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Niente moto e occhio all’outfit, 5 cose che i calciatori non possono fare

All’interno dei contratti firmati dai calciatori con i loro club d’appartenenza ci sono anche molte restrizioni, fino a non praticare altri sport oltre al calcio. Ecco alcuni dei divieti.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Pensate davvero che i calciatori, dato che sono così ricchi, possono permettersi di fare tutto ciò che vogliono? Vi sbagliate alla grande. Diverse società di calcio europee, praticamente tutte, inseriscono all’interno dei contratti stipulati con i propri tesserati alcuni divieti davvero curiosi che cercano di salvaguardare il loro “investimento” societario. Alcuni di questi sono davvero strani ed impensabili da vietare per dei giovani. Scopriamo insieme quali sono, siamo certi che resterete piacevolmente stupiti.

Niente moto, nel 2009 l'incidente di Cudicini

A pensarci bene, avete mai visto un calciatore famoso in moto? Non credo proprio. Le motociclette infatti, dalle società di calcio, sono ritenute pericolose, e i calciatori non possono rischiare di farsi male. Nel 2009 però, ci fu un precedente che fece infuriare, e non poco, i vertici di una delle società più importanti della Premier League: il Totthenam. Protagonista in negativo di questa vicenda, fu Carlo Cudicini, ex estremo difensore del Chelsea. Il portiere, fu ricoverato d'urgenza in ospedale dopo un grave incidente. Il tesserato del Tottenham era in sella alla sua moto Bmw quando verso perse il controllo del mezzo schiantandosi contro una Ford Fiesta nella zona di Walthamstow (est di Londra). La prima diagnosi parlò subito di frattura dei polsi e del bacino ma "senza danni permanenti". Insomma, non imparare mai a guidare sulle due ruote se hai intenzione di giocare a calcio a livello professionistico.

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Una multa per ogni chilo in sovrappeso

Questo ritornello l’abbiamo ascoltato tante volte da piccoli. Un testo che ci invogliava a mangiare praticamente senza avere troppi rimorsi. Mentre, se sei un calciatore, e sei sotto contratto con la società, non puoi proprio ingrassare. Un calciatore infatti non è assolutamente padrone della propria forma fisica. Un discorso a parte meritano però alcuni protagonisti del calcio del passato e del presente come l’Imperatore Adriano e Antonio Cassano che, più volte, li abbiamo visti visibilmente in sovrappeso in confronto ai loro compagni di squadra. Un divieto così forte e netto che, tempo fa il Montpellier, squadra che milita nella Ligue 1 francese, sotto il “regime” del tecnico Frederic Hantz, ha addirittura imposto “tasse” salatissime ai propri tesserati che prevedeva 1 euro di multa per ogni grammo accumulato, specialmente in occasione delle festività.

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1×2, la scommessa che non piace

Forse questa è uno dei divieti più difficili da imporre ai calciatori. Ci sarebbe infatti da scrivere un libro sulla facoltà dei calciatori di poter scommettere su una partita di calcio. Non sarebbe etico, non sarebbe corretto e soprattutto è irrispettoso nei confronti di tutti gli amanti della “schedina domenicale”. I fatti del passato però hanno portato in luce un vero e proprio giro di scommesse clandestine che circolavano fra diversi calciatori professionisti e alcune persone esterne al mondo del calcio. L’hanno pagata a caro prezzo in tanti, radiati dal calcio, o dimenticati da tutte le squadre che non si vogliono assumere il rischio di tenerli in squadra. Qualcuno di loro, scontata la squalifica, oppure prosciolti nei vari processi, sono anche tornati a giocare, ma riteniamo che questo sia sicuramente il divieto più sensato previsto nei contratti da far firmare a tutti.

Occhio all’outfit, il caso Mario Götze

Questa sera esco in giacca o con il maglioncino regalato a Natale? Metto la camicia o un cardigan con una t-shirt? Tutti quesiti che non possono mai porsi i protagonisti del calcio professioni sito. Infatti, la questione dello sponsor è una faccenda piuttosto seria. Un calciatore non può scegliere con leggerezza il suo outfit per una serata, una scarpetta sbagliata potrebbe costargli molto caro. Bisogna tenere fede sempre allo sponsor della società o il marchio per il quale si è deciso di firmare.

Un episodio di brand sbagliato, è successo a Mario Götze nel giorno della sua presentazione ufficiale al Bayern Monaco nel 2013. L’eroe della finale della Germania vinta, grazie ad un suo gol, nel 2014 contro l’Argentina, si presentò dinanzi a fotografi e giornalisti con una t-shirt della Nike che nel tempio dei successi del Bayern, è quasi come una bestemmia dato che è l’Adidas a vestire da sempre il club bavarese.

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Giocare a calcio solo con la propria squadra

Ci sono tanti calciatori che una volta appese le scarpette al chiodo, si sono dedicati a praticare altri sport che a loro sono sempre piaciuti. Basti pensare ad Alessandro Del Piero, ex capitano, stella e protagonista assoluto dei successi della Juventus del passato che, una volta lasciato il calcio giocato, ha deciso di dedicarsi, nel tempo libero, a praticare i prati verdi del golf. Niente a che vedere con lo sport di Vieri praticato in estate in spiaggia. Ebbene, praticare altri sport equivale allo stesso discorso fatto per le motociclette.

Se un calciatore si fa male mentre stava giocando con gli amici ad esempio a baseball finisce in guai seri, la dirigenza si arrabbia e gli fa pagare una multa salata. Anche il calcio stesso è vietato, se praticato fuori dal contesto agonistico. Vietati quindi anche giocare i tornei estivi o godersi una sana e semplice partita a tennis con un amico.

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