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Cristiano Doni arrestato per calcioscommesse: in manette altre 16 persone (VIDEO)

In carcere anche Sartor, Carobbio, Gervasoni e Zamperini. Operazione scattata all’alba. La Procura di Cremona ha individuato il vertice dell’organizzazione a Singapore con ramificazioni nell’Europa dell’Est.
A cura di Vincenzo Di Guida
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Doni è stato arrestato per Calcioscommesse

Nuovo filone dell'inchiesta sul calcio scommesse: 17 nuovi arresti

In carcere anche Sartor, Carobbio, Geravsoni e Zamperini. Operazione scattata all'alba. La Procura di Cremona ha individuato il vertice dell'organizzazione a Singapore con ramificazioni nell'Europa dell'Est.

In un'operazione scattata all’alba sono state arrestate 17 persone nel secondo filone d'inchiesta denominata"Last Bet" legata allo scandalo calcioscommesse. Il nome più importante è quello di Cristiano Doni, già squalificato dalla giustizia sportiva per 3 anni e 6 mesi. L’inchiesta della Procura di Cremona ha individuato un’organizzazione criminale con sede a Singapore.

Operazione "Last Bet": 17 arresti, 5 i calciatori

Oltre all'ex capitano dell'Atalanta ci sono altri 4 calciatori, alcuni ancora in attività. Il gip di Cremona ha emesso ordinanze di custodia cautelare per altre 16 persone, tra le quali ci sono: Luigi Sartor (ex difensore di Parma, Inter e Vicenza), Carlo Gervasoni (giocatore del Piacenza, già sospeso a luglio), Alessandro Zamperini (Lega Pro) e Filippo Carrobbio (Spezia, Lega Pro). Cristiano Doni è in carcere e dagli inquirenti gli è stato vietato di parlare con il suo avvocato per 24 ore. L’inchiesta ha individuato due rami per il calcioscommese. Il vertice dell’organizzazione sarebbe a Singapore, con una ramificazione molto importante nell’Europa dell’Est. A gestire le fila un certo Eng Tan Seet, detto Dan, deus ex machina di un’attività criminale, che aveva l’obiettivo di alterare i risultati delle partite attraverso una fitta rete di collaboratori sparsi in tutto il mondo. In Italia le gare truccate riguardano il campionato di Serie B 2009-2010 e 2010-2011. Tre le partite sospette che coinvolgono l'Atalanta: la più famosa è la nota Atalanta-Piacenza, che in sede di giustizia sportiva è costata il -6 ai bergamaschi nell’attuale campionato di Serie A. I dettagli dell’operazione che ha portato al clamoroso arresto di Doni e di altri calciatori verranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 10.30 alla questura di Cremona.

Doni accusato d'inquinamento prove

Cristiano Doni, capitano e simbolo dell’Atalanta, è una delle figure principali dell’inchiesta “Last Bet”, che in estate portò all’arresto dell’ex bomber di Lazio e Bologna, Giuseppe Signori. Doni, secondo quanto dichiarato dal procuratore capo di Cremona, Roberto De Martino, avrebbe cercato di manipolare le prove dell’inchiesta pagando la parcella destinata all’avvocato di Santoni, per non farlo parlare. Con Santoni (ex preparatore atletico del Ravenna) e Benfanti, formava un’associazione a delinquere. Reato già contestato, ma la posizione dei tre si è ulteriormente aggravata dal tentativo di inquinamento delle prove. Le tre partite che vedrebbero Cristiano Doni coinvolto in quanto corrotto dall'organizzazione criminale sono Atalanta-Piacenza del 19 marzo 2011, Padova-Atalanta del 26 marzo 2011 e Ascoli-Atalanta del 12 marzo 2011. Scommesse Doni sono un binomio che ricorre troppo spesso. Già nel 2001 il calciatore fu coinvolto in un’indagine su alcune partite truccate. Doni fu accusato d’aver pilotato il risultato di Atalanta-Pistoiese, gara di Coppa Italia. Le accuse non portarono a nulla, e l’attaccante prese parte alla fallimentare spedizione azzurra nel 2002 ai Mondiali di Korea e Giappone. Dieci anno dopo, il 1 giugno 2001, il nome di Doni ricompare nell’inchiesta Last Bet.

Prima la sanzione della giustizia sportiva: 3 anni e 6 mesi di squalifica, con annessa penalizzazione di 6 punti dell’Atalanta in Serie A. A suo carico era stata accertata la responsabilità nella realizzazione dell'illecito sportivo aggravato su Atalanta-Piacenza del 19 marzo. Il calciatore romano aveva definito la sentenza un prodotto della “macchina del fango”, e aveva deciso di ricorrere presso il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, che non ha ancora preso una decisione in merito. Poi la giustizia ordinaria, che stamane ne ha disposto l’arresto. Lui che ha fatto la storia dell’Atalanta (miglior marcatore di sempre con 103 gol), adesso rischia di entrare nella storia, ma dalla parte sbagliata.

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