Contratti, agenti, stipendi d’oro, tengo famiglia: il caso Donnarumma ha rotto il calcio
L’estate di Donnarumma, ma anche l’inverno promette male. Compresso e sbattutto fra sentimenti, obbedisco e denari (tanti denari) il portiere del Milan sembra essere l’emblema della nuova assenza di libertà nel mondo del calcio. All’improvviso l’uomo su cui il Milan cinese doveva ripartire ha di nuovo il mal di pancia. Raiola, il suo agente, lo fa capire chiaramente: il Milan, sarà o non sarà più un grande Milan, comunque non può permettersi il portiere giovane più forte del mondo. Dietro c’è il Real che ha sempre strani pensieri su Navas, ma anche il PSG che sta costruendo una sorta di dream team e pecca proprio in un portiere troppo normale.
La vicenda rinnovo. A giugno Donnarumma e Raiola non hanno voluto firmare il prolungamento di contratto a un anno dalla sua scadenza e, come hanno fatto e faranno poi nei mesi successivi tanti altri campioni, questo rifiuto impone la condizione necessaria per la cessione obbligata. Il Milan però non si è comportato come il Barcellona con Neymar, si mette di traverso non solo parlando di tribuna annuale per il portiere o eventuale ritocco che accontenta tutti, fa di più, punta sui sentimenti, Montella va a Castellammare di Stabia (Napoli) a parlare con la famiglia, Fassone e gli altri pressano tantissimo il ragazzo che ha il cuore rossonero chiedendogli di essere la bandiera di una squadra che avrà tutto per tornare grande.
Contratto d'oro e ‘tengo famiglia'. Alla fine, come vedremo poi in situazioni molto particolari per Raiola e il suo consulente legale, si arriva ad un accordo. Donnarumma firma uno stipendio annuo di 6 milioni di euro per cinque stagioni e una clausola di rescissione “a performance”, 40 milioni nel caso il Milan non dovesse qualificarsi alla Champions League e di 70 milioni nel caso il Milan riuscisse a entrarci. Salvo scoprire in seguito che questo ‘codicillo' non è mai stato firmato dalla controparte (il calciatore e il suo agente). Come parte dell’accordo, inoltre, il Milan ha preso anche il fratello maggiore di Donnarumma, Antonio, il quale ha giocato la stagione precedente nell’Asteras Tripolīs in Grecia.
Stipendio da top player in A. Donnarumma diventa così il terzo giocatore più pagato della Serie A dopo Gonzalo Higuaín e Paulo Dybala della Juventus (che guadagnano circa 7 milioni all’anno), oltre a Bonucci che sarà compagno di squadra in rossonero. Diventa anche uno dei portieri più pagati al mondo: davanti a lui ci sono solo Manuel Neuer del Bayern Monaco, che ha uno stipendio di quasi 8 milioni di euro all’anno, e David De Gea del Manchester United, che ne guadagna circa 12.
Le difficoltà in campionato. Il campionato inizia, tutto sembra andare bene il primo mese, poi le difficoltà di una squadra assemblata con furia più che costruita con cura emergono e qualche giorno fa si arriva ad una nuova frattura. Raiola torna all'attacco affinché tutte le parti vengano ad un accordo che abbia un solo ed esclusivo obiettivo: cedere il portiere muovendo una grossa quantità di soldi e percentuali per il guadagno di tutti.
La violenza morale (poi smentita). L'inizio di questa nuova fase è cominciata con una mail dell'avvocato Rigo, consulente di Mino Raiola il quale chiedeva l'annullamento del contratto firmato in estate adducendo come motivazione la violenza psicologica fatta nei confronti dell'assistito. Inoltre, bisogna aggiungere a queste le condizioni contestuali in cui Donnarumma ha firmato: Raiola non era presente e l'avvocato Rigo lasciò la stanza in segno di protesta. Raiola-Rigo puntano forte sull'articolo 1435 del codice civile e dimostrando la violenza morale il contratto potrebbe essere annullato. Sarà poi lo stesso Donnarumma a chiarire il contrario, alimentando confusione nella vicenda.
Le lacrime di Coppa. Gigio gioca in Coppa Italia contro il Verona, viene fischiato, piange e si ritorna al punto di partenza: Donnarumma è innamorato del Milan e non vuole lasciarlo. Raiola in questa fase non ha risposto ma di sicuro spinge e spingerà forte per una cessione a gennaio.
Ostaggio di chi? Donnarumma è l’esempio che diventerà classico del giocatore del futuro. Tutti i calciatori del passato hanno sempre sottolineato come fossero in pratica ostaggio delle società. Le società di calcio compravano, vendevano, aumentavano o diminuivano ingaggi a seconda delle volontà di poche persone e dell’interesse generale della squadra. I racconti di calciatori che sono venduti in mezzora, cambiando vita, oppure di un Boniperti che ti faceva firmare in bianco e poi avrebbe deciso lui il quanto dovevi guadagnare sono storia.
Segui i soldi. Ma quella assenza completa di libertà nei rapporti lavorativi, che sembrava essere annullata dopo la sentenza Bosman e la possibilità di un mercato davvero libero, è stata sostituita da nuove e forse ancora più dure costrizioni. A limitare al massimo la libertà dei calciatori oggi è la quantità massima possibile di denaro che riescono a far guadagnare ai soggetti coinvolti nella movimentazione del calciatore, che se in passato erano tre (società e calciatore), oggi sono molti di più, con interessi spesso molto differenti fra di loro. Unico filo rosso è solo il guadagno economico nella movimentazione di un calciatore che ha più che altro una valutazione finanziaria da mantenere rispetto ad una qualità calcistica da coltivare.
Corto circuito. Un altro esempio è Balotelli (sempre di Raiola, grande maestro del nuovo ordine) il quale sta calando in talento e impatto calcistico, ma tiene sempre alto il suo valore finanziario nelle diverse transazioni in cui viene coinvolto. Donnarumma che resta al Milan per amore del club è una vera e propria follia e sta creando un corto circuito in questo processo ormai inarrestabile. La cosa però forse è durata fin troppo, a gennaio il film “Gigio a Parigi” è già pronto.