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Dal gol di Turone a oggi, i casi clamorosi da moviola in campo

Come sarebbe cambiata la storia del calcio se la moviola in campo fosse già esistita? Il gol di Turone sarebbe stato convalidato? E chi si sarebbe ricordato della mano de Dios?
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Il calcio apre alla moviola in campo. “Intanto cominciamo. La sperimentazione è lunga proprio per capire cosa può succedere. Snaturare il gioco? Sì, se non ne sarà rispettato il flusso. Ma c’è un altro rischio: che non sempre dal video arrivi una risposta definitiva. Meglio non illudersi che risolva tutto. Molte decisioni sono frutto dell’interpretazione soggettiva. Non è come la GLT che dà una risposta oggettiva per il gol non gol. Esempio: l’intensità di una spinta o la punibilità di un fallo di mano possono essere diverse se viste in campo o in tv”. Questo il parere di Pierluigi Collina alla Gazzetta dello Sport, che ha ipotizzato un'applicazione della tecnologia dopo i gol, per verificare se c’è stato fallo, palla fuori, fuorigioco ed anche espulsione diretta e rigore. Ma come sarebbe cambiata la storia del calcio?

Mano de Dios – Di sicuro, la moviola in campo avrebbe evitato che l'arbitro tunisino Ali Bin Nasser convalidasse, con l'aiuto del guardalinee bulgaro Bogdan Dotchev il gol segnato da Maradona all'Inghilterra “un po' con la testa e un po' con la mano de Dios”. Impossibile, con la tecnologia, non accorgersi che, anche se Shilton quasi non stacca da terra, la punta del piede sinistro di Maradona è all’altezza della vita del portiere inglese e che il Pibe de Oro quella palla, di testa, non avrebbe mai potuto prenderla. Lo stesso arbitro, quattro anni dopo, convaliderà un altro gol contestato. Lo segna l'egiziano Hossam Hassan nello spareggio che vale l'ultimo posto a Italia '90 contro l'Algeria. Le Volpi del Deserto, convinte che Hassan fosse partito in fuorigioco, aggrediscono giocatori e dirigenti avversari: un egiziano che fa parte dello staff medico della nazionale viene ferito dal vetro di una bottiglia rotta e perde un occhio. Quel Mondiale, iniziato nel segno delle polemiche, finisce nel segno delle polemiche. Al centro, stavolta, c'è l'arbitro messicano Codesal, che in finale prima nega un rigore all'Argentina poi assegna quello decisivo per un fallo di Sensini su Voeller molto più che dubbio. Brehme, che trasforma il rigore che vale ai tedeschi la rivincita del Mundial messicano di quattro anni prima, anni dopo dirà che quel penalty non c'era.

Giochi di mani – A Giovanni Trapattoni, la tecnologia avrebbe fatto comodo eccome. Innanzitutto, più dell'acqua santa avrebbe aiutato gli azzurri a difendersi dalle decisioni di Byron Moreno ai Mondiali nippocoreani. Poi, nel 2009, avrebbe di sicuro evitato che l'arbitro Hansson, di professione pompiere, e la sua terna convalidassero il gol di Gallas nel playoff tra Francia e Irlanda per i Mondiali del 2010. Gallas, infatti, riceve da Henry che però prima controlla la palla con entrambe le mani, non visto dall'arbitro. L'anno successivo, la FIFA diede circa cinque milioni di euro alla federazione irlandese, che aveva minacciato un'azione legale. Quei soldi, ha spiegato la federcalcio irlandese, erano parte di un “accordo legale” e rappresentavano un prestito: la federazione irlandese avrebbe dovuto restituirli se fosse riuscita a qualificarsi al Mondiale successivo, giocato nel 2014 in Brasile. Cosa che poi non è successa, trasformando quei soldi in una donazione.

Ovrebo contro tutti – La tecnologia avrebbe di sicuro aiutato in un paio di memorabili occasioni che hanno avuto per protagonista l'arbitro norvegese Tom Henning Ovrebo. Drogba e Ballack, il 6 maggio 2009, sono quasi venuti alle mani col direttore di gara scandinavo che ha negato tre rigori netti al Chelsea nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Barcellona, che volerà in finale grazie al gol in extremis di Iniesta, e alla mancata espulsione di Abidal. Un anno dopo, c'è sempre lui a dirigere Bayern Monaco-Fiorentina: prima non espelle Klose, poi manda fuori l'innocente Gobbi e infine al 90′ convalida una rete di Klose in fuorigioco più che evidente, anche per il mancato intervento di un assistente spaurito, insicuro della decisione da prendere. La battuta migliore è dell'astrofisica Margherita Hack, di casa a Trieste che ha dichiarato: «Quel fuorigioco l'hanno visto anche dalla luna!».

Di gol e palle mai entrate – Nel 2013, in un altro di quei casi che si sarebbero potuti evitare grazie alla moviola in campo, si gioca Hoffenheim-Bayern Leverkusen. Kiessling, bomber delle Aspirine, da buona posizione di testa spedisce la palla sull’esterno della rete. Ma la sfera si infila in un buco della porta ed entra. Tra lo stupore generale, l’arbitro convalida il gol: il Bayern Leverkusen vincerà 2-1. In Italia, si ricorda un caso di matrice opposta. È il 12 gennaio 1975, il Bologna è impegnato ad Ascoli. I rossoblù vincono 3-1 grazie alla doppietta di Beppe Savoldi, che nel finale segnerebbe anche il suo terzo gol perdonale: la palla passa sotto la pancia del portiere Masoni e supera la riga bianca, nell'angolino ma un giovane raccattapalle, Domenico Citeroni, d'istinto la ributta fuori, non visto da arbitro e assistenti.

La fatal Amsterdam – Con la moviola in campo, Juve e Torino avrebbero potuto avere una coppa europea in bacheca in più. Il centro delle polemiche è sempre Amsterdam. Il 13 maggio 1992 i granata sfidano l'Ajax di Van Gaal dopo aver eliminato in semifinale il Real Madrid di Butragueno. È la famosa partita della sedia alzata da Mondonico per protestare contro il mancato rigore per il contatto tra Frank De Boer e Roberto Cravero, che fa discutere ancora oggi. Sei anni dopo, il 20 maggio 1998, sempre nella capitale olandese, la Juve sfida il Real Madrid in finale di Champions League. A metà ripresa Roberto Carlos calcia in porta, la difesa respinge tra i piedi di Mijatovic che salta un tarantolato Peruzzi e mette dentro il gol decisivo per i blancos di Heynckes. E' offside ma il tedesco Krug convalida una rete che oggi con le nuove norme sarebbe validissima, ma quei tempi no e con la tecnologia si sarebbe visto subito.

https://www.youtube.com/watch?v=ja-HRCJSvsc

Il rigore più lungo del mondo – Il 1998, però, è soprattutto l'anno del contatto Iuliano-Ronaldo, di un rigore apparso a molti evidente ma non all'arbitro Ceccarini che lascia correre mentre l’allenatore nerazzurro Simoni entra in campo. È una bolgia, che con la moviola si sarebbe risolta presto, e che invece si infuoca ancor di più qualche istante dopo, perché l'arbitro concede un rigore alla Juve sul ribaltamento di fronte. Certo, non significa che l’Inter avrebbe vinto partita e scudetto: c’erano ancora 20 minuti e altre tre partite da giocare. Ma ancora oggi, Simoni non ci sta ad accettare quell'ingiustizia, anche se Ceccarini in un'intervista al Tirreno l'ha definito “patetico”."Io patetico? Ma stiamo scherzando? Patetico è lui, che continua a non ammettere di aver sbagliato. Quel rigore era netto, lo dicono tutti, anche tanti juventini. Io commetto dieci errori al giorno, ma mi assumo le responsabilità. Ceccarini continua invece ad andare avanti per la sua strada, a non chiedere scusa. Ceccarini ha tirato fuori che Collovati disse che non era rigore, ma è un caso isolato. Se facessimo un referendum in tutta Italia, l’esito sarebbe scontato” ha commentato Simoni.

Il mistero dei misteri – Ma probabilmente nemmeno la tecnologia basterebbe a risolvere il mistero dei misteri: Turone era in fuorigioco quando ha segnato di testa in Juventus-Roma del 1981? Un gol che ha scatenato anche confessioni e smentite su una moviola truccata quella sera alla domenica sportiva. Qualche settimana fa Sancini, il guardalinee che ha segnalato il fuorigioco, è tornato a difendere quella scelta alla Gazzetta dello Sport. “Quel gol era rregolare senza nessun dubbio. Turone è convinto del contrario? Beh, forse ero piazzato meglio io di lui… Veniva da dietro, ma quando Pruzzo tocca la palla era già avanti a tutti. Avevo la visuale libera, ho visto bene. Ma qualche anno fa non aveva detto Sassi che la moviola aveva confermato la bontà della mia scelta? Comunque la tecnologia può essere una buona cosa per alcune situazioni, ma non può sostituirsi all’arbitro. Pensi che Viola, il patron della Roma, quel giorno venne negli spogliatoi, Si complimentò con la terna, poi sorridendo mi disse “Sa che ci ha fatto perdere lo scudetto?” e mi strinse la mano. Stop. Ecco, invece di rottamare tutto, sarebbe meglio prendere esempio da quel calcio. Forse antico, ma di sicuro più a misura d’uomo”.

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