Coppa Uefa, Napoli – Stoccarda 3-3: il dio del calcio portò Napoli sul tetto di Europa
La comparsa di Diego Armando Maradona nell’emisfero calcistico ha suscitato uno dei più grandi dilemmi di chi ama il calcio: un giocatore può vincere da solo una partita? Di primo acchito verrebbe di risponde negativamente ma vedere Diego, fare quello che ha fatto, fa cadere la tesi di chi sostiene che mai un bipede umano possa bersi da solo intere difese, schemi iper-tattici di super preparati allenatori e segnare inesorabilmente i destini di squadre intere. Diego è da sempre il giocatore più amato e discusso del nostro tempo. C’è chi non gli perdona di aver devastato con la sua follia un dono divino e di esser stato così debole come un uomo, e c’è chi lo ammira con rispetto per non essere altro che un bambino schiacciato dal proprio destino: essere el Pibe de Oro. La disquisizione tra l’esser stato un uomo quando poteva esser un dio la lasciamo a chi ha voglia di bruciarsi la testa alla ricerca di quel sottile confine che passa tra l’essere un genio e l’essere un folle. Qui noi, amanti del calcio, le sue prodezze le ricorderemo per sempre come le pagine più belle delle storie del calcio.
Il 1985, fu il primo anno di Diego in Italia. Dopo, un’avventura priva di soddisfazioni con la maglia del Barcellona, è Napoli l’unica città capace di sostenere tutti i suoi eccessi. La zona di Fuorigrotta, iniziò a tremare ogni Domenica al punto da preoccupare gli abitanti della zona. 70.000 persone sussurrano, pronunciano e urlano un solo nome: Diego! E lui risponde a suo modo, regalando magie. "Vedere Diego, era come stropicciarsi gli occhi di fronte alle magie di un prestigiatore", commentavano i suoi compagni di squadra. Il 20 Ottobre 1985, il Napoli asfalta l’odiato Verona con un secco 5-0, e da lì, dopo un gol praticamente siglato da centrocampo, arriva il secondo dilemma dell’era Diego: ”Maradona è megl' e Pelè?”
Nessuno può dare una risposta definitiva, ognuno risponderà secondo i suoi gusti ma forse la risposta l’ha data Marcello Lippi: “ Maradona, a differenza di Pelè si è confrontato con il calcio italiano e su questo banco Diego è promosso con 110 e lode”.
Con Maradona, il Napoli vinse due scudetti e con lui e Careca, arrivò anche il primo trofeo internazionale: la Coppa Uefa. 17 – Maggio -1989, in quell’anno la finale era doppia, andata e ritorno. Il Napoli vinse la sua prima gara al San Paolo per 2 a 1 ma il ritorno, in territorio tedesco, si preannunciava di fuoco. Le polemiche furono numerose. Nella gara di andata infatti, fu concesso un rigore agli azzurri con conseguente ammonizione a Buchwald, che costò la squalifica al giocatore dei tedeschi. Lo Stoccarda protestò talmente tanto che l’ipotesi di un arbitraggio pro-Stoccarda sembrava più che un semplice sospetto e i partenopei furono costretti ad un esposto all’Uefa, motivando che un tale comportamento da parte dei tedeschi potesse essere un problema per la quiete del match.
Il trio MA-GI-CA (Maradona, Careca, Giordano) contro il tris teutonico Klinsman, Gaudino, Walter. Praticamente una partita da brividi. E i protagonisti non deludono le aspettative.
Al 18’ pt arriva il vanatggio azzurro. Alemao triangola con Careca e con un tocco morbido supera Immel. Bastano 9 minuti ai tedeschi per ristabilire la parità. Cross dalla bandierina, Klinsman diventa l’imperatore dell’area di rigore azzurro e di testa infila Giuliani. Una partita bellissima, Diego macina gioco, assist e magie, e poco prima dello scadere Diego crossa al centro dalla bandierina, il muro tedesco respinge ma la palla va da chi sa trattarla meglio, ossia torna a Diego che alza la testa, apre il compasso e disegna l’assist perfetto per un certo Ciro Ferrara che dalle retrovie accorre e insacca con un piatto di pregevole fattura. Il Napoli chiude in vantaggio, il Napoli sogna.
Si rientra in campo, i tedeschi provano a riportarsi in attacco, ma l’area azzurra è un bunker, che incassa, incassa ma non cede…e quando meno te l’aspetti il duo Diego- Careca, a passo di danza affonda la corazzata tedesca. Diego è imprendibile e Careca non è da meno. De Napoli, sfrutta il forcing tedesco e trasforma la più classica delle fasi da difensiva in offensiva. Diego, servito dal compagno, parte in contropiede. E’ un fulmine che "saetta" verso la porta avversaria. Hartmann gli si pone davanti e gli chiude gli spazi, ma Diego ha occhi ovunque e vede Careca che sopraggiunge sulla destra con un velocità sovrumana. Careca viene così invitato a nozze e tra lui e il tripudio finale c’è solo Immel. Tocco sotto, semi pallonetto e il Napoli cala il 3-1. A quel punto lo Stoccarda per vincere dovrà fare tre gol ma ne farà soltanto due che qui non raccontiamo. IL NAPOLI VINCE LA SUA PRIMA COPPA UEFA E REALIZZA UN SOGNO CHE PRIMA DELL’ARRIVO DI MARADONA SEMBRAVA IRREALIZZABILE.
Davide Pecchia