Da Kung-fu Ibra a ‘Forrest’ Bale, 5 storie di calciatori che amavano altri sport
Fare il calciatore è il sogno di quasi tutti i bambini che amano questo sport. Alcuni top player attuali però, hanno cominciato la propria carriera quasi per caso, magari praticando altri sport che non avevano nulla a che fare con quella sfera che tanto ci fa impazzire. Oggi, sono campioni assoluti, idoli del pubblico delle più grandi squadre al mondo, ma in passato, quando erano ancora piccoli e dovevano decidere il proprio hobby lontano dagli orari di scuola, ecco quali altri sport praticavano.
Le mosse di Ibra
Uno dei grandi talenti del nostro calcio, un veterano dei campionati europei, oggi al Manchester United di Mourinho dopo la bella esperienza al Paris Saint Germain. Stiamo parlando ovviamente di Zlatan Ibrahimovic. Nella sua biografia lo svedese raccontò della sua passione per lo sport di origini asiatiche evidenziando come pratichi realmente taekwondo nel tempo libero e da quando era bambino. A giudicare dalla sua grinta in campo, non è assolutamente difficile immaginarsi Ibrahimovic su un tappeto da lotta saltare a decine di centimetri da terra e scagliare calci rotanti contro gli avversari. Il goal realizzato con la maglia della Svezia contro l'Inghilterra, vincitore del premio Puskas 2013, è forse uno dei casi più emblematici della tecnica mista a forza dello svedese.
Le racchette di Mattiello
Federico Mattiello è uno dei prospetti più interessanti per la Juventus del futuro. Sfortunatissima però è stata la sue esperienza in Serie A al Chievo con quel doppio infortunio grave che ne ha rallentato la crescita. Ma nonostante questo, il club bianconero crede ancora in lui e lo attende per la consacrazione definitiva. Lui, è un giovane calciatore “strappato” al tennis. Il terzino destro lucchese infatti, fin da bambino si è diviso tra questi due sport. Qualcuno disse che la mamma e il papà preferissero il tennis, ma essendo Federico bravo in entrambi gli sport il presidente del Valdottavo, squadra dove giocava, consigliò alla famiglia di aspettare che il ragazzo crescesse e che fosse in grado di decidere da solo che strada intraprendere. E allora Federico si è sempre diviso in sacrifici estenuanti tra vari allenamenti giornalieri sovrapposti tra il calcio ed il tennis. Il Mattiello tennista ha giocato nella nazionale, è stato campione toscano under 12, semifinalista alla Lamberti e azzurro nella Nations Cup.
Babacar un cestista mancato
Chiuso il reparto d’attacco della Fiorentina da ormai due anni, con l’esplosione incredibile di Kalinic, il club viola si coccola però la sua “riserva” in panchina: Khouma Babacar. Quando era solo un bambino Khouma si trasferì da Thiès a Dakar, dove suo padre lavorava in una ditta di cemento come dirigente. La passione per il calcio non è stata immediata. Il talento viola infatti preferiva giocare a basket. La scelta di provare a giocare coi piedi arrivò su consiglio di un amico di famiglia. E forse non poteva che andare così visto che proprio suo padre aveva una scuola calcio. Ha iniziato proprio lì la sua lunga corsa e vi è rimasto per cinque anni, anche se in molti giurano che con la palla da basket, Babacar ci sapesse davvero fine e che sarebbe stato perfetto anche per quello sport.
Il “Forrest Gump” del Galles
Che Gareth Bale avesse delle doti incredibili da corridore, non lo scopriamo di certo adesso. I suoi scatti e le sue accelerazioni, hanno impressionato il pubblico del Tottenham, sua vecchia squadra, ma ora anche quello spagnolo del Real Madrid. Ai tempi della scuola, Bale praticava tanti sport, era un ottimo mezzofondista, faceva i 1500 metri con buoni risultati. Sono doti che rivediamo anche oggi che è un calciatore. Anche nei minuti conclusivi della partita, ha sempre quello scatto in più che lo rende imprendibile per i difensori. In un certo senso, il suo stile di gioco non è cambiato molto rispetto a quando era un ragazzino. Da piccolo era davvero un prodigio di atletismo e tecnica, tale da costringere il suo insegnante alla Whitchurch High School a farlo giocare con un doppio handicap: solo tocchi di prima e divieto dell'uso del sinistro, il suo piede naturale. Nel frattempo Gareth si divide tra calcio, rugby e hockey e vince tutte le gare di mezzofondo prima di affermarsi poi, col tempo, come calciatore professionista di altissimo livello.
Un ruolo diverso per il “numero 1” al mondo
Non praticava un altro sport Gigi Buffon, il calcio è sempre stato la sua vita, ma non potevamo non citare l’incredibile cammino in questo sport del capitano della Juventus. La carriera del portierone della Nazionale tuttavia, avrebbe potuto prendere un'altra piega se non fosse stato per suo padre. "Quando ho cominciato a giocare, come tutti i bambini, non facevo il portiere – raccontò Buffon -. Mi piaceva fare gol, tanto alla fine tutto sta nel mettere la palla in rete. Dai sei o sette anni, ho cominciato a giocare a centrocampo, o da libero, e mi piaceva molto ad essere sincero. Ero un bambino molto vivace". Buffon era ancora un centrocampista nel 1988, quando ha giocato per la prima volta a San Siro. Era una partita tra le rappresentative dei bambini di Toscana e Veneto. “Mio padre mi suggerì di cambiare ruolo e di provare a giocare in porta. A me piaceva sempre trovarmi al centro del gioco, ma anche fare nuove esperienze. E alla fine decisi di provare a fare il portiere per un anno, dopo il quale sarei tornato a giocare in mezzo al campo. Un anno dopo ero già il portiere del Parma".