Da Luciano a Taribo West, i calciatori che per giocare hanno mentito sulla loro età
In alcune zone povere del mondo cose che per noi sembrano scontate ed essenziali, e non ci riferiamo solo all’assistenza sanitaria quasi impossibile in ogni luogo umile del continente nero e non solo, ma addirittura registrare la data di nascita di un bambino appare cosa assai difficile. Questa particolare situazione che dimostra lo stato di grave arretratezza di alcune zone del nostro pianeta, si ritorce anche, con conseguenze ovviamente meno gravi, nel mondo del calcio. E sì perché negli ultimi anni non sono stati pochi i casi nei quali alcuni ragazzi provenienti da diversi Paesi del “sud del mondo” hanno sfoggiato un passaporto poi rivelatosi tutt’altro che veritiero con età di molto ribassate rispetto agli anni effettivamente compiuti. Nel contesto descritto, vediamo i 5 calciatori che, per avere una chance nel calcio che conta, hanno “truccato” i propri documenti.
Taribo West e il “Ritratto di Dorian Gray”
Arrivato con tanto di treccine a Milano nel 1997, lo stesso anno, per intenderci del fenomeno Ronaldo, Taribo West è forse il caso più clamoroso nonché riuscito di documenti truccati. Il nigeriano, infatti, con una buona carriera alle spalle con le maglie di Auxerre, Milan e Derby County, quando si accasò nel 2002 al Partizan venne smascherato o quantomeno accusato dal presidente del club di Belgrado Zarko Zacevic che rivelò l’inganno di “soli” 12 anni. In pratica, i sospetti dello staff medico nerazzurro, nonostante le smentite dell’interessato, vennero confermati dal Patron dei bianconeri con un ringiovanimento forse meglio del “Ritratto di Dorian Gray” di 12 anni da classe 1974 a quella 1962.
Ricco scambio di persone, il patto Cheme-Chila
In Ecuador nel 2003 due giovani calciatori, peraltro grandi amici, Angel Cheme di 24 anni e Gonzalo Chila di 21, sostengono un provino, forse l’ultimo determinante per le loro vite, l’unica discriminante però è l’età: per essere tesserati bisogna avere massimo 21 anni. Fra i due, come nelle più prevedibili delle storie sfortunate, a superare il test sul campo è il più “anziano” Angel Cheme. Così, per non far perdere l’occasione della vita al suo fidato amico, il giovane Chila cede, previo accordo pecuniario, la sua identità a Cheme. Una soluzione ottimale che tiene sportivamente in vita il finto 21enne che, con i nuovi documenti, arriva anche al Liga de Quito con guadagni cospicui ed un buon ritorno mediatico. Un delitto perfetto fino a quando, proprio il falso Chila, forse per non pagare più il silenzio dell’amico, confessa l’accaduto a tutti guadagnandosi, si fa per dire, 2 anni di squalifica.
Anthony Yeboah, invecchiare conviene
Un’altra storia simile ma con una gestione dell’età diversa, proviene dall’Africa e precisamente dal Ghana. L’attaccante ex Leeds United e Amburgo, due volte capocannoniere della Bundesliga, Anthony Yeboah ha raccontato a distanza di tempo dal suo ritiro di aver falsificato la sua età non ringiovanendosi ma invecchiando addirittura di 2 anni. Il motivo? In Ghana agli inizi degli anni ’90 per giocare nel calcio professionistico bisognava essere maggiorenni e così Yeboah non si fece problemi con un conseguente contratto con l’Asante Kokoto Sporting Club.
La storia di Eriberto poi Luciano
Un altro caso clamoroso nel nostro calcio è stato di sicuro quello riguardante il brasiliano Eriberto poi divenuto, o meglio ritornato Luciano. L’esterno offensivo, al Bologna prima ed al Chievo dei miracoli poi, nel 2002, ad un passo dal trasferimento alla Lazio, roso forse dai rimorsi ammise di aver taroccato la sua identità con 4 anni in meno per superare un provino di esiziale importanza in patria col Palmeiras. Una confessione ritardata che gli sarebbe potuta costare la libertà ma che lo svincolò dall’impaccio morale con 6 mesi di squalifica ed una ammenda da 160mila euro.
Chancel Mbemba Mangulu, l’uomo dai 3 passaporti
A chiudere questa rassegna un mistero chiamato Chancel Mbemba. Il congolese del Newcastle, infatti, è attualmente sotto inchiesta da parte della Fifa in quanto a lui sarebbero intestati tre passaporti diversi con tre diverse date di nascita: 1988, 1991, 1994. Un vero record per il centrale dei Magpies che, in patria, ha conservato l’anno 1988 fino a ricevere un regalino, uno “sconto” dalla federazione per partecipare alle qualificazioni della sua nazionale per le Olimpiadi, per poi ritrovarsi classe ’94 appena sbarcato in Europa all’Anderlecht. In attesa di novità, il mistero s’infittisce.