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Da Estigarribia a Bogliacino, che fine hanno fatto alcuni protagonisti di Napoli e Juve

Talenti importanti, promesse mancate, meteore o gregari di successo. Parliamo di alcuni interpreti del big match fra Napoli e Juventus che, negli ultimi anni, sono scomparsi dai radar calcistici. Scopriamo insieme le tappe e le destinazioni di questi ex ‘big’ del football nazionale.
A cura di Salvatore Parente
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Napoli-Juventus è una delle partite più sentite in Italia, per molti, addirittura, la partita per eccellenza. Una contesa da attendere con ansia, vivere con partecipazione e passione fra due club che rappresentano mentalità differenti, strategie agli antipodi pur restando nel solco delle eccellenze del nostro campionato. Una sfida lunga quasi un secolo, una lotta epica, spesso con armi impari, ma che ha avuto il merito di rivelarsi come un confronto ricco di spunti tecnici, storici, ambientali e di episodi mitici da annali del football, da libro di storia.

Una rivalità antica caratterizzata da partite leggendarie, match eroici, rimonte impossibili, gol da cineteca e protagonisti eccellenti con campioni di grande spessore che hanno indossato le prestigiose maglie di entrambe le società nobilitando le accese gare del Delle Alpi così come dello Stadium o del San Paolo. Firme prestigiose come quelle dei vari Maradona, Platini, Careca, Boniek fino ai più recenti Del Piero, Pogba, Cavani, Lavezzi, Dybala, Insigne o Higuain. Di fianco alle copertine conquistate da questi grandi interpreti del gioco però, spesso, abbiamo trovato la firma di mestieranti del pallone, di gregari di successo che hanno dato un contributo alla storica contesa fra le due compagini salvo poi scomparire nelle categorie minori e, dunque, nell’oblio sportivo.

Napoli-Juveeee

In una ricerca spasmodica e senza indugi, dunque, vediamo i calciatori delle ultime sfide (il riferimento è ad alcune gare da 10 anni a questa parte) che, dopo aver sudato e lottato vestendo le rispettive casacche, sono spariti dai radar fra ritiri ed improbabili squadre nel limbo del calcio mondiale.

Bogliacino

Bogliacino, dall’1-1 al San Paolo al campionato uruguaiano

Fra i “most wanted” di questa simpatica rassegna non poteva mancare uno degli emblemi della recente rinascita del Napoli di De Laurentiis, ovvero: Mariano Bogliacino. Protagonista indiscusso della lenta risalita dei partenopei dagli inferi della C1 fino al fatidico 10 giungo 2007, giorno della promozione in A per gli uomini allora guidati da Reja, infatti, in molti si stanno chiedendo che fine abbia fatto quel tuttofare del centrocampo che, dal regista al mediano, dalla mezzala al trequartista ha indossato per ben 5 anni l’azzurro all’ombra del Vesuvio. Proprio lui che, in un Napoli-Juventus in B nel novembre del 2006, realizzò la rete del definitivo 1-1 dopo il vantaggio iniziale di Del Piero, oggi, dopo altri 4 anni in giro fra Chievo, Bari, Lecce e Martina Franca è finito, a 36 anni, a giocarsi la salvezza nella Primera Division uruguaiana col Club Plaza Colonia.

Un epilogo comunque felice per una “bandiera” azzurra che, negli anni, ha saggiato l’emozione di giocare contro la Juventus e provare la gioia di segnare al San Paolo contro la “Vecchia Signora”. Hasta la vista Mariano!

Manninger

Alexander Manninger, terzo con Klopp al Liverpool

Forte, austriaco ma con la tendenza a ricoprire spesso nella sua carriera il ruolo di secondo, parliamo del portiere ex Juventus Alexander Mnninger. Vice-Buffon negli anni fra il 2008 ed il 2012 l’estremo difensore ex, fra le altre, di Arsenal, Brescia, Espanyol e Fiorentina è un altro di quei protagonisti di un Napoli-Juve al San Paolo (2-1 per gli azzurri con gol di Hamsik e Lavezzi il 18 ottobre 2008) che si è un po’ perso fra le sue mille avventure (15 maglie indossate). A 39 anni suonati però, lungi dall’appendere le scarpe al chiodo, Manninger si è ritrovato, dopo gli anni all’Augsburg (57 reti al passivo in 36 gare totali), a vestire la prestigiosa casacca del Liverpool da terzo portiere dietro Mignolet e Karius col tedesco Klopp in panchina. Insomma, una vita da secondo, una seconda gioventù da terzo.

Traoré

Traoré da promessa a terzino part time nella B inglese

Preso dalla Juventus nell’estate del 2010 come alternativa a Grosso e De Ceglie sulla corsia mancina di difesa, Armand Traoré ha lasciato un vago ricordo nel cuore dei tifosi bianconeri sotto la dicitura: bidone. Al netto delle difficoltà familiari di cui lo stesso terzino ha parlato in una recente intervista ai media inglesi, 12 presenze con 0 assist e 0 reti ed una media punti con lui in campo di 1.25 (nell’anno in cui la compagine guidata da Del Neri finì al settimo posto la sua stagione) sono il retaggio di una promessa mai sbocciata in Italia come in Inghilterra. Testimone in campo del sonoro 3-0 rifilato dal Napoli alla Juve nel gennaio del 2011 con tripletta di Cavani l’ex Arsenal dopo 5 anni al QPR oggi, fatica nella Championship (B inglese) col Nottingham Forest dove, su 42 match disputati dai suoi ne ha giocati solo 10. Un rendimento non certo esaltante per un ragazzo dal quale ci si attendevano ben altre prestazioni.

Estigarribia

Marcelo Estigarribia e la rimonta a Fuorigrotta

Scommessa bianconera nell’anno del primo scudetto targato Conte, Marcelo Estigarribia di mestiere esterno sinistro è stato uno dei segreti nascosti di quell’anno tricolore. Arrivato a Torino piuttosto in sordina dall’anonimo Club Deportivo Maldonado (Serie B uruguaiana, club allenato ora dall’ex Cagliari Abeijon) dopo essersi messo in luce col suo Paraguay nella Copa America di quell’anno, infatti, con 14 presenze ed una rete (proprio a Napoli nella rimonta che portò i bianconeri dal 3-1 al 3-3) il numero 28 bianconero è stato un elemento importante di quella squadra che, al termine del torneo, si laureò campione d’Italia.

Prestazioni però che, malgrado il titolo conquistato, non gli valsero il riscatto con un lento girovagare che lo ha portato, sempre in prestito, alla Sampdoria, al Chievo, all’Atalanta, al Cerro Porteno e, ora, ovviamente a titolo temporaneo dal Club Deportivo Maldonado, in Messico al Chiapas Futbol Club. Insomma, dal Maldonado al Maldonado Estigarribia passa sempre, quasi come se si fosse nel monopoli, dal via.

Michele Pazienza, il ‘Gattuso’ azzurro

Diga, muraglia, linea “Maginot” partenopea con Yebda o Gargano nel Napoli di Mazzarri, Michele Pazienza è stato uno dei calciatori azzurri più importanti degli ultimi anni in termini di equilibrio in campo. Passato anche per Torino, sponda Juventus, prima di indossare le maglie di Udinese, Bologna e Vicenza, infatti, il mediano pugliese è stato un elemento fondamentale di quella edizione del Napoli che, proprio con lui in campo al San Paolo contro gli storici rivali bianconeri dal 2008 al 2011, ha vinto sempre nel catino di Fuorigrotta. Un connubio non certo bello da vedere ma un legame con la gente partenopea che, qualità dei piedi a parte, ha sempre apprezzato l’impegno e la dedizione del centrocampista azzurro che, da quel colore, dopo anni di distanza, non si è ancora separato passando dal Napoli al Manfredonia (in Serie D), in una sorta di continuità cromatica.

Pazienza
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