Da Massaro a Costacurta, quando il Monza era un serbatoio di talenti per il Milan
Il Monza ed il calcio, un connubio storico, vincente e che ha garantito al nostro movimento nazionale una serie di talenti davvero molto, molto forti. Ma la compagine lombarda è, fra le altre cose, importante anche per un episodio, un antefatto, che non molti conoscono, degli inizi degli Anni ‘50 che ha lanciato questo sport nell’era della modernità. L’8 ottobre del 1955, infatti, i brianzoli diventano la prima squadra, insieme col Verona, nell’allora Serie B, per 700mila lire, ad essere trasmessa in televisione col commento del leggendario Nicolò Carosio.
Una società, dunque, che ha costruito, insieme a molte altre, le fondamenta stesse del calcio in Italia esaltando quel football di provincia appassionato ed appassionante che, talvolta, porta anche al successo. I biancorossi hanno conquistato, infatti, nella loro parabola societaria 4 Coppe Italia di Serie C, 1 Scudetto di D, 3 Serie C, 1 Serie D, 1 Coppa Anglo-Italiana ed una Coppa delle Alpi sfiorando, sempre per poco, un sogno. Una compagine, appunto, mai stata in A, ma che nella memoria collettiva, specie a fine anni ’70, ha goduto delle simpatie di mezza Italia per una promozione, poi, mai giunta. Eppure, il suo lascito, il suo retaggio è straordinario con tanti, tantissimi talenti ad indossare la casacca biancorossa e a nobilitare non solo il vecchio Monza, con 106 anni sulle spalle, ma anche il vicino Milan ed il nostro Paese, la nostra nazionale. Oggi, però, quella chimera, quella maledizione chiamata massima serie, con l’arrivo di Berlusconi e Galliani alla guida della società, potrebbe essere esorcizzata per un Monza agguerrito, forte, competitivo e, magari chissà, vincente.
Gli storici allenatori: Gigi Radice e Liedholm
È una squadra che, come dicevamo, ha fatto la storia del gioco e messo sulla mappa, calcistica ovviamente, una serie di profili, anche in panchina, prima, sconosciuti. Da qui, da questo piccolo stadio della Brianza, sono partiti i sogni e le ascese di Eraldo Monzeglio, ma soprattutto degli immortali miti come Luigi, detto Gigi, Radice, allenatore in grado di vincere con Pulici e Graziani in attacco l’ultimo titolo della storia del Torino nell’annata 1975/76, e Niels Liedholm che, da direttore tecnico dei biancorossi nel 1969/70, è poi diventato, nonostante le prime avventure al Milan ed un 28% di vittorie all’allora stadio Sada, il “Barone” del nostro football. Insomma, una rampa di lancio importante con altri allenatori, Sonzogni, Sonetti, Bolchi, Rumignani o Pea, ovviamente con minor fortuna, a passare in zona per apprendere i rudimenti del pallone e assorbire tutto l’impeto di una provincia col calcio nel sangue.
I talenti che hanno nobilitato il calcio italiano
Sul rettangolo verde, se possibile, la quantità e la qualità dei talenti che hanno vestito il biancorosso è straordinaria, quasi, inimmaginabile.
Una hall of fame di club ma che, senza troppi problemi, potrebbe anche essere estesa all’intero stivale con uomini di ogni epoca che hanno contribuito ad alimentare il mito del Monza calcio. Campioni del mondo, campioni di tutto, bomber e terzini di successo, portieri e centrocampisti, trequartisti e ali vecchio stampa, e tutti, poi, con un seguito e con risultati anche dopo il calcio giocato, anche dopo l’addio al campo da gioco.
Uomini come il compianto Emiliano Mondonico, Claudio Sala, Evaristo Beccalossi, Buriani, “il giaguaro” Castellini, De Vecchi, Braida, attuale dirigente del Barcellona, Pulici, Monelli, fino ai più recenti Antonioli, Abbiati, Massaro, Gillet, Westerveld, Gigi Di Biagio, Ganz e Casiraghi, Branca e Evra, Stroppa e Costacurta. Una serie di talenti che hanno sfondato nel mondo più bello, quello del calcio, e che porteranno per sempre nel loro percorso, ma anche nel loro cuore, quel Monza che ora, con Berlusconi al timone, punta in alto, verso altezze siderali mai lambite prima da questi, storici, amati colori.
Quelli transitati per Monza e poi giunti al Milan
E poi, anche per prossimità geografica, ci sono quello che sono transitati da Monza o che proprio dalla Brianza si sono formati per poi ritornare alla casa madre, in quel Milan dove poi avrebbero vinto tutto. Calciatori come Costacurta, Antonioli o Oddo, girati in prestito e poi scesi in campo al ‘Meazza’, Ganz, Massaro e Abbiati che prendono una strada più larga per poi sposare la causa rossonera e comporre una storia, individuale e di squadra, speciale. Una storia che ha condotto Costacurta al secondo posto all-time per numero di presenze nei rossoneri ed il portiere Abbiati, peraltro con un passato alla Juve, leader della omologa classifica dedicata però agli estremi difensore. Insomma, Monza è un po', anche per Berlusconi, Milan.