Da ‘Matrix’ Materazzi al Grosso ‘Mundial’, il Perugia di Gaucci meteora in A
La storia del Perugia di Gaucci, è affascinante perché legata ad un presidente di quelli vulcanici, vecchio stampo, che amavano il proprio club e lo difendevano con le unghie e con i denti ogni volta questo veniva attaccato. Ma del club umbro, c’è da ricordar soprattutto una squadra che ha lanciato grandi campioni come Materazzi e calciatori stranieri come Nakata capaci di portare tanto entusiasmo al “Renato Curi”.
L’acquisizione del club da parte di Luciano Gaucci
Luciano Gaucci, dopo i suoi successi nell’ippica decise di investire anche nel mondo del calcio. La sua strategia era chiara e semplice, comprare a poco, valorizzare e rivendere a molto. Un’idea imprenditoriale che però comprendeva un sistema di mercato che andava a creare una squadra costituita prevalentemente da giocatori provenienti dalle serie minori e forgiati sugli schemi tattici. Gaucci nei primi anni della sua presidenza al club umbro, pescò i propri giocatori letteralmente in tutto il mondo. Senza pensarci su due volte li acquistava per poi metterli a disposizione del tecnico di turno che però doveva poi essere capace di schierarli in campo nonostante la poca esperienza, altrimenti sarebbe stato esonerato.
I primi anni 2000: da Nakata a Grosso e Liverani
Il Perugia, rimase in Serie A per sei stagioni consecutive. Nel 98/99, un autentico colpo di marketing, con l’acquisto di Hidetoshi Nakata, stella giapponese che, secondo molto addetti al settore, avrebbe ripercorso le gesta di Kazu Miura al Genoa, si rivelò una scelta azzeccatissima. Alla prima giornata, Nakata segnò una doppietta alla Juventus. Fu ceduto successivamente alla Roma, per 40 miliardi di lire. Ma l’anno di maggior successo del Perugia fu nel 2000 con l’arrivo in panchina di Serse Cosmi. Dalle serie minori arrivarono giocatori come Liverani, Fabio Grosso, Pieri e Baiocco. Con loro, un certo Marco Materazzi (12 gol al primo anno al Perugia) in difesa e, un terzino destro, come il brasiliano Ze Maria. Cosmi raggiunse un 10° posto e un ottimo 9° posto l’anno dopo.
Il multietnico Perugia delle stagioni successive
Negli anni a seguire Gaucci continuò con questa idea di squadra fatta di giovani “sconosciuti” pronti a vendere a caro prezzo una volta mostrati i propri valori. Dall’Iran arrivò Rezaei, dall’Australia il portiere Kalac, dal Mali Diamoutene, dal Senegal Coly, dalla Grecia Dellas e l’attaccante Vryzas. Mentre dalla Corea del sud arrivò Ahn giustiziere dell’Italia ai mondiali Coreani fino al nome più clamoroso ovvero l’acquisto di Gheddafi Jr., figlio dell’ex dittatore libico, che arrivò a giocare un quarto d’ora in campionato contro la Juventus. Calciatori da scoprire e, in alcuni casi autentiche meteore, nonostante alcune note liete rappresentate da calciatori italiani come Miccoli, Bazzani e Giovanni Tedesco.
La vittoria dell’Intertoto e la retrocessione in B
Nel 2003, oltre ogni previsione, il Perugia conquistò la Coppa Intertoto. La squadra di Cosmi arrivò a questo prestigioso traguardo sconfiggendo il Wolfsburg 1-0 in casa, con gol di Bothroyd, e in Germania, 2-0, con le reti di Tedesco e Berrettoni. Uno storico trofeo per gli umbri, il primo internazionale della propria storia. Successivamente, in Coppa Uefa furono poi eliminati dal PSV Eindhoven. In campionato però, la squadra di Cosmi retrocesse nello spareggio contro la Fiorentina (5^ in Serie B). Una sconfitta che segnò successivamente anche l’addio definitivo del Perugia dei miracoli, nato dalle intuizioni di Luciano Gaucci.