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Covid 19

Coronavirus, Cannavaro: “In Cina la polizia ti controlla a casa. Se sgarri ti portano via”

Fabio Cannavaro, allenatore del Guangzhou Evergrande, racconta la propria esperienza al di là della Grande Muraglia nella battaglia contro la diffusione del Covid-19. “Qui sono riusciti a battere il Coronavirus e non vogliono essere infettati di nuovo. Sono rimasti tutti a casa e hanno rispettato le regole”.
A cura di Maurizio De Santis
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"In Cina hanno sconfitto la pandemia perché hanno seguito le regole delle autorità e lo hanno fatto tutti insieme". Messaggio semplice, forte e chiaro. Lo ribadisce Fabio Cannavaro nell'intervista a Mundo Deportivo parlando dell'emergenza Coronavirus (qui tutti gli aggiornamenti): non più un'epidemia ma un contagio divenuto così virale da spingere l'Organizzazione Mondiale della Sanità a dichiarare lo stato di pandemia. L'ex difensore della Nazionale, campione del mondo e Pallone d'Oro 2006, racconta la propria esperienza al di là della Grande Muraglia (è allenatore del Guangzhou Evergrande) e di come – dai giorni più duri dell'esplosione del Covid-19, il Paese sia riuscito a reagire e uscire dalla fase più critica.

Dobbiamo restare a casa – ha sottolineato Cannavaro, citando anche come sia scrupolosa l'applicazione delle prescrizioni da parte delle autorità -. La Polizia qui può arrivare in qualsiasi momento per misurarti la temperatura e, soprattutto, per verificare che sei in casa. Altrimenti ti portano via, all'istante.

Pochi giorni fa fu Marcello Lippi, ex commissario tecnico dell'Italia iridata, a spiegare il diverso approccio della Cina rispetto all'Italia (e all'Europa) per fare fronte alla situazione utilizzando accenti molto forti ("in Italia vanno a sciare, qui hanno giustiziato chi è scappato"). È anche grazie a questa severità che ha funzionato l'unica arma a disposizione: l'isolamento necessario per evitare che il virus si propaghi.

Qui sono riusciti a battere il Coronavirus e non vogliono essere infettati di nuovo – ha aggiunto Cannavaro -. Adesso è quasi tutto normale. Un mese fa non si vedeva un'anima in giro, soltanto Polizia e ambulanza. Sono rimasti tutti a casa. Questa è l'unica cosa da fare.

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Ultima riflessione rivolta all'Italia e in particolare alla famiglia che è a Napoli (suo fratello Paolo, ex difensore di Napoli e Sassuolo, è con lui in Cina tra le fila del Guangzhou).

Mio padre si arrabbia quando mia sorella gli porta del cibo e lo lascia alla porta perché questo virus è molto pericoloso e bisogna fare attenzione… Il campionato? Speriamo di ricominciare a maggio, noi in squadra non abbiamo avuto nessun caso positivo.

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