Crotone vola in Serie A: ‘a mano a mano’ verso le porte del paradiso
Nessuno si sarebbe aspettato di vedere il Crotone nella parte alta della classifica del campionato cadetto. Il punto che mancava alla squadra calabrese per lo storico traguardo è arrivato a Modena e lì è stata fatta la storia: prima volta in Serie A per una società che ha sempre navigato tra la B e la C e che ha avuto sempre un ruolo marginale nel calcio calabrese se si pensa alle varie epoche d'oro della Reggina e del Catanzaro. Una cittadina del Sud Italia di 60mila abitanti agli ultimi posti in quasi tutte le graduatorie per la qualità della vita (ultima in ordine di tempo quella sulla disoccupazione: 31,46%) grazie al trionfo sportivo dimenticherà per qualche attimo le problematiche sociali.
Un grande lavoro da parte del presidente Raffaele Vrenna, del ds Beppe Ursino e dell'allenatore Ivan Juric che stanno scrivendo la storia del calcio in una zona d'Italia che finora non era mai stata sfiorata dal palcoscenico della Serie A. La storia del Crotone negli ultimi anni è stata un mix di organizzazione e fiducia incondizionata verso i talenti italiani e stranieri nel nome del budget e dell’approccio sportivo. Competenza, scouting e risorse convincono i top club a parcheggiare i propri gioielli per maturare spazio e minuti: nell’era Drago sbocciarono volti noti in chiave azzurra come Florenzi, Bernardeschi, Sansone, Crisetig, Dezi e Cataldi oltre a nomi di livello come Migliore, Ciano, Maiello e Del Prete tra gli altri.
Anche quest'anno l’età media della squadra è di 23,5 anni e il lavoro di scouting ha di nuovo pagato con Ricci, Capezzi e Fazzi su tutti ma oltre ai giovani hanno contribuito a questa grande cavalcata anche uomini di una certa esperienza come Matteo Paro, che ha vinto il campionato di B con la Juve, e Raffaele Palladino.
L'unica nuvola nera che ha cercato di offuscare su una stagione straordinaria è stato l'accostamento alla ’Ndrangheta nel mese di febbraio per il presidente della società calabrese, ma il Tribunale di Crotone ha rigettato la confisca dei beni sostenendo che Vrenna fosse una vittima.
Una data per la storia
Il 29 aprile 2016 entra nella storia del calcio crotonese così come è successo per il 30 aprile 2000 quando allo Scida la squadra allenata da Antonio Cuccureddu conquistò la prima storica promozione in Serie B.
Ivan Juric, calcio e death metal
Il condottiero e cervello di questo gruppo. Salutato Massimo Drago, passato al Cesena, dopo un play-off conquistato nel 2013/2014 e una sofferta salvezza nello scorso campionato, sulla panchina dei pitagorici si è seduto l’ex centrocampista del Genoa (2006-2010) e prima ancora dello stesso Crotone (2001-2006), Ivan Jurić. Il fedelissimo di Gasperini ha messo in campo uno spumeggiante 3-4-3 “rubato” al maestro. Nel fortino dello Stadio Ezio Scida, i padroni di casa hanno strapazzato Bari (4-1), Cagliari (3-1), Livorno (3-0) e Avellino (3-1).
Il calcio e la musica metal sono le passioni di Ivan Juric, uno dei coach più giovani in attività. Il croato ha allenato il Mantova ed ha fatto il vice a Palermo, oltre che aver guidato le giovanili del Genoa. La sua esperienza da calciatore tra Genoa, Albacete, Siviglia ed Hajduk Spalato parlano per lui. Molti lo ricordano come il vero fulcro del Genoa di Gasperini ma una delle peculiarità per cui viene ricordato è la sua passione per la musica metal. Lo stesso Juric ha dichiarato la propria fede in un’intervista pubblicata dal mensile Rolling Stone (numero 78, 2010) in cui accusava i calciatori di non capire molto di musica:
I calciatori non capiscono un cazzo di musica. La conoscono molto superficialmente, la vita che fanno li condiziona e non hanno modo di scoprire a fondo altre cose. L’unico altro metallaro con cui ho giocato in 15 anni di carriera è stato un portiere argentino del Crotone. Ho cominciato a 14 anni con Metallica e Megadeth, poi sono passato a cose più aggressive. Il death metal è la mia passione, band come Napalm Death, Obituary e Carcass, artisti veri. Non mi piace il nu metal. I nuovi gruppi death sono senza sentimento, pensano solo alla velocità. Sicuramente ‘Kill’em All’: mi ha cambiato la vita. I primi quattro dischi dei Metallica sono tutti bellissimi, quelli dopo no, ma ‘Kill’em All’ è il disco più grande. Poi ‘The Sound of Perseverance‘ dei Death: Chuck Schuldiner è un artista assoluto. E ovviamente ‘Leaders Not Followers 2‘ dei Napalm Death (che è un disco di cover, ndbarg). Mi sono sempre piaciuti i Ministry, anche se non sono una band di metal classico, e il loro live ‘In Case You Didn’t Feel Like Showing Up’. La prima volta che li ho sentiti mi hanno toccato profondamente. Per concludere i Soundgarden: li ho ascoltati tantissimo ai tempi di ‘Superunknown‘".
Barba incolta, capello lungo e sciolto. Sempre in tuta e mai in completo. Un'anima rock per un Crotone da sballo.
I protagonisti della cavalcata
Ante Budimir, la scommessa di Ursino
24 anni croato ed accostato in patria a Mandzukic per caratteristiche tecniche e fisiche. Nel 2010 esordisce nell’Inter Zaprešić dove in 3 annate mette a segno 19 gol in 66 partite nella massima serie croata guadagnandosi la chiamata della Lokomotiva Zagabria e un paio di convocazioni nell’Under 21 croata. Nel 2013/2014 alla prima esperienza con la Lokomotiv continua a segnare realizzando 19 reti in 34 presenze che gli valgono la chiamata del Sankt Pauli che nell’estate del 2014 mette sul piatto 900.000 euro per portarlo in Germania e metterlo a disposizione del tecnico Vrabec. L’impatto con la Zweite Bundesliga (la serie B tedesca) è pessimo: Budimir gioca ma non trova mai la porta e chiude l’annata con 0 reti in 19 presenze in campionato e due sole reti realizzate fra Coppa di Germania e la squadra riserve (St Pauli II) che sverna nelle divisioni regionali tedesche. Sfiduciato e desideroso di cambiare aria, a fine agosto non ci pensa due volte ad accettare la proposta del ds Ursino che lo ottiene in prestito secco. Il cambio d’aria e la fiducia di Juric hanno fatto bene ad Ante: 16 gol in 36 presenze. Mica male.
Ricci, il folletto sulle orme di Florenzi
Il talento di proprietà della Roma è uno dei grandi protagonisti del Crotone in Serie B: esterno d'attacco classe 1994 che sta seguendo le orme di un altro romanista passato da queste parti e ora è capitano della squadra capitolina. Stiamo parlando di Alessandro Florenzi. Catapultato in Calabria, fa un campionato straordinario, e con 11 gol in 35 partite si riconquista subito il ritorno alla base l'anno successivo. Ricci, a differenza di Florenzi, ci ha messo un po' di più a esplodere ma dopo un primo anno di assestamento sta dimostrando in questa stagione di essere un vero talento: un'esplosione targata Juric perché il 3-4-3 ha esaltato le caratteristiche del giovane romano.
Capezzi, il centrocampista del futuro
Beppe Ursino, sapiente direttore sportivo del Crotone, lo ha definito “il nuovo Pizzarro”. Il centrocampista scuola Fiorentina è una delle anime della squadra calabrese. Da ragazzo intelligente e non banale, se proprio deve scegliere un punto di riferimento ti dice Steven Gerrard, bandiera del Liverpool, un “modernizzatore” del ruolo per capacità di inserimento e realizzazione. Uno dei mentori del giovane di Figline Valdarno è stato Vincenzo Montella che lo ha mandato in campo per la prima volta nello stadio del Pandurii Targu Jiu in Europa League. Una vera notte magica. Capezzi potrà viverne altre se continua a giocare in questo modo e con questa applicazione. Ritmo di gioco, qualità e tanto temperamento.
Modesto, crotonese doc
Crotonese doc che potrebbe scrivere la storia del calcio della sua città: Francesco Modesto ha fatto prima il giro del mondo pallonaro e ora si gode uno dei momenti più beli della sua carriera: il gol contro il Como che ha avvicinato il Crotone alla massima serie è solo l'ultimo tassello di una stagione incredibile per gli squali. L'esterno sinistro ha risposto presente alla chiamata di Juric in una delle partite più complesse dell'anno: questo classe 1982 di Crotone ha messo in campo la sua esperienza nella gara in cui era assente Martella. La stagione di Modesto è stata segnata da molti infortuni e rischiava di non essere nemmeno ricordato in una cavalcata del genere ma quando c'è da fare la storia gli uomini ci sono sempre: palla tra i piedi di Palladino, colpo di tacco per Modesto che di destro trafigge il portiere avversario e corre sotto la curva della sua squadra del cuore. E' tutto qui.
C'è un altro crotonese nella rosa di Ivan Juric e si tratta di Giuseppe Torromino, autore di 4 reti, che ha contribuito a questa cavalcata epica ed è stato paragonato più volte a Hulk.
La quiete prima della tempesta
Dopo aver predicato calma facendo proprie canzoni come “A mano a mano” di Rino Gaetano, cantata dalla tifoseria rossoblù allo Scida, e “Mano nella mano” di Sergio Cammariere, entrambi originari della provincia calabrese, ora il Crotone vola verso la Serie A e la razionalità verrà abbandonata per dare sfogo ad una festa che schiuderà le porte ad un sogno che nessuno avrebbe mai creduto possibile. Stasera lo stadio Braglia di Modena si è trasformato in una colonia di un profondo sud che spesso viene dimenticato ma è ancora capace di regalare storie che sanno far emozionare anche il calcio dei magnati e degli sceicchi.