Da Yashin a Zoff i portieri che hanno vinto o solo sfiorato il Pallone d’Oro
Quello del portiere è spesso un ruolo ingrato, ricco di insidie e avaro di soddisfazioni. Al di là delle caratteristiche morfologiche degli estremi difensori, infatti, per scegliere di giocare in quel ruolo occorrono “spalle larghe” e la consapevolezza di dover finire spesso sul banco degli imputati. Si allena a parte, è costretto a parare i tiri dei suoi durante le esercitazioni dei compagni ed a vivere quasi ai margini fino alla partitella finale o alla corsa col gruppo. Eppure, tante sono state le stelle che, fra i pali, hanno abbellito il ricco firmamento del calcio mondiale pur non ricevendo, Yashin a parte, premi individuali e riconoscimenti importanti. Dal russo della Dinamo Mosca a Buffon, vediamo i portieri decisivi che hanno sfiorato o vinto il prestigioso premio di miglior calciatore del mondo.
Un unicum: Lev Yashin nel 1963
Il portiere russo Lev Yashin è l’unico, dall’anno della fondazione da parte di France Football nel 1956, ad aver vinto fra i pali l’importantissimo riconoscimento individuale. Certo, parliamo quasi di ere geologiche differenti, con l’ambito premio consegnato solo, fino al 1994, ai calciatori europei. Eppure, l’ex operaio dell’industria pesante di Mosca pur entrando nella polisportiva del Ministero per gli Affari Interni, la Dinamo, venne dirottato fin dall’inizio in porta sì, ma nella squadra di hockey sul ghiaccio.
La pazienza ed i grandi riflessi del ragazzo però, pagarono subito dividendi con il “Ragno Nero” (questo il suo soprannome, per via del suo abbigliamento scuro in campo) che, a causa dell’infortunio del titolare Chomic, ereditò i pali della compagine moscovita. Di lì un’ascesa inarrestabile con 5 campionati sovietici, 3 Coppe dell’URSS, 1 Campionato d’Europa, 1 Oro olimpico ed un Pallone d’Oro vinto nel 1963 dopo un’annata con sole 6 reti al passivo su 27 gare ed una sfida a Wembley con la compagine "Resto del Mondo" che incantò pubblico e giornalisti. Eppure, l’anno prima, dopo un mondiale perso ai quarti contro il Cile nel quale il suo rendimento non fu all’altezza, Yashin aveva deciso di ritirarsi nelle più classiche sliding doors, salvo poi ripensarci e prendersi, con grinta e spirito di sacrificio, il meritato titolo di miglior calciatore europeo.
Dino Zoff secondo solo a Cruyff
Tredici anni più tardi l’incredibile trionfo del sovietico Jasin, un altro portiere, stavolta italiano, va vicino al bersaglio grosso. Parliamo di Dino Zoff. E sì perché quel ragazzotto friulano schivo ma dalla grande personalità nel 1973, dopo la prima annata alla Juventus conclusa con 903’ minuti di imbattibilità ed il titolo nazionale, dovette arrendersi solo al mito Johan Cruyff dell’Ajax.
96 voti a 47 che furono la testimonianza dell’impatto che ebbe il numero 1 ex Napoli sulla Juventus, la Serie A ed il calcio europeo in generale. E nemmeno il trionfo di Madrid con la Nazionale in Spagna ’82 a 40 anni suonati purtroppo per lui fu sufficiente all’icona italiana per strappare il Pallone d’Oro che, in quello specifico anno, venne assegnato a Paolo Rossi (detto “Pablito”), marcatore principe ed eroe di quella rassegna iridata.
Ivo Viktor, terzo nel 1976
Sempre su podio, stavolta alle spalle di Beckenbauer e Rosenbrink, si posizionò nel 1976 l’estremo difensore Ivo Viktor. Portiere ceco del Dukla Praga, Viktor ebbe 52 voti a suo favore non solo per l’ottima carriera sino ad allora condotta (2 campionati cecoslovacchi, 3 Coppe di Cecoslovacchia e 5 titoli di miglior calciatore cecoslovacco) ma per esser stato protagonista indiscusso della vittoria del titolo europeo '76 con la sua nazionale ai danni della Germania campione del mondo in carica. Le sue parate ed i suoi prodigiosi interventi, infatti, permisero, nell’anno del primo cucchiaio della storia del suo compagno di squadra Panenka, di far vincere alla compagine mitteleuropea un titolo internazionale contro squadre più blasonate ed attrezzate. Un torneo vissuto alla grande che gli valse il premio di miglior calciatore della rassegna entrando, di fatto, nel novero dei portieri più leggendari della storia del football.
2006 d’Oro, Buffon alle spalle di Cannavaro
Per trent’anni poi, nessun portiere riesce a rompere il muro del podio ed a collocarsi fra i primi tre nel ranking del Pallone d’Oro. Una sorta di estesa carestia interrotta però da Gigi Buffon versione 2006.
E sì perché nell’estate dei veleni, dei tribunali, di Calciopoli, dell’incidente a Pessotto, delle critiche alla Nazionale, l’Italia si compatta dietro uomini dal grande carisma ed al top della condizione per affrontare la campagna di Germania. Partita dopo partita, parata dopo parata (memorabili gli interventi di Gigi su Essien, Zidane, Henry, Shevchenko, Nedved e molti altri) l’undici di Lippi prende sempre più coscienza della propria forza e, spinto da un insuperabile Buffon (solo 2 le reti in 7 gare totali), vince il mondiale ai rigori a Berlino contro la Francia. Un risultato storico, atteso da 24 anni che porta la firma di tanti ragazzi capaci, in quella manifestazione, di toccare il massimo nella loro tabella di rendimento con Cannavaro, colonna difensiva e capitano, a strappare lo scettro di miglior calciatore del mondo 2006, proprio al suo compagno di squadra Buffon.
Neuer terzo nel 2014
A chiudere questa lista di portieroni capaci di vincere o sfiorare l’agognato titolo del Pallone d’Oro solitamente concesso a bomber, trequartisti ed esterni d’attacco, troviamo Manuel Neuer.
L’estremo difensore del Bayern Monaco, spesso definito l’erede, sul trono dei migliori interpreti fra i pali, proprio di Buffon (convinto però a non darla vinta al più giovane collega), ha vissuto la stessa parabola del suo omologo italiano nel 2014. E sì perché pur essendo uno dei calciatori su cui la Germania di Low ha fondato lo storico trionfo mondiale in Brasile 3 anni fa, il numero 1 bavarese è riuscito a portare dalla sua parte solo il 15,72% dei voti per la vittoria finale posizionandosi terzo dietro a Messi (15,76%) e Cristiano Ronaldo (37,66%). Una beffa, uno smacco per un ragazzo che è stato spesso determinante in quella specifica competizione. Eppure, negli ultimi anni, la presenza dei portieri in questo contesto sembra stia erodendo gli antichi schemi e le ataviche convinzioni per permettere alla next gen degli estremi difensori di giocarsela, come sempre, a tu per tu anche per il Pallone d’Oro.