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Covid 19

Coronavirus, la confessione di Roberto Mancini: “È un inferno. Ho perso un vecchio amico”

Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale Italiana, ha parlato a La Gazzetta dello Sport dell’emergenza Coronavirus e di una brutta vicenda che lo ha toccato da vicino: “È morto un amico che da bambino giocava a calcio con me”. Sull’Europeo rinviato al prossimo anno Mancio afferma: “La botta della delusione l’ho sentita”.
A cura di Vito Lamorte
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Non ci sarà l'Europeo 2020 e non avremo le "notti magiche" che fino a qualche tempo fa avevamo sperato ma adesso c'è una battaglia più importante da combattere. L'emergenza Coronavirus ha stravolto tutti i nostri piani nell'immediato futuro ma la battaglia più importante da vincere è quella contro il Covid-19 e di questo ne è consapevole anche Roberto Mancini. Il commissario tecnico della Nazionale Italiana si è unito al grido di dolore e di sofferenza che sta vivendo il nostro paese e in un'intervista a La Gazzetta dello Sport ha raccontato di essere a Roma e di una brutta vicenda che lo ha toccato da vicino:

Chiuso in casa da due settimane. A Roma ci sono anche due dei miei figli. Il terzo, Filippo, è a Miami, ha terminato un corso di sport e business. Anche lì comincia a sentirsi l’emergenza. Ma i ragazzi sono forti, protetti. Sono più preoccupato per i miei genitori che vivono a Jesi, anche se stanno bene. Mia sorella mi ha chiamato per dirmi che è morto di Coronavirus un amico che da bambino giocava a calcio con me. Lavorava alla Croce Verde di Jesi.

In merito alla situazione che si sta vivendo nel nord Italia e sulle immagini dei convogli militari che portavano via le salme da Bergamo Mancio ha dichiarato: "Il filmato del convoglio militare che portava via le bare da Bergamo è stato un pugno in faccia, l’immagine più dura, più impressionante. Nessuno era pronto a questo inferno. Pensare che la gente muore perché mancano i letti in rianimazione".

Mancini: Non ci penso neanche a lasciare l’Italia

Alcuni calciatori hanno deciso di lasciare l'Italia a causa della situazione che si è venuta a creare e quando gli chiedono se lo farebbe anche lui Mancini risponde così:"Non ci penso neanche a lasciare l’Italia, perché io mi sento sicuro qui e ho piena fiducia nei nostri medici che stanno facendo un lavoro eroico. Voglio sentirmi vicino a chi è in difficoltà. E lo dico da semplice cittadino, non perché ho un ruolo istituzionale e rappresento l’Italia".  Il CT ha illustrato la sua giornata tipo durante questa quarantena:

Ogni giorno faccio un po’ di sport sul terrazzo. Leggo, mi tengo informato alla televisione. Dopo cena le ore si fanno un po’ più lungo. L’altra sera ho visto Don Matteo… Ma io penso sempre positivo. Sono convinto che a maggio il campionato ripartirà, recupereremo la nostra normalità e io potrò incontrare negli stadi tutti i miei giocatori e riunire in qualche modo la Nazionale.

Mancini: Europeo? La botta della delusione l’ho sentita

Il commissario tecnico della Nazionale ha parlato dello slittamento dell'Europeo, dei programmi saltati e del fatto che ci vorrà un po' di tempo prima di rivedere al top i suoi calciatori:

Probabilmente saremo un po’ arrugginiti, ma basterà oliare un po’ la catena e pedaleremo come prima… Nelle settimane scorse ho chiamato qualche giocatore, specie quelli infortunati e in dubbio. Ho lavorato sulle amichevoli con Inghilterra e Germania e ho cominciato a impostare l’Europeo. È stato cancellato tutto. Confesso che la botta della delusione l’ho sentita. Mi sono fermato.

Mancini: Campionato? Sono convinto che torneremo a divertirci

Infine sul campionato bloccato e sul quale non ci sono certezze sulla ripartenza il Mancio ha affermato: "Dopo quello che è successo i giocatori avranno così voglia di giocare che l'entusiasmo compenserà la stanchezza. Sono convinto che torneremo a divertirci".

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