Crisi Milan, Galliani: “Allegri non si discute. Senza Balotelli non saremmo in Champions”
In casa Milan la tensione è altissima e non solo perchè alle porte c'è la delicatissima trasferta spagnola in casa del Barcellona per la quarta gara di Champions League che apre i match di ritorno della prima fase. Il clima è rovente perchè i risulati non arrivano, la classifica del Milan è fortemente compromessa solo dopo due mesi di campionato e sotto la lente di ingrandimento ci sono finiti un po' tutti: giocatori, campioni (Balotelli), allenatori e dirigenti. Nessuno escluso, con strali che arrivano dall'interno – soprattutto dopo le dichiarazioni di Barbara Berlusconi poi parzialmente smentite – e dall'esterno – con una tifoseria che a fine match contro la Lazio ha inondato di fischi San Siro.
La polemica si allarga – Massimiliano Allegri è sempre più in bilico ma per il tecnico toscano non sembra una novità, anzi. Lo era l'anno scorso di questi tempi, lo è stato nuovamente in estate con una telenovela (quasi) infinita per il rinnovo del contratto, lo è tutt'oggi con risultati e gioco che non soddisfano nessuno, nè tifosi nè dirigenza. Ma la vera novità sta nelle polemiche che hanno coinvolto Adriano Galliani, l'amministratore delegato storico dell'era Berlusconi. Il braccio operativo degli ultimi 20 anni di storia (gloriosa) rossonera che è stato rimesso al centro del problema da Barbara Berlusconi che – da quando è entrata nel CdA rossonero – non ha mai nascosto diversità d'intenti e di vedute, spesso diametralmente opposte.
L'attacco di Barbara – Le parole di Barbara erano suonate come campane a morto, chiedendo un cambiamento radicale nella gestione del club, un club che deve cambiare filosofia di vita. Al di là dei risultati sportivi, puntando il dito sul quadro amministrativo ed economico della società, sfiduciando di fatto Adriano Galliani, primo colpevole per cui il "Milan non ha speso poco negli ultimi anni, ma ha speso male". Accuse dirette e circostanziate che portano i nomi di Allegri in panchina e – ultimi in ordine di tempo e oggetto del contendere – di Balotelli e Matri in campo. Perchè il tecnico livornese è sempre stato difeso da Galliani, che l'ha proposto e scelto. In un primo momento vincendo la scommessa con il titolo al primo anno e un secondo posto nel successivo. Ma che sta conducendo il Milan verso una china pericolosa, dopo il terzo posto conquistato all'ultimo secondo l'anno passato e davanti ai 12 punti in 11 giornate nell'attuale stagione.
SuperMario, croce e delizia – Poi, l'acquisto di Mario Balotelli. Altro nodo che ha ingarbugliato i rapporti dirigenziali all'interno del Milan. La "mela marcia nello spogliatoio" che Berlusconi definì senza mezzi temini (per poi smentire su tutta la linea) venne proposta proprio da Adriano Galliani, principale sponsor di SuperMario con una operazione economicamente perfetta (e per questo obbligatoriamente approvata in società) ma che mai ha solleticato il palato della famiglia Berlusconi fino in fondo. Anche in questo caso, con Balotelli goleador con 12 reti in 13 partite da febbraio a giugno, appena arrivato trascinando il Milan in Champions, Galliani aveva vinto la propria (ennesima) sfida. Poi, anche in questo caso la pericolosa china: Balotelli nervoso, Balotelli espulso e multato, Balotelli criticato, Balotelli che non segna più. E tutto viene rimesso pesantemente in discussione, Anche lo stesso Galliani.
La sfida ai tifosi – Così, la posizione dell'ad rossonero diventa sempre più delicata e complicata perchè non si può dimenticare anche l'esposizione (solitaria) dello stesso Galliani verso i tifosi che in estate avevano contestato l'ultimo acquisto in ordine di tempo; Alessandro Matri, con un esborso da 11 milioni di euro, giocatore richiesto da Allegri e ingaggiato dall'ad. Galliani aveva affrontato la Curva a muso duro: "i tifosi non fanno il mercato" aveva risposto a striscioni provocatori e polemici difendendo il proprio operato. Oggi, che quella stesa Curva è tornata alla carica rinfacciandogli proprio Matri e una difesa che invece non è all'altezza della situazione, Adriano Galliani prova l'ennesima offensiva, ricordando le qualità delle scelte fatte. Tutto, però, in maniera sempre più solitaria, sempre meno convincente, senza più una spalla a dargli man forte. Anzi, quasi dovendo difendersi dalle spallate che lo vorrebbero colpevole di tutto e di tutti.
Fiducia ad Allegri – Non è un caso se ancora Adriano Galliani quest'oggi sia tornato – unico nel Milan – sulla vicenda, iniziando da Max Allegri: "Non è una settimana decisiva per il tecnico. Tutti gli allenatori dipendono dai risultati, se uno perde all'infinito non c'è allenatore che tenga. È un momento certamente difficile perchè non arrivano i risultati. Andiamo avanti sperando che le cose migliorino'. ‘Ci sono stati altri momenti difficili in 28 anni – continua Galliani – Ci sono momenti buoni e meno buoni, lo sport è ciclico e quindi speriamo di fare meglio nel prosieguo della stagione. Ricordo che veniamo da un secondo e terzo posto e l'unica italiana sempre in Champions da molti anni. C'è fiducia nel tecnico"
Balotelli l'incedibilissimo – Per poi ribadire la solita considerazione – risaputa – su Mario Balotelli, altro problema interno da gestire: "E' arrivato a febbraio l'anno scorso a fine mercato e se la memoria regge in 13 partite di campionato ha fatto 12 gol. Senza Balotelli non saremmo mai andati in Champions League. Dopo una stagione ottima, vediamo la seconda. Certamente è un momento così, l'esperienza mi insegna che bisogna stare tranquilli, calmi e trarre i consuntivi a fine stagione. Non si traggono a novembre, non è rispettoso. Balotelli comunque è assolutamente incedibilissimo".