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Da Jonathan a Erkin: quanti errori sul mercato dei laterali dopo il Triplete per l’Inter

La squadra di Antonio Conte ha effettuato una vera e propria rivoluzione sulle corsie laterali nel mercato invernale ma è dai tempi del Triplete del 2010, quando Mourinho poteva contare su calciatori del calibro di Maicon e Christian Chivu, che le fasce dell’Inter non trovano pace. Negli anni successivi sono arrivati circa 20 giocatori, da Erkin ad Alvaro Pereira passando per Dodò, il problema non è mai stato risolto.
A cura di Vito Lamorte
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L'Inter sta lavorando tanto nella sessione di mercato invernale per cercare di colmare il gap con la Juventus e avere una rosa capace di potersi giocare fino alla fine lo scudetto. La squadra di Antonio Conte ha effettuato una vera e propria rivoluzione sulle corsie laterali inserendo calciatori esperti e di calibro europeo come i due rinforzi arrivati dalla Premier, Victor Moses e Ashley Young, e dopo la cessione di Valentino Lazaro, direzione Newcastle, sembra essere vicino alla cessione anche Federico Dimarco. Le fasce nerazzurre non trovano pace dai tempi del Triplete del 2010, quando Mourinho poteva contare su calciatori del calibro di Maicon e Christian Chivu. 

Dopo le partenze di questi due campioni i nerazzurri non hanno saputo trovare dei degni eredi negli anni successivi e sono arrivati circa 20 giocatori per cercare dal mercato senza mai risolvere il problema: anche questo gennaio si è passati a un'ulteriore staffetta sulle fasce e adesso toccherà ai nuovi arrivati mostrare le loro qualità.

Da Wallace a Cedric, tutti gli errori per la fascia destra dell'Inter

Subito dopo l'anno di grazia 2010 arrivò Yuto Nagatomo, che è rimasto all'Inter esattamente sette anni (11 gol e 18 assist in 210 presenze complessive) ma non ha mai convinto del tutto. Due calciatori che sono rimasi  nei cuori dei tifosi nerazzurri sono Jonathan e Ezequiel Schelotto. Il brasiliano arrivò nell'estate del 2011 tra grandi speranze ma di lui si ricordano più gaffe che gare finite in maniera egregia (66 presenze, con 5 gol e 11 assist all'attivo) ed era diventato una sorta di mascotte per gli interisti, mentre l'argentino è l'uomo che con il suo gol ha permesso di non perdere un derby contro il Milan.

Ibrahima MBbaye era un uomo del vivaio ma ha vestito la maglia nerazzurra solo 360′ prima della cessione a titolo definitivo. Stesso discorso per Wallace: nell'estate del 2013 la società meneghina puntò su questo brasiliano classe '94 ma mise a referto una presenza in Coppa Italia e 40 minuti distribuiti in tre gare di Serie A.

C'era grande attesa, invece, per Martin Montoya e Sime Vrsaljko. Entrambi provenienti da due big spagnole, Barcellona e Atletico Madrid, in due periodi diversi non hanno lasciato il segno in nerazzurro: lo spagnolo ha raccolto appena 346 minuti tra campionato e coppa, prima di tornare in patria; mentre il croato è stato oggetto di continui infortuni e dopo le 13 presenze complessive è rientrato ai colchoneros. Proprio i continui stop di Vrsaljko portano all'acquisto di Cedric Soares ma l'arrivo del portoghese di origini tedesche, in prestito dal Southampton, non ha avuto l'effetto sperato (9 partite tra campionato e coppe).

Joao Cancelo, che dopo un ottimo rendimento nelle sue 28 presenze tra campionato e coppa, non venne acquistato per la cifra richiesta dal Valencia (40 milioni di euro). Dopo il ritorno alla base, viene acquistato dalla Juve e ora è al Manchester City.

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Da Alvaro Pereira a Erkin, la maledizione della corsia sinistra

Se la corsia di destra piange, a sinistra non si ride. Tanti tifosi erano convinti che l'Inter non avesse un terzino sinistro degno di tale nome dai tempi di Brehme e Roberto Carlos ma non avevano ancora visto il secondo decennio degli anni 2000. Nell'estate del 2012 arrivò Alvaro Pereira dal Porto per 10 milioni di euro, ma l'uruguaiano fu una vera delusione. Non ebbe l'impatto sperato Dodò, preso per la stagione 2014-2015 dalla Roma; mentre Caner Erkin, arrivato a parametro zero dalla Turchia su indicazione di Mancini, rimase fuori dal progetto con la firma di Frank de Boer e prima ancora di esordire passò al Besiktas in prestito.

Cristian Ansaldi approdò in nerazzurro per circa 10 milioni dal Genoa. Gli infortuni hanno condizionato la sua parentesi milanese e le 26 presenze stagionali non convincono la società a puntare su di lui. Dopo un solo anno venne ceduto in prestito al Torino, che poi lo ha riscattato a titolo definitivo. Oltre al laterale argentino, in quella stagione trovò spazio anche Senna Miangue: il belga, cresciuto nelle giovanili e fatto esordire tra i grandi da De Boer. Il suo bottino fu di 5 presenze prima della cessione in prestito al Cagliari.

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Discorso complesso per Davide Santon. Dopo l'approdo del calcio dei grandi va in Inghilterra e torna a Milano nel gennaio del 2015, arriva il terzino classe '91, per la sua seconda esperienza in nerazzurro dopo l'arrivederci di quattro anni prima. Poche soddisfazione per il prodotto del vivaio: nella stagione 2017-2018 colleziona altre 57 presenze ma arriva la cessione alla Roma, insieme a Zaniolo, nell'operazione che portò Nainggolan a Milano.

Alex Telles arrivò nell'estate del 2015 e doveva essere il calciatore che avrebbe cambiato la corsia mancina ma il brasiliano con le 21 presenze in Serie A (più una in Coppa Italia) non si rivela all'altezza delle aspettative. Al termine della stagione i nerazzurri decidono di non esercitare il diritto di riscatto e torna in Turchia.

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Gli ultimi due sono Dalbert e Kwadwo Asamoah. Il primo arrivò dal Nizza con grandi aspettative ma il suo biennio all'Inter è stato un flop: 26 presenze complessive e pochissime di buona qualità. Conte ha deciso subito di tagliarlo e la scorsa estate passa in prestito alla Fiorentina. Discorso diverso per l'ex Juventus: arrivato nell'estate del 2018, il ghanese preso a parametro zero dai bianconeri, non ha inciso come ci si aspettava né sotto la guida di Spalletti né sotto quella del suo mentore. Vanta fin qui 53 presenze con la maglia dell'Inter.

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