantaloni neri, fu costretto a passare al grigio soltanto per caso. La leggenda narra, infatti, che la madre, dopo averli lavati, non fece in tempo a restituire al figlio il prezioso indumento prima di una gara portando Kiraly a dover indossare per l'occasione un'altra tuta, di colore grigio. Una tuta che gli portò fortuna e che, da quel giorno, diventò "la tuta", l’indumento che non ha mai più tolto.

kiraly

Lo strano nastro adesivo sul ginocchio di Veron

Lo ricorderete tutti in Italia con le maglie di Parma, Lazio ed Inter. Uno dei centrocampisti più talentuosi di tutti i tempi. Stiamo parlando dell’argentino Juan Sebastian Veron. Un vero punto fermo di tutte le compagini che hanno avuto l’onore di averlo in squadra, e in cui lo stesso Veron però non ha mai fatto mancare, oltre a gol e grandi prestazioni, anche il suo immancabili nastro adesivo attorno al ginocchio destro. Secondo tutti nascondeva una ferita, una cicatrice di un vecchio infortunio o qualcosa del genere. Per l’argentino invece, quel semplice ma caratteristico indumento, significava molto di più, era un vero e proprio portafortuna a cui non ha mai fatto a meno, anche oggi che a 41 anni ha deciso di ritornare in campo, nonostante l’età, con la maglia dell’Estudiantes.

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Da un’esigenza, per Vieira divenne un vero e proprio rito

Ricordate Patrick Vieira, ex centrocampista della nazionale francese, ma soprattutto uno degli artefici delle fortune dell’Arsenal di Wenger? Bene. Da quando giocava con la maglia dei “Gunners”, fino al suo incredibile passaggio alla Juventus, si faceva notare spesso per le sue giocate da urlo e la sua grande lucidità in campo e capacità di equilibrare il reparto del centrocampo. Ma non solo, perché quello che fu uno dei più grandi centrocampisti al mondo degli anni 2000, si fece notare anche per un aspetto a dir poco curioso. Sulla sua maglietta, compariva sempre una sorta di alone. Non era altro che il vecchio Vicks Vaporub, quello che la mamma ci spalmava sul petto prima di andare a letto quando eravamo raffreddati messo sulla maglia, col calore del corpo rilascia vapori che aiutano a respirare meglio. Applicato per un’esigenza del calciatore prima di una gara con il club inglese, lo usò sempre per tutto il resto della sua carriera anche come portafortuna oltre ai suoi incredibili benefici respiratori.

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Dal calcio ai motori: le mutande fortunate

Non solo nel calcio esistono oggetti scaramantici. Anche nei motori, precisamente nella Formula 1, Felipe Massa, attuale pilota della Williams, raccontò di mettere sempre lo stesso paio di mutande durante il week-end di gara se le prove libere del venerdì sono andate bene. Restando in tema mutande, anche David Beckham una volta confessò la sua passione per gli slip della moglie Victoria, e li indossò più volte per scaramanzia durante delle gare. Ma più che una scaramanzia sembrava un’autentica tortura, date le esigue dimensioni dell’oggetto in questione. E’ difficile immaginare anche cosa avrebbero potuto immaginare i compagni di squadra vedendolo girare nello spogliatoio con quel tipo di mutande.

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Presidenti e dirigenti scaramantici

Uno dei dirigenti più noti del calcio, è sicuramente Adriano Galliani che preferisce, per scaramanzia, durante le gare del Milan, il giallo e le sue cravatte canarino fanno ormai parte del look da stadio di molti tifosi rossoneri. Ma un altro patito del giallo è il presidente del Livorno Spinelli, che lo sceglie per maglioni e impermeabili, mentre il suo collega, lo storico presidente del Torino Pianelli era convinto che fosse il suo cappottone a righe a portare bene alla squadra, così nel 1976 lo indossò a tutte le gare e quell’anno i granata vinsero lo scudetto. Altro presidente di calcio convinto nei riti propiziatori era Romeo Anconetani, ex presidente del Pisa, che prima di ogni partita spargeva il sale davanti alla porta e metteva i peperoncini sotto al tavolo dei suoi giocatori in ritiro. Davvero un mito rimato nella storia del calcio.

Foto LaPresse - Mauro Locatelli 03/04/2016 Bergamo ( Italia) Sport Calcio ATALANTA - MILAN Campionato di Calcio Serie A TIM 2015 2016 - Stadio ATLETI AZZURRI D'ITALIA Nella foto: galliani Photo LaPresse - Mauro Locatelli 03 April 2016 Bergamo ( Italy) Sport Soccer ATALANTA - MILAN Italian Football Championship League A TIM 2015 2016 - ATLETI AZZURRI D'ITALIA Stadium In the pic:
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