Cuore Arsenal, all’Emirates Stadium un’area dedicata ai piccoli tifosi affetti da autismo
Il calcio come strumento per andare oltre le divisioni. Capace di scavalcare le barriere, di riunire tutti quanti sotto il segno di un'emozione, di un brivido, di un gol. Lo sa bene l'Arsenal, che con la sua Sensory Room ha aperto le porte del football ai ragazzi affetti da autismo. Proprio loro che – nella vita – quando provano ad avvicinarsi a porte come questa, le trovano sempre chiuse. Inaugurata nel settembre del 2017, la "stanza sensoriale" è uno spazio all'interno dell'Emirates Stadium, tra la tribuna e la curva, in cui i bambini possono immergersi in attività sensoriali, giocare, rilassarsi e guardare la partita da un locale insonorizzato, che li tiene al riparo dal rumore e dalla folla che caratterizza gli altri settori dello stadio.
- Antonella, avvocatessa con la passione per il calcio, madre di un bimbo affetto da autismo, ha voluto raccontare a Fanpage la sua esperienza come ospite della Sensory Room dell'Emirates Stadium.
La "stanza sensoriale" nello stadio dell'Arsenal: cos'è e come è nata
Articolata in due ambienti, una Sensory Room e una Viewing Room, la "stanza sensoriale" costruita nello stadio dell'Arsenal è il luogo ideale in cui i ragazzi affetti da autismo possono godersi lo spettacolo di una partita di calcio. La parte Sensory è infatti piena di stimoli visivi e uditivi, giocattoli interattivi e colorati, pensati per far sentire a proprio agio i ragazzi e calmarli. "Ci hanno fatti entrare lì mezz'ora prima della partita – ha dichiarato Antonella a Fanpage – e i bambini hanno potuto giocare e divertirsi tantissimo. Non credevo ai miei occhi, non sapevo come ringraziarli".
Al momento del fischio d'inizio, poi, tutti nella zona Viewing, una sala con un'enorme vetrata insonorizzata dalla quale è possibile vedere la partita senza i rumori assordanti tipici di uno stadio di calcio. È perfino disponibile un servizio di audiodescrizione in diretta della partita per i non vedenti e una Lounge dove gli ospiti possono intrattenersi a bere un drink durante il match.
Il progetto è finanziato dalla Shippey Campaign, una raccolta fondi creata dai genitori di tre bambini autistici, mossi dal dispiacere di non poter far avvicinare i propri figli al mondo dello sport per via della loro disabilità, che gli rende difficile stare in luoghi particolarmente affollati e rumorosi. La campagna è recentemente rientrata nel Disability Found della Premier League, il fondo che la lega calcio inglese devolve alla costruzione di infrastrutture per rendere il proprio football accessibile a chiunque.
L'Inghilterra è un passo avanti. In Italia ancora troppe barriere
L'esigenza di Antonella di raccontare la sua esperienza nasce dalle mille difficoltà che insieme a suo marito incontra "nel tentativo di indirizzare il bambino verso un qualsiasi sport, oltre a quelle che sorgono per seguire gli eventi sportivi con lui". Ci racconta della sua esperienza all'Allianz Stadium, l'impianto più all'avanguardia nel nostro paese. "Abbiamo guardato ben poco della partita", confessa, perché l'altezza dei posti rispetto al campo – così come la gran folla – hanno fatto andare in agitazione suo figlio.
L'attenzione degli inglesi: massima ospitalità, senza nulla in cambio
Volendo comprare i biglietti per Arsenal-Chelsea dello scorso gennaio, Antonella viene indirizzata verso il servizio clienti dei Gunners, che – preso coscienza delle sue esigenze – le dà appuntamento direttamente per il giorno della partita, allo stadio. Nessun pagamento, nessuna documentazione richiesta. "Ho pensato a uno scherzo", ammette, ma è tutto vero. Ad accogliere lei e la sua famiglia trova Luke e Dan, dell'ufficio comunità disabili dell'Arsenal. Entrambi specializzati nel trattamento di bambini con disabilità, si divertono a giocare con loro nella Sensory Area prima che arrivi il tanto atteso fischio d'inizio della gara. "È un modo per far avvicinare i ragazzi al calcio, farli sentire parte della squadra", confessa Luke. Tanto è vero che spesso gli stessi calciatori, dopo la doccia, vanno a fare un salto nella "stanza sensoriale" per salutare i loro piccoli tifosi.
Dalle grandi società ad ognuno di noi, un grande messaggio di speranza
L'Arsenal, tramite i suoi frontmen Luke e Dan, è rimasto in contatto con Antonella, invitandola ad altri eventi benefici dell'Arsenal Foundation. Dal suo canto, la donna, ci ha svelato la sua intenzione di fondare un'associazione che favorisca l'ingresso nel mondo del lavoro delle persone autistiche. Messaggi di forza d'animo e di speranza, che servono a ricordarci che oltre le giocate, i contrasti, le ammonizioni e i gol, il calcio è capace di aggregare, di smuovere le coscienze affinché tutti si sentano uguali di fronte alle emozioni che questo sport è in grado di farci provare.