Cosa serve alla Juve dopo la batosta Real: Koulibaly in difesa, Dybala (finalmente) maturo
La stessa distanza. Passando da Cardiff a Torino poco è cambiato nei rapporti di forza e in quello che è accaduto in campo fra Juventus e Real Madrid. Il Real segna presto e la Juve reagisce giocando con grande impeto per tutto il primo tempo. Nel secondo tempo Modric e Kroos iniziano a tenere in mano il ritmo e il cuore della gara, Marcelo gioca in un ruolo tutto suo che completo è a dir poco, Cristiano Ronaldo fa due gol (peccato che il secondo è da antologia perché il primo è sensazionale), alla fine si perde per netta inferiorità con 3 gol di differenza, proprio come in Galles.
Il fatto che la Juve non abbia ridotto le distanze era in realtà abbastanza prevedibile. I bianconeri hanno cambiato molto poco in estate, non hanno preso campioni che costano in maniera esagerata e in difesa sono meno reattivi di un anno fa e con Ronaldo, Benzema, Isco in queste condizioni il duo Barzagli-Chiellini anche solo un po’ più appannato della loro fase aurea ha troppe difficoltà. In questo senso la Juve non deve essere da rifondare, ma da ripensare e rimodellare di certo, almeno se si vuole essere in un consesso europeo che diventa sempre più stretto e definito (per forza economica ci faranno parte Real, Barcellona, Bayern, i due Manchester e Psg).
Koulibaly per i bianconeri. Juventus e Chelsea, per fare un altro esempio, devono capire come aumentare la velocità per raggiungere quelle cinque e giocarsela. Se parliamo della Juve il pacchetto arretrato deve essere rimodellato intorno a difensori reattivi e abili nel costruire per far liberare con spazio e tempo di giocata le mezze-ali negli spazi di mezzo (la volete una bomba alla Maurizio Mosca? Alla Juve servirebbe come il pane Koulibaly e Marotta lo sa bene…). Ormai questo elemento per essere al top in Europa è fondamentale.
Il centrocampo ha ottime pedine, difficile ritoccarlo in meglio. Forse bisogna capire se Khedira e Marchisio sono fisicamente affidabili oppure da sostituire con un grandissimo campione, magari spagnolo per portare in questa squadra un possesso palla anche più ragionato e calmo rispetto alla gestione sempre nervosa della palla che viene da Conte.
In attacco le fiches bisogna per forza di cose metterle su Dybala (sempre che resti). Ieri è stato espulso e anche in finale un anno fa giocò sotto tono, però in tutte e due le partite ha avuto sprazzi di bel gioco che non devono essere nascosti dietro la polvere delle sconfitte. Dybala è l’unico “Ronaldo potenziale” su cui la Juve può onestamente puntare per il futuro, perché è ben chiaro che, al di là di tutte le alchimie tattiche, anche nel 2018 (e per tanti anni ancora) una grande squadra che vince deve avere fra le sue fila un grandissimo campione, proprio come il Real Madrid con Ronaldo.
Chi deve guidare questo restauro? Sicuramente Allegri, al quale però deve essere dato un calciatore che sta chiedendo dal primo anno: un numero 10 che vuole usare per anarchizzare il gioco. E la sua richiesta sarà di non avere più semplici promesse (Pjaca, Bernardeschi), ma un vero grande 10 da sfruttare al suo meglio.
Piccola nota a margine: la Nazionale non è una barca solitaria a cui guardare dalla sponda. Se la Nazionale non va ai Mondiali di Russia perdendo contro la Svezia è abbastanza evidente che tutto il movimento sia in grande difficoltà. Come pensare che i Barzagli-Chiellini di novembre siano in grado di surclassare il Real Madrid ad aprile? La Juve in questi anni ha fin troppo aiutato il nostro calcio a sentirsi migliore di quello che stava diventando. Si spera che dopo questa pesante sconfitta tutti siano d’accordo nel pensare che siamo tutti di serie B.