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Conte: “Un ritorno alla Juventus? Mai dire mai” (foto)

Il mister racconta le sue sensazioni dopo il primo ritorno a Vinovo da Commissario tecnico dell’Italia.
A cura di Marco Beltrami
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Antonio Conte è tornato in quella che fino a pochi mesi fa era praticamente casa sua. Il Commissario tecnico dell’Italia si è presentato con il team manager Oriali in quel di Vinovo per far visita alla Juventus nel suo tour nei ritiri delle squadre della Serie A. Un’esperienza emozionante per il salentino che per la prima volta si è confrontato dal vivo con il suo successore Allegri e con il suo ex gruppo. In una lunga intervista a Tuttosport Conte ha provato a raccontare le sue emozioni: "Quando vedo giocare calciatori con cui ho avuto rapporti molto intensi, dico la verità: io faccio fatica a vedere la Juventus. Mi è successo anche in passato, quando andai via da Bari. E' una fatica soprattutto emotiva, l'anno prossimo sarà diverso per tutti quanti. A luglio si è chiuso un capitolo importante per me e sinceramente mi dispiace quando vengono fatti confronti, in eccesso o in difetto. La verità è che si è chiuso il ciclo mio, ma non quello della Juve. Abbiamo costruito un grattacielo e oggi sta agli altri provare a dare picconate, però bisogna essere bravi per farlo crollare. Oggi la Juve gode di una situazione ottimale: regge a livello di fatturati, perché noi siamo riusciti, con grandi sacrifici, a scavalcare tutti. E ora i bianconeri devono fare di tutto per rimanere lassù, mentre agli altri toccherà minare certezze e fondamenta del palazzo costruito".

Conte e la scelta di lasciare la Juve

Impossibile non tornare sui fatti della scorsa estate, e sulla scelta di lasciare. Una scelta ponderata da Conte che se avesse seguito il cuore sarebbe rimasto ancora a lungo in bianconero: “Non è stata una decisione presa come un fulmine a ciel sereno. Il 18 maggio c'erano tantissime probabilità che le strade si sarebbero divise. Penso di aver scelto molto con la testa e poco col cuore, perché il cuore mi avrebbe portato a continuare all'infinito con la Juve. E' stata una decisione ponderata, a conclusione di tre anni molto intensi, vissuti con un dispendio fisico e mentale non indifferente, soprattutto da parte mia. Quattro anni fa i rossoneri erano la Juve di oggi. Essere riusciti a tirarli giù dal trono e prenderne il posto è stato il nostro capolavoro: mio e dei ragazzi. Ma per farlo c'è stato un grandissimo dispendio di energie sotto tutti i punti di vista. A maggio, con la società, abbiamo deciso di aspettare per vedere se alcune situazioni potevano essere smaltite. E’ andata come è andata, ma io ho dato tutto. La mia è stata una scelta non serena, però onesta: avevo la morte nel cuore quando ho preso quella decisione e nel video poi pubblicato si vede che non ho deciso a cuor leggero. Ma ho pensato e penso che sia stata la soluzione giusta, per tutti. Avevo chiesto tanto a tutti e tutti mi hanno dato tutto: i tre scudetti, il primo straordinario da imbattuti, il record dei 102 punti, la finale di Coppa Italia, la Champions alla quale quasi tutti i giocatori partecipavano per la prima volta. Siamo arrivati ai quarti mentre l'anno scorso, al di là del rammarico di quei famosi dieci minuti col Galatasaray, il fatto di riportare la Juve a giocarsi una semifinale europea è una nota di merito".

Il Ct non chiude ad un ritorno in bianconero

Il futuro è un’incognita e Conte non chiude ad un ritorno alla Juventus: “Tornare alla Juve? Vediamo, mai dire mai: Dio vede e provvede. Con gli juventini della Nazionale non pensavamo di incontrarci così presto. Certo, se prima rompevo le scatole nel club, ora lo faccio in azzurro. E loro trasferiscono il mio pensiero a chi magari non mi conosceva".
Una battuta inevitabile anche sulla crescita di Pogba che potrebbe essere sacrificato dalla Juventus, e su Osvaldo accostato nuovamente ai bianconeri sul mercato: “Con i campioni è tutto più facile: solo loro, nella fatica, capiscono l'importanza del lavoro. Pretendevo che tutti lavorassero per un ‘tot' di minuti ad alta intensità. E siccome tutti venivano monitorati in tempo reale, chi sgarrava. Pogba? La sua vendita consentirebbe di comprare 2-3 giocatori di livello, anche se oggi è più difficile capire chi ti fa svoltare la squadra. Io credo nei talenti che faticano ad uscire. L’importante è che nelle nostre squadre Primavera non giochino 9 stranieri su 11. Osvaldo? Arrivò trascinandosi dietro una fama non buona. Ma con me si è comportato non da professionista, di più. Ha sempre rispettato le mie scelte: non posso parlarne male. L’ho pure convocato in Nazionale le prime due volte: se starà e farà bene, le porte sono aperte. Anche se sulla sua lite con Icardi dico che educazione e rispetto non devono mancare: mai".

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