Copa America Centenario, il più grande spettacolo made in Usa
“Sarà il più grande evento negli Usa dai Mondiali del 1994”. Forbes presenta così la Copa America del Centenario, la prima volta che Argentina, Brasile e Uruguay giocheranno tutte insieme, nello stesso torneo, negli Stati Uniti. Inaugurata nel 1916 per festeggiare un altro centenario, l'indipendenza dell'Argentina, questa Copa America aperta per la prima volta a sedici nazionali dovrebbe garantire ricavi per 300 milioni di dollari, contro i 115 di un anno fa. Sarà un’edizione ricca e costosa, il comitato organizzatore ha messo in prevendita solo biglietti cumulativi per quasi 900 dollari e si affida al last minute per riempire le tribune nelle singole partite. Quindici i partner commerciali, da Anheuser-Busch a TAG Heuer, dalla compagnia giapponese Makita a Nike, che fa la parte del leone e fornisce il pallone ufficiale, Ordem Ciento.
Le città – Il viaggio che inizia da Santa Clara, California, nello stadio già teatro del cinquantesimo Superbowl, toccherà dieci città, con una media prevista di 35 mila spettatori a partita, più di 2 milioni in totale. In otto (Boston, Chicago, Houston, New York, Philadelphia, Phoenix, Seattle, oltre a Santa Clara) si giocherà negli stadi della NFL. Le uniche eccezioni rimangono il Rose Bowl di Pasadena, dove esordirò il Brasile di Dunga che qui vinse il Mondiale, e il Citrus Bowl, la casa degli Orlando City SC, franchigia di Major League. Sarà una Copa America senza Neymar e Tevez, che ha preferito concentrarsi sulle Olimpiadi. Sarà la grande occasione di Messi e Di Maria. Sarà la prova del nove per gli Usa di Klinsmann.
Prova generale – Sarà soprattutto una prova generale per il vero obiettivo di lungo periodo della federazione Usa, ottenere l'organizzazione dei Mondiali del 2026. Non si nasconde il presidente Sunil Gulati, fondamentale nel garantire a Infantino i voti per salire al vertice della FIFA. Con la sua promessa di allargare il Mondiale a 40 squadre, Gulati potrebbe portare negli Usa il torneo di calcio più grande e più ricco di sempre, che magari potrebbe aprirsi a Philadelphia nel 250mo anniversario della Dichiarazione d'Indipendenza. Ma c'è anche un'altra partita: far dimenticare lo scandalo dell'accordo fra Conmebol e Datisa da 350 milioni di dollari per i diritti della Copa America, edizione speciale compresa, fino al 2023, frutto di tangenti per l'allora presidente Figueiredo, e per la sua controparte alla Concacaf, Jeffey Webb, per 110 milioni di dollari.
Gruppo A
Usa – Klinsmann è in un gruppo di ferro. Si presenta con una rosa senza la stella Jozy Altidore (infortunio al polso), ma con l'ex Roma Bradley. Ci sono otto giocatori sopra i trent'anni e cinque sotto i 24, compreso il debuttante Christian Pulisic (17) del Borussia Dortmund.
Colombia – José Pékerman, tre volte tecnico sudamericano dell'anno, ha spiazzato tutti. Ha lasciato a casa Muriel, Jackson Martínez, Teofilo Gutiérrez e soprattutto El Tigre, falcao, il miglior goleador nella storia dei Cafeteros. L'attacco sarà così tutto sulle spalle di Carlos Bacca e di James Rodriguez, capocannoniere con sei gol agli ultimi Mondiali.
Costa Rica – È cambiato l’allenatore, via Jorge Luis Pinto, al suo posto c’è Óscar Ramírez, una leggenda da giocatore. Pesante la prima tegola della vigilia, l'infortunio del portiere Keylor Navas che 48 ore dopo aver alzato la Champions League ha accusato una tendinopatia achillea alla gamba sinistra. Al suo posto, Ramírez ha convocato Danny Carvajal, portiere del Saprissa, che ha una responsabilità non da poco, perché dalla Gold Cup dell'anno scorso i Ticos hanno segnato più di un gol a partita solo in quattro occasioni. Il capitano è quel Bryan Ruiz che ha fatto impazzire l'Italia a Brasile 2014 e guida il gruppo di tredici reduci dall'ultimo Mondiale.
Paraguay – Ramon Diaz, alla sfida più importante della carriera, cerca un calcio spettacolare con Derlis González (Dinamo Kiev), Lucas Ramón Barrios (Palmeiras), Édgar Benítez (Querétaro). Ma le sue fortune le farà sempre e comunque il trentottenne portiere Justo Villar. Non ci sarà davanti Roque Santa Cruz, bomber principe dell'Albirroja: il suo infortunio ha riaperto le porte della nazionale al romanista Antonio Sanabria.
Gruppo B
Brasile – Dopo la disfatta mondiale, e con le Olimpiadi in casa alle porte per cui si sono sfilati Neynar, David Luiz, Thiago Silva e Oscar, Dunga si gioca la sua credibilità. Il Brasile non lo ama per quel suo gioco troppo votato all'equilibrio, troppo europeo. Ha rispolverato Hulk e Ganso, richiamato per l'infortunato Kakà, ma si ritrova pur sempre con 14 giocatori che in verdeoro hanno giocato meno di dieci partite.
Ecuador – Il ct Gustavo Quinteros si affida all'esperienza. Ha scelto 14 giocatori che militano all'estero, compreso Enner Valencia, 4 gol in 19 partite al West Ham e una probabilissima offerta da parte del WBA. Spicca Walter Ayovi, il secondo giocatore con più presenze con la maglia della nazionale, che in 15 anni ha superato la fase a gironi di un grande torneo solo ai Mondiali di Germania 2006. Ma questa, con ogni probabilità, è la nazionale più forte in cui abbia mai giocato.
Haiti – E' un po' la seconda nazionale di casa, visti i cinque giocatori iscritti alla North American Soccer League ( Pascal Millien, Mechack Jérôme, Jean Alexandre, James Marcelin e Steward Ceus). La squadra del pittoresco 62enne Patrice Neveu, francese che apprezza il calcio nella sua totalità, che ha allenato anche in Marocco, Cina e Tunisia, poggia molto sul portiere Johnny Placide. Prima dell'1-3 con la Colombia, era da più di un anno che Le Grenadiers non concedevano più di un gol in 90′.
Perù – Senza Claudio Pizarro e Jefferson Farfan, Gareca ha già iniziato a ricostruire la squadra, con giovani talenti come il ventenne Renato Tapia del Feyenoord o il ventunenne Andy Polo. Il segno del passaggio generazionale è la maglia numero 10 sulle spalle di “Aladin” Cueva del Toluca.
Gruppo C
Messico – La nazionale di Juan Carlos Osorio non perde da 17 partite. La stella non può che essere il “Chicharito” Hernandez dopo una stagione da 26 gol al Bayer Leverkusen: gliene mancano quattro per superare i 46 centri di Borgetti e diventare il miglior marcatore di sempre del Tri. Osorio ha voluto richiamare anche Rafa Marquez e Andres Guardado, che ha segnato il gol decisivo nelle tre gare a eliminazione diretta, dai quarti alla finale, in Gold Cup l'anno scorso.
Uruguay – Esperta in difesa e con Cavani in attacco, la Celeste difende lo status di nazionale più titolata della Copa America. Ha vinto l'ultima nel 2011, con Suarez in campo. El Pistolero stavolta è convocato ma potrebbe non giocare nella fase a gironi per l'infortunio in finale di Copa del Rey. Contro l'Uruguay gioca anche il calendario: in nove giorni, dovrà giocare tre partite e percorrere 5200 chilometri.
Giamaica – Alla seconda partecipazione, consecutiva, in Copa America, la nazionale del tedesco Winfried Schafer, preso inizialmente per un mese nel luglio di tre anni fa, ha faticato molto dopo la Gold Cup. Il ct non ha chiamato il portiere Dwayne Miller ma non può fare a meno di Wes Morgan, capitano del Leicester da favola di Claudio Ranieri.
Venezuela – I Vinotintos non hanno mai battuto il Messico e sconfitto l'Uruguay solo quattro volte in 28 incontri. L'ex portiere Rafael Dudamel, ct dell'Under 20 promosso in prima squadra dopo le dimissioni di Sanvicente, ha a disposizione una squadra di talento, dal capitano Tomás Rincón a José Salomón Rondón, il venezuelano più pagato di sempre con un centinaio di gol in Europa, a Oswaldo Vizcarrondo, capitano del Nantes.
Gruppo D
Argentina – L'Albiceleste non vince la Copa dal 1993, in finale contro il Messico. Messi e Higuain si sono sbilanciati. Il cast con Sergio Aguero, Angel Di Maria e Javier Mascherano, leader sostanziale del Barcellona, è pronto. Mancherà Pablo Zabaleta, ma l'Argentina rimane la favorita per la vittoria.
Cile – Juan Antonio Pizzi ha subito rotto col Mago Valdivia. La Roja difende il titolo dell'anno scorso con i quattro “italiani” Medel, Mati Fernández, Pinilla e Pulgar, insieme agli “ex” Edu Vargas, capocannoniere in Copa America un anno fa, e Alexis Sanchez, il miglior bomber in attività con la maglia della nazionale. In porta, posto garantito per Claudio Bravo, giocatore con più presenze di sempre con la Roja.
Panamá – La nazionale del colombiano Hernán Darío Gómez, che mai si è qualificata per i Mondiali, poggia sull'ex portiere dei Galaxy Jaime Penedo e su un difensore solido come Felipe Baloy dell'Atlas. In avanti, la responsabilità dei gol se la dividono Luis Tejada, tra i principali cannonieri del campionato peruviano, e Blaz Pérez, passato dall'FC Dallas ai Vancouver Whitecaps.
Bolivia – Basterà una leggenda come il ct Baldivieso per salvare la Bolivia, la squadra con il peggior ranking delle sedici, nel girone con due delle prime tre nazionali al mondo? Marcelo Martins, 14 reti nel campionato cinese, capocannoniere della squadra l'anno scorso in Copa America, e il capitano Ronald Raldes hanno lasciato la squadra per divergenze con il tecnico. Così l'attacco sarà tutto sulle spalle di Juan Carlos Arce, con 8 gol il miglior bomber in nazionale nella rosa.