Bomba a San Pietroburgo, Criscito sotto shock: “Ho visto la gente che moriva”

"Ho visto la gente che moriva…". All'Ansa Domenico Criscito, calciatore dello Zenit San Pietroburgo, aziona il rewind e racconta – fotogramma per fotogramma, come se fosse lì in quel momento – cosa è accaduto nella stazione della Metropolitana devastata dall'esplosione della bomba che ha causato morti (14) e decine di ferite. Un secondo ordigno, pronto a deflagrare, è stato disinnescato dagli artificieri. Le indagini per tracciare la matrice dell'attentato non escludono alcuna pista per adesso è stato possiible risalire all'identità del suicida responsabile dell'attacco terroristico: si tratterebbe di un 22enne kirghiso, Akbarjon Djalilov.
Sotto shock. "Quando c'è stata l'esplosione – ha raccontato l'ex calciatore del Genoa e della Nazionale – mi trovavo in un ristorante nella zona, a poche centinaia di metri dall'attentato in cui sono morte delle persone. Non mi sono reso conto subito di quanto accaduto, era davvero impossibile farlo al momento. Anche perché in città non si avverte panico. Poi, quando sono rientrato a casa, dalla tv ho appreso cosa era successo… è stato terribile". Paura e sgomento nelle parole del giocatore che nella seconda città della Russia è giunto nel 2011 e, nonostante le voci continue di un possibile ritorno in Italia, nella prossima estate (considerato il contratto in scadenza nel 2018) potrebbe chiudere la sua esperienza nel torneo russo.
Il racconto del preparatore, Nicolini. Angoscia c'è anche nelle parole di Carlo Nicolini, preparatore atletico italiano della squadra russa, che Mircea Lucescu (ora alla guida dello Zenit) ha voluto accanto a sé nello staff tecnico: "E pensare che quella è proprio la linea di metropolitana che prendo ogni giorno per andare all'allenamento, sono davvero scioccato".