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Da Pato ad Andrè Silva, passando per Torres: la ‘maledizione’ della 9 del Milan

La maglia numero #9 del Milan continua a fare ancora disastri. Anche per questa stagione, tutto rinviato al prossimo bomber che la indosserà. Dal 2012 in cui la vestì per la prima volta Pato, ad oggi, anche Andrè Silva è stato un flop con quel numero sulle spalle.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Voi credete alle maledizioni? Certo, non c’è da essere poi così seri in questi casi, ma in casa Milan qualcosa di strano sta succedendo davvero. L’inizio promettente di stagione del club rossonero, fatto da colpi di mercato sensazionali e acquisti a suon di milioni di euro, aveva fatto sognare i tifosi di un ritorno immediato nel calcio che conta del ‘diavolo’. E invece, ad oggi, il Milan dovrà accontentarsi di una qualificazione in Europa League che, viste le premesse iniziali, sa di fallimento societario. Soprattutto per quanto riguarda il reparto d’attacco era stato fatto tanto dalla società per regalare inizialmente a Montella, e poi a Gattuso, un reparto competitivo che riuscisse ad andare in gol con grande facilità. Kalinic e soprattutto Andrè Silva nella rosa dei rossoneri, avevano il compito di riempire la casella dei gol a due cifre per quanto riguarda la classifica marcatori.

E invece, né l’ex Fiorentina che il bomber portoghese ci sono riusciti. Soprattutto quest’ultimo, dopo un inizio promettente in fase realizzativa in Europa League, si è lentamente spento, mai importante in campionato con soli 2 gol in Serie A che hanno reso il suo campionato un flop totale. Ma allora qual è la maledizione? Semplice, quel numero #9 sulle spalle che lo ha reso simile a tutti i suoi predecessori che, dopo l’addio a quella maglia di Pippo Inzaghi, una volta indossata, non hanno mai reso come si pensava. Vediamo dunque i flop con la numero #9 del Milan.

Tutto iniziò dalla scelta di Pato

Già, si può tranquillamente dire che tutto è iniziato nel 2012 col cambio di maglia di Alexandre Pato che, quasi a sorpresa, decise di passare dal numero #7 con il quale si era presentato al popolo milanista in quell’esordio da sogno con il Napoli, al numero #9 lasciato in custodia da Pippo Inzaghi. Incredibilmente, le partite giocate da Pato con la mitica maglia da centravanti, durarono dal 20 ottobre al 21 novembre. Riuscì a giocare soltanto 6 partite nella stagione 2012/2013: contro Lazio, Genoa, Palermo, Chievo, Fiorentina e Napoli per un totale poi di 134 minuti in Champions League con due gol a referto.

Le prestazioni di Pato con la numero #9 sulle spalle (Transfermarkt)
Le prestazioni di Pato con la numero #9 sulle spalle (Transfermarkt)

In Serie A neanche un gol ma solo un rigore fallito per poi cadere ancora una volta nel tunnel degli infortuni con il solito problema agli adduttori che ha poi convinto il Milan a cederlo. Passerà poi al Corinthians prima di un lungo girovagare tra Chelsea, Villareal e Cina. Non una grande scelta la numero #9.

Matri ha provato a fare del suo meglio

Un arrivo accolto con tanti dubbi più che certezze e la consapevolezza di vedere comunque a ‘San Siro’ un giocatore che fino a quel momento, con la Juventus, aveva fatto benissimo. L'approdo nel 2013 di Alessandro Matri al Milan è in realtà un ritorno dopo otto anni fra giovanili e una presenza in Serie A con la prima squadra quattro giorni prima della finale di Champions League vinta ai rigori contro la Juventus. Pagato in quattro rate per un totale di 11 milioni nelle casse della Vecchia Signora, ‘Mitra Matri’ si prende con coraggio la numero #9 che lo vede però esultare soltanto 500 minuti dopo il suo arrivo.

Rendimento negativo per Matri con il Milan e con quel numero di maglia (Transfermarkt)
Rendimento negativo per Matri con il Milan e con quel numero di maglia (Transfermarkt)

Il primo gol con la nuova squadra arrivò infatti nella trasferta al ‘Tardini’ di Parma dove, nel 3-2 finale in favore dei padroni di casa, il suo primo sigillo coincise con una delle prove più brutte dei rossoneri in quella prima parte di stagione. Da lì in poi, soltanto due presenze da titolare contro Chievo e Genoa (entrambe le gare finite in pareggio) e tanti spezzoni di partita da subentrato prima di finire poi a gennaio alla Fiorentina dove segnò 4 gol in 15 gare.

“Quando hai Torres in squadra devi sognare”

No, non possiamo di certo dire che questo ‘colpo alla Galliani’, non sia stato fondamentale per la sua credibilità da dirigente del Milan in quegli anni. Già, perchè concludere un’operazione come quella di portare Fernando Torres al Milan, non è cosa da tutti. Nella stagione 2014/15 però, arrivarono anche, senza far rumore, gente come Suso e  Bonaventura, ad oggi i migliori in rosa del Milan di Gattuso. E così Fernando Torres, proveniente dal Chelsea in prestito biennale ha impiegato davvero pochi mesi per capire che l'aria di Milano non faceva al caso suo.

Aveva infatti realizzato il suo primo gol al ‘Castellani’, in bello stile, contro l’Empoli prima di sparire completamente per il resto della stagione. Con la numero #9 a strisce verticali rossonere di gol non ne farà altri. Dovrà infatti trasferirsi nuovamente all’Atletico Madrid per riprendere lo smalto di un tempo e tornare a fare il campione così come a Milano non era riuscito a fare. Davvero incredibile.

Una suonata al citofono per convincere Destro

Ha impiegato ben 113 minuti per realizzare il primo gol con la maglia del Milan. Ha giocato 844 minuti per realizzare soltanto 3 gol con la #9 del Milan. Con l’addio di Torres, ecco che Galliani allora, andando a citofonare, nel vero senso della parola, Mattia Destro a casa, ha voluto integrare la rosa dei rossoneri con un’altra punta. In treno da Roma (dove giocava con i giallorossi) a Milano Mattia è riuscito a segnare il primo gol in rossonero proprio contro l'Empoli (così come accaduto con Torres) a ‘San Siro’.

#Repost @acmilan ・・・
First goal in red&black for @mattiadestroofficial #MilanEmpoli 1-1

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Ma per l'attuale numero #10 del Bologna ci furono successivamente solo altri due gol in rossonero: uno contro la Fiorentina e l’altro alla Roma nel maggio 2015. A fine stagione il Milan non ritenne opportuno di esercitare il diritto di riscatto (fissato a 16 milioni e mezzo), lasciandolo di nuovo nelle mani dei giallorossi il calciatore che oggi al Bologna, in 3 stagioni, ha messo a segno 26 gol ma tante prestazioni negative.

Luiz Adriano come un miraggio

E allora ecco che il Milan, stufo di prendere altre ‘bidoni’ clamorosi per il ruolo di punta, nella stagione 2015/16 i rossoneri scelgono d'investire ben 8 milioni di euro per un brasiliano famoso per i 32 gol in 64 presenze in Champions League con lo Shakhtar Donetsk in 8 anni. Insomma, uno che, numeri alla mano, sapeva come fare gol. Preso insieme ad un certo Carlos Bacca che però, preventivamente, si era defilato dal prendere la maglia numero #9 lasciandola al brasiliano, il primo per Luiz Adriano arrivò ancora una volta contro l'Empoli con un imperioso stacco di testa su corner di Bonaventura che portò tre punti pesantissimi ai rossoneri.

Un gol che faceva ben sperare per il prosieguo del campionato e soprattutto sembrava aver rotto quella maledizione. Ma dall’Empoli in poi, sono giunti i gol contro Sassuolo, Sampdoria e Atalanta prima di cambiare numero la stagione successiva per la stagione successiva. Servirà a poco dato che poi fu costretto a partire anche lui per scarso rendimento sotto porta.

Un italiano come Lapadula per rompere l’incantesimo

La società rossonera, stregata dal rendimento della stagione precedente contro il Pescara, aveva in mente per Gianluca Lapadula un ruolo importante come vice Bacca per l’attacco dei rossoneri nella stagione 2016/2017. Con il colombiano, spesso in disaccordo con Montella, per ‘Lapagol’ il Milan aveva investito 9 milioni di euro assicurandosi un calciatore dal grande temperamento. Nel corso della stagione parte dei tifosi l’avrebbe voluto titolare, visti i suoi 8 gol in 27 presenze.

Lapadula è l'unico numero #9 a realizzare almeno 8 gol (Transfermarkt)
Lapadula è l'unico numero #9 a realizzare almeno 8 gol (Transfermarkt)

Come i suoi predecessori ha segnato all'Empoli (tre volte fra andata e ritorno) non convincendo però la società che lo scarica in direzione Genoa per lasciare maglia e responsabilità al giovane André Silva che si rivelerà poi come l’ennesimo numero #9 da flop. Che Lapadula fosse stato l’unico a rompere l’incantesimo? La risposta è sì!

Andrè Silva riporta la maledizione a ‘San Siro’

Soltanto due gol messi a segno in questa stagione 2017/2018 in Serie A per Andrè Silva e la consapevolezza di aver ancora una volta sperperato denaro utile da investire in altri profili su un calciatore giovane che forse ancora non era pronto per un campionato così duro come quello italiano. Ben 38 milioni per vederlo esultare soltanto due volte con la numero #9 sulle spalle, davvero poco per uno che aveva la fama del goleador e dell’erede di Cristiano Ronaldo (parole di CR7).

L’illusione dei gol in Europa League aveva fatto infiammare il popolo rossonero che sperava già di aver trovato il ‘nuovo Pippo Inzaghi’ in grado di prendere quella pesante eredità lasciata dall’attuale allenatore del Venezia. Oggi, dopo le tante panchine consecutive nelle ultime giornate di campionato, per lui si parla già di una cessione annunciata al Monaco. Il suo procuratore Jorge Mendes è già al lavoro.

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