Cristiano Ronaldo non gioca contro il Team K-League, alla Juve chiesti i danni
Cristiano Ronaldo è uno dei giocatori più rappresentativi della Juventus ed è soprattutto grazie a lui che i bianconeri hanno ricevuto moltissima visibilità soprattutto in Asia. Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia, che adesso rischia di mettere nei guai la Juventus che nel match contro il Team K-League, una selezione dei migliori giocatori militanti in Corea del Sud, ha lasciato il fuoriclasse portoghese in panchina.
Il pubblico ovviamente non ha gradito e nemmeno gli sponsor che avevano utilizzato la presenza di Cristiano Ronaldo per creare interesse attorno alla partita, riuscendo a chiudere accordi e ad alzare il prezzo dei biglietti. C'è stato anche chi ha speso più di 300 euro per ammirare dal vivo Cristiano Ronaldo e alla fine lo ha visto seduto in panchina per 90 minuti più recupero. In Corea del Sud sono tantissimi i tifosi che non hanno ancora smaltito la rabbia.
La richiesta di danni per la clausola
Il match è terminato con uno spettacolare 3-3 ma del portoghese non s'è vista nemmeno l'ombra in campo, trascorrendo l'intera durata della partita seduto a fianco di Maurizio Sarri. Da qui la richiesta di danni da parte della società che ha organizzato la sfida, la TheFasta che ha avanzato il problema sulla base del contratto stipulato in cui era presente una clausola che garantiva l'utilizzo del numero 7 per almeno quarantacinque minuti.
La spiegazione: un problema fisico
La Juventus, consapevole di tutto ha spiegato che era a conoscenza della clausola, ma che Ronaldo non ha potuto giocare a causa di un problema fisico. Una scelta dunque, non tecnica né tanto meno di mancanza di rispetto per chi era accorso a guardare i bianconeri con il portoghese protagonista. Anche Maurizio Sarri ha voluto specificare il mancato utilizzo di Cr7 nel match: "Era previsto che Ronaldo giocasse meno delle altre partite, poi ci ha detto di avere un affaticamento muscolare. Per questo ho deciso, insieme al vicepresidente Nedved e a Ronaldo stesso, di tenerlo fuori e di non correre rischi"