Cosa va e cosa non va nell’Italia di Conte
Due partite in pochi giorni per capire come l'Italia di Antonio Conte stia lavorando ed eventualmente crescendo in vista del prossimo Europeo. Due gare diverse, per motivazioni e posta in palio, due pareggi a suon di gol. Contro la Romania, in recupero – quasi disperato – con l'Inghilterra passando per primi in vantaggio ma sprecando l'impossibile prima di venire raggiunti a dieci minuti dal termine. Chiaroscuri di una Nazionale che sta pian piano prendendo forma e si costringe a seguire in tutto e per tutto i dettami del suo CT che non ha peccato in coraggio nello schierare quasi tutti i suoi uomini a disposizione, tra vecchie conoscenze, debuttanti e altri in fase di conferma. Non tutto è andato come avrebbe dovuto, con le punte "ufficiali" a secco (Immobile e Zaza), una difesa in difficoltà (soprattutto contro la Bulgaria) e la ricerca di un vero e proprio leader in campo. Ma i lati positivi non mancano perché Eder e Pellè non hanno deluso le attese, il collettivo ha sempre interpretato i match con la tipica concentrazione che vuole il CT e i nuovi che si sono subito calati nella parte.
Cosa va
Le punte – di riserva – segnano. Si è sbloccato Pellè e si è confermato Eder. Erano e sono ancora nei ranghi di Conte le alternative in attacco ma sono stati loro che hanno permesso all'Italia di poter uscire da questa doppia sfida senza sconfitte. Il Doriano, al debutto assoluto in azzurro dopo aver ottenuto la doppia cittadinanza, era tra i più in forma, visto che era l'unico degli attaccanti ad avere segnato nell'ultima giornata di campionato ed essersi ripetuto in Nazionale. Per la punta del Southampton è stato invece un vero e proprio ritorno al gol che in Premier manca da 13 partite ma che è arrivato contro l'Inghilterra. Due note molto positive che dimostrano come le cosiddette ‘seconde linee' si fanno trovare pronte.
Il collettivo e l'approccio. E' una Nazionale alla Conte, cattiva dal primo minuto, vogliosa di far gioco e mettere ansia all'avversario di turno. Sia con la Bulgaria che con l'Inghilterra si sono visti momenti in cui gli Azzurri erano padroni del campo, decidendo quale gioco fare e mettendo in pratica le decisioni del Ct con verticalizzazioni improvvise e molto gioco sulle fasce. La strada è quella giusta, al di là del risultato finale, perché a tratti l'Italia ha fatto divertire e intravvedere di essere squadra solida e che sa cosa deve fare.
I nuovi parlano la lingua di Conte. Molti i debuttanti, molti i giocatori sotto verifica. E nessuno, alla fine, ha deluso le attese. Da Valdifiori a Soriano, da Vazquez a Eder. nessuno è sembrato in difficoltà, ognuno ha dato l'impressione di sapere che cosa fare e come farlo al meglio. Soprattutto per il centrocampista dell'Empoli, che ha confermato qualità importanti per la Nazionale visto che contro l'Inghilterra è stato tra i migliori finchè è rimasto in campo. Ottimo rincalzo sempre che non si perda cammin facendo.
Cosa non va
La difesa ancora sotto esame. Due gol contro la Bulgaria, un altro con l'Inghilterra. In totale tre reti subite in due gare. un po' troppe soprattutto se si pensa che nel match di qualificazione era scesa in campo la difesa titolare dell'Italia formata da Chiellini-Bonucci-Barzagli davanti a Buffon. Nulla di meglio, oggi, il nostro movimento non può offrire. Eppure non è stato sufficiente per evitare di tremare e – quasi – crollare sotto i colpi bulgari. E contro gli inglesi, è arrivato puntuale un altro gol ma soprattutto Buffon ha dovuto fare gli straordinari e quando non è riuscito lui ci ha pensato la traversa.
Immobile non segna più. Il bomber del Borussia Dortmund sta attraversando un periodo difficile. Anche in azzurro si è vista una evidente difficoltà nel cercare la conclusione vincente a rete. Contro la Bulgaria e poi nella mezz'ora contro l'Inghilterra, le occasioni sono arrivate ma non sono state sfruttate. Come per Simone Zaza che nellaa partita di qualificazione ha faticato a trovare il gol, arrivato solo per una rocambolesca autorete. Troppo poco per il tandem che dovrebbe essere titolare.
Manca un leader, alla Pirlo. Verratti aveva l'occasione d'oro e l'ha sfruttata. Ma non al cento per cento. Ci si aspettava una prestazione – soprattutto contro la Bulgaria – sulla falsa riga di quelle viste con la maglia del Psg, ma non c'è stato il guizzo che potesse fare la differenza. Un Verratti dunque rimandato, senza infamia e senza lode ma che potrebbe pagare il ritorno di Andrea Pirlo e venire rimesso in secondo piano. E a questa Italia manca un leader in campo, capace di risolvere le situazioni più delicate e trascinare il gruppo alla vittoria.