Curve pericolose. Le cinque tifoserie più violente d’Europa
La passione per questo sport è il motore principale di una disciplina che affascina e attrae milioni e milioni di tifosi in giro per il mondo. Un attaccamento tale da bloccare, in alcune circostanze, intere metropoli quando a giocare è la squadra della propria città. Un sentimento di partecipazione così forte da far nascere, nel corso degli anni, tantissimi gruppi di tifo organizzato che non abbandonano e non hanno mai abbandonato per nessuna ragione al mondo la propria squadra del cuore. Purtroppo però, questa stupenda professione di fede nei confronti della propria compagine ha subito una strana deformazione con la nascita di alcuni “ceppi” di tifosi violenti notoriamente definiti hooligans. In questo particolare contesto fatto di gruppi inclini alla violenza e al vandalismo, vediamo le cinque curve più violente del calcio continentale.
I Delije dello Stella Rossa e l’aggressione al Maksimir
La tifoseria che si è guadagnata la poco invidiabile “palma” di curva più pericolosa d’Europa è quella dello Stella Rossa di Belgrado. La compagine 27 volte campione di Serbia, infatti, è una di quelle più temute non solo per la forza, l’irruenza e la rumorosità della curva dello stadio Rajko Mitic che spesso intimorisce gli avversari ma, purtroppo, anche per la violenza del gruppo più forte, coeso e numeroso dello Stella Rossa, ovvero: i Delije (gli eroi). Una frangia di supporters che, seguendo le varie discipline della polisportiva di Belgrado, semina il panico in diverse trasferte divenendo, negli anni ’90, un importante bacino di reclutamento per i paramilitari volontari delle Tigri di Arkan. Nel maggio 1990, l’episodio più triste della storia dei sostenitori serbi con i supporters dello Stella Rossa che, in trasferta al Maksimir di Zagabria, caricarono con la correità delle forze dell’ordine a maggioranza serbe, i tifosi della Dinamo. Una aggressione vergognosa che portò ad un autentico scontro fra le due fazioni con ben 60 feriti e l’intervento dei reparti antisommossa.
Wisla Sharks, un coltello per Dino Baggio
A seguire, un’altra “torcida” molto focosa, quella del Wisla Cracovia. La squadra polacca, peraltro una delle migliori della Estraklasa, “vanta” una curva molto pericolosa che abbina alla sana passione per la propria compagine una violenza davvero stupida ed incomprensibile. Basti pensare, senza andare troppo indietro nel passato, a tre episodi avvenuti negli ultimi anni con protagonisti i Wisla Sharks con un coltello lanciato dagli spalti al centrocampista del Parma Dino Baggio nel 1998 (cinque punti di sutura per lui), uno scontro nel maggio del 2006 con i poliziotti, di cui 50 feriti e l’uccisione di un sostenitore del Korona Kielce, reo di far parte di un gruppo amico del Cracovia.
Feyenoord e la Barcaccia di Roma
Gli ultrà del Feyenoord, chiedere ai romani, sono un’altra frangia che terrorizza, specie in trasferta, le città straniere quando i gruppi di Rotterdam si spostano per seguire il proprio club in giro per l’Europa. Anche in patria però, le sfide con l’Ajax sono particolarmente temute dalle forze dell’ordine con tante misure di sicurezza prima, durante e dopo i match di cartello fra i Lancieri ed il club del popolo. Il danneggiamento della fontana della Barcaccia del Bernini di Roma però, non è stato l’unico caso di questi anni con i tifosi biancorossi che si sono resi protagonisti di altri beceri episodi in Croazia prima (aggressione ai supporters del Rijeka) e in Turchia poi, quando, a causa di cori anti-Islam e insulti ad Allah i fans del Feyenoord si sono pesantemente scontrati con quelli del Besiktas.
Gli UltrAslan del Galatasaray
Gli UltrAslan del Galatsaray rappresentano un pericolo pubblico non indifferente in Turchia ed in tutto il continente. Basti pensare ai caldissimi derby del Bosforo con i “cugini” (fra molte virgolette) del Kfy (Kill for you) del Fenerbahce con scontri e numerosi feriti lasciati sul “campo di battaglia” o alle numerose distruzioni procurate da questi pseudo tifosi nelle varie gare esterne del Gala. Come quella di Copenaghen nel 2000, nella quale gli UltrAslan misero a ferro e fuoco la città danese nella finalissima di Coppa Uefa con l’Arsenal, o all’uccisione di un tifoso della squadra di basket della Stella Rossa di Belgrado da parte di questi assassini che poi chiedevano, con uno striscione, chi sarebbe stato il prossimo fra le crew rivali del Partizan, dell’Olympiacos e del Cska Mosca.
Il Millwall brick e la Thatcher
Piccolo club della classe operaia e portuale di Londra posti nell'Isola dei Cani, mai vittorioso in 131 anni d’età, i suoi tifosi hanno sopperito a questa mancanza guadagnandosi più volte le prime pagine dei giornali e suscitando, nel 1985, la dura reazione della “Lady di ferro” Margaret Thatcher che, dopo l’ennesimo scontro con i famosi bastoni di giornali arrotolati (Millwall brick) contro il Luton Town, generarono le severissime leggi anti-hooligans.