Dal gomito di Tassotti alla vittoria di Euro 2016: Italia-Spagna, storia da raccontare
Ormai sta diventando un'abitudine. Se fino a qualche anno fa quella con la Francia è sempre stata la partita più attesa anche con la Spagna, soprattutto ultimamente, si è instaurata una certa rivalità. Gli incontri tra la nostra nazionale e quella spagnola sono 35 in totale e quella che andrà in scena allo Juventus Stadium sarà la sfida numero 36. Il bilancio è favorevole ai nostri colori per la vittoria di uno scontro diretto in più (11 a 10) e le restanti 14 sfide sono terminate con il risultato di parità. Il primo incontro tra le due nazionali risale al 2 settembre 1920, all’Olimpiade di Anversa, e vinsero gli spagnoli per 2-0.
Non è stata una sfida così frequente per molto tempo perché la Spagna, fino al ciclo d'oro Aragones-Del Bosque, non si era mai affermata nel calcio che conta, a parte l'Europeo del 1964. La poca costanza a disputare gare che contano ha visto ridotta la possibilità di incontrare l'Italia ma dal 2008 è diventata, ormai, una "classica". Agli Europei di Svizzera e Austria gli azzurri, allenati da Donadoni, vennero eliminati ai quarti di finale dopo i calci di rigore mentre alla rassegna continentale successiva le due squadre si incontrarono in finale ma l'esito fu ancora più nefasto per gli azzurri: la Spagna trionfò per 4 a 0 e vinse il secondo titolo consecutivo. La rivincita per l'Italia è arrivata lo scorso giugno, quando la squadra di Antonio Conte ha battuto le Furie Rosse agli ottavi di finale contro i favori del pronostico grazie alle reti di Giorgio Chiellini e Graziano Pellè.
I Baggio e il duello Tassotti-Luis Enrique
Ai Mondiali del 1994 Italia e Spagna si incontrano ai quarti di finale e la gara è davvero avvincente: gli azzurri riescono ad avere la meglio sugli spagnoli grazie alle reti di Dino Baggio, gran tiro dal limite, e del Divin Codino, che su assist di Signori salta Zubizarreta e deposita la palla in rete. Quest'incontro viene sempre ricordato per la gomitata, non vista in campo dall’arbitro, di Tassotti a Luis Enrique.
1934, il giallo Zamora
Dopo il battesimo ad Anversa nel 1930, nel 1934 gli azzurri e la Roja si incontrarono per i quarti del Mondiale che si giocava in Italia. Non bastò una gara per decretare la semifinalista: il 31 maggio finisce 1-1 ai supplementari (non esistevano i rigori) mentre il primo giugno la nazionale di Vittorio Pozzo vinse per 1 a 0 grazie ad un goal di Giuseppe Meazza. Però, sulla seconda gara regna un alone di mistero: il fenomenale portiere spagnolo Ricardo Zamora non giocò e la motivazione ufficiale fu quella di una botta al ginocchio ma si rincorrono diverse voci in merito. Mentre alcuni parlano di un accordo tra le due dittature affinché El Divino non giocasse quella partita, altri parlano di un arbitraggio casalingo che non fischiò un clamoroso fallo sul portiere catalano in occasione della rete di Ferrari nella prima gara. Zamora in quell'azione, cadendo a terra, si ruppe due costole e non poté essere in campo nel replay della gara.