Conti: “Ho rifiutato Palermo e Torino, adesso voglio allenare”

Daniele Conti lo scorso 31 maggio ha dato l’addio al Cagliari, club con cui ha giocato per sedici stagioni. Il suo contratto era in scadenza e la dirigenza decise di non rinnovarglielo. Si era pensato che Conti rapidamente trovasse un’altra squadra e che adesso da calciatore senza contratto stesse aspettando una proposta. Ma non è proprio così. Perché il figlio d’arte ha detto di aver rifiutato la scorsa estate le offerte di Palermo e Torino. Conti non ha appeso ufficialmente le scarpette al chiodo, perché all'estero andrebbe a giocare, ma nel suo futuro c’è una nuova carriera, quella da allenatore: “Attualmente sto studiando per conseguire il patentino UEFA B, mi piacerebbe tanto fare l’allenatore: dopo tanti anni passati su un campo di gioco, si capiscono meglio certe dinamiche che dall’esterno non sono sempre semplici da intuire. Penso che sarà questa la mia strada, in estate ho rifiutato proposte del Palermo e del Torino, in Italia non potrei più indossare nessuna maglia. Se però arrivasse un’offerta dall’estero la prenderei volentieri in considerazione”.
Nell’intervista rilasciata all’emittente radiofonica sarda ‘Radiolina’, Conti ha parlato anche della sua ultima partita con la maglia rossoblu: “Non me la sentivo di salutare così il mio pubblico, eravamo appena retrocessi e volevo un altro epilogo per quella stagione. Alla fine mi convinsero ad andare sotto gli spalti, anche se fu tremendamente difficile”.
Il trentaseienne ex calciatore, che con il Cagliari ha realizzato 51 gol in 464 partite, vorrebbe da grande allenare insieme al suo amico Diego Lopez, l’uruguagio ha già intrapreso questa carriera e ha guidato proprio il Cagliari e pure il Bologna: “Non posso negare che mi piacerebbe tanto, così come allenare assieme a Diego Lopez: abbiamo un rapporto straordinario, abbiamo giocato insieme per molti anni e ci conosciamo alla perfezione. Non è ero comunque che quando giocavo, io e i miei compagni di squadra eravamo dei ‘mangia allenatori’: ci siamo sempre comportati da professionisti seri, a prescindere da chi fosse seduto sulla panchina”.