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Cosenza, il club ritira la maglia numero 8 di Bergamini

Finché non sarà fatta luce sulla tragica e misteriosa morte del calciatore emiliano, che ha giocato anche con la formazione calabrese, la società rossoblu ha deciso di ritirare il numero che fu dello sfortunato centrocampista.
A cura di Alberto Pucci
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Sono passati molti anni dalla morte di Denis Bergamini, e ancora non è stata fatta chiarezza su ciò che accadde nel novembre del 1989, quando l'ex calciatore del Cosenza fu trovato morto sulla Statale Jonica vicino al capoluogo calabrese. La tesi del suicidio non ha mai convinto la famiglia dell'ex giocatore che, negli ultimi mesi, ha trovato anche il supporto del pubblico ministero Eugenio Facciolla e della Procura di Castrovillari che hanno deciso di riaprire il caso, indagare a fondo sulla vicenda e permettere agli specialisti di trarre ulteriori informazioni dalla riesumazione del cadavere. Il corpo è stato così riesumato e nuovamente analizzato, e gli esiti degli esami verranno resi noti in autunno. Nell'attesa che venga fatta chiarezza sul caso, il Cosenza calcio ha così deciso di ricordare il suo ex giocatore e di porre l'attenzione generale sul caso Bergamini, con un'iniziativa davvero lodevole.

La speranza dell'avvocato della famiglia Bergamini

La società rossoblù ha infatti deciso di ritirare la maglia numero 8, fino a quando non verrà scritta la parola fine su questa dolorosa vicenda. Sarà il calciatore Domenico Mungo (24 anni e centrocampista centrale come Bergamini), in occasione di Cosenza-Alessandria valevole per il primo turno della Tim Cup 2017/2018, ad indossare per l'ultima volta il numero che Denis portò dietro la schiena per ben cinque stagioni. Con questa iniziativa, il Cosenza ha voluto sostenere la causa della famiglia che, a distanza di 28 anni, è ancora in attesa di conoscere la verità sulla scomparsa di Denis: una morte per la quale sono indagati l'ex fidanzata Isabella Internò e l'investitore, Raffaele Pisano. Per loro, le accuse sono di omicidio con l'aggravante della premeditazione. Nei giorni scorsi, l'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini, ha lasciato aperta la porta alla speranza: "Mi sento di poter dire che siamo vicini alla verità".

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