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Cr7: “A Madrid mi chiedono ancora di tornare, mi fa piacere sentirlo”

Ancora stralci dell’intervista esclusiva a “El Pais” in cui Cristiano Ronaldo racconta se stesso e il suo modo di vivere il calcio: “Tutti sono col fucile puntato in attesa di un mio errore. Tutte le volte si parte da capo, devo dimostrare di non essere finito, le pressioni sono enormi. A volte mi stancano”
A cura di Alessio Pediglieri
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Cristiano Ronaldo e il suo modo straordinario di vivere il calcio. Alla sua prima avventura in Italia ha subito centrato l'obiettivo scudetto, così come era accaduto in Inghilterra e in Spagna con lo United e il Real. Primo giocatore a riuscire a essere decisivo in tre Paesi diversi, al suo debutto. Una manifestazione di potenza e onnipotenza che però non ha distratto il portoghese dalla sua ‘mission': mettersi a disposizione di club, compagni e tifoseria.

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Iniziare sempre da zero

Continua così, l'anticipazione all'intervista che il campione portoghese ha rilasciato al "El Pais" che pubblica oggi la seconda parte dell'intervista rilasciata da Cristiano Ronaldo alla rivista "Icon". Il centro di gravità permanente non è se stesso, ma il mondo del calcio: "Non nego che alle volte mi da' fastidio e mi stanca dover dimostrare tutti gli anni che sono bravo ma so che è così: la pressione di dover dimostrare sempre qualcosa, anche a chi mi sta intorno mi porta a migliorare"

Le pressioni, le critiche, il fucile puntato

Per questo, al contrario di altri campioni, Leo Messi in primis, Cr7 ha deciso di cambiare Paesi e club: Inghilterra, spagna, adesso Italia. Ogni volta si riparte da zero per dimostrare di essere il migliore: "La gente sta sempre a giudicarti perché hai 33, 34, 35 anni e dovresti smettere di giocare. Tutti col fucile puntato in attesa che sbagli un rigore o una partita fondamentale. Ma fa parte della vita, delle pressioni di tutti i giorni e mi sono abituato. Un po' come nella vita priva: come fa a essere triste uno come Cristiano Ronaldo che è ricco e ha successo?"

L'amore di Madrid

Ronaldo ricorda anche gli anni strepitosi di Madrid dove insieme al Real ha vinto tutto ciò che c'era da vincere: "Mi hanno trattato bene, vado a testa alta, so che la gente mi vuole bene, sa che ho dato molto al Real e che il Real mi ha dato altrettanto. Per strada mi dicono ancora oggi: ‘Cris, torna a casa, questa e' sempre casa tua'. Mi piace sentirmelo dire, significa aver fatto bene".

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