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Covid 19

Buffon fa battute sulla pelle di 2 mila morti e non si pente: “Tifoso cinese? La rifarei”

“Attento… Corona, ti guardo. Ma sei di Wuhan?”. Gigi Buffon non si pente per la pessima battuta fatta al tifoso cinese che gli chiedeva l’autografo e si giustifica così: “Era una domanda simpatica per creare empatia”. Già, una domanda simpatica sulla pelle di oltre 2 mila morti per la pandemia da Coronavirus.
A cura di Maurizio De Santis
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Pentito di aver fatto una battuta di cattivo gusto? No, Gigi Buffon la rifarebbe senza alcuna remora. Cosa? L'ironia molto sciocca e altrettanto fuori luogo fatta quando, firmando un autografo a un tifoso asiatico dopo la gara contro il Milan, si rivolse a lui così: "Attento… Corona… ti guardo, eh…". E poi ancora: "Ma sei di Wuhan?". Chiaro il riferimento al Coronavirus che ha scatenato una pandemia letale.

Il numero complessivo di contagi registrati fino a questo momento è di 75.775, secondo quanto indicato dalla mappa online della Johns Hopkins University. Il numero dei morti è aumentato in pochi giorni: adesso è salito a 2.130 decessi, di questi 2.029 nella provincia dell'Hubei, 7 fuori dalla Cina. Buffon, però, non mostra alcun ravvedimento e quando viene avvicinato da un inviato de Le Iene un po' ha provato a giustificarsi e un po' ha fornito una spiegazione che proprio non sta in piedi per quella uscita infelice. E, siccome al peggio non c'è mai fine, sottolinea il concetto alla sua maniera.

È una battuta che rifarei – dice Buffon -. Era una domanda simpatica per creare empatia. A San Siro ci sono sempre un sacco di tifosi cinesi; quella sera lui era da solo e in un angolino. Per farlo sentire a proprio agio, ho cercato di interagire con lui facendo un paio di autografi e parlandoci.

Dunque, secondo Buffon per aiutare una persona timida a venire fuori dal guscio è cosa buona e giusta fare battute sui connazionali che muoiono perché vittime di una pandemia. Una febbre letale, una situazione così grave da avere un impatto importante sulle vite umane e conseguenze anche sul piano economico e dei rapporti internazionali. Il portiere della Juventus, però, la pensa diversamente. La sua non è stata una gaffe, dice lui.

Ho voluto lanciare un segnale in un momento in cui, soprattutto in Italia, c'è tanta intolleranza – ha aggiunto Buffon -. Ho voluto spaccare questo muro, tant'è che l'ho pure accarezzato. Chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso.

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