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Conte: “Mi manca il lavoro quotidiano. Dopo l’Italia un progetto in un club”

Nell’intervista al settimanale ‘Chi’ il ct della Nazionale racconta della sua esperienza al timone dell’Italia di quanto gli manchi il lavoro quotidiano di allenatore.
A cura di Maurizio De Santis
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La panchina della Nazionale lo lusinga e inorgoglisce ma ad Antonio Conte, allenatore stakanovista, manca il contatto quotidiano con il campo, la squadra, gli schemi e la parte tattica, la rabbia e l'esaltazione, il clima agonistico, gli occhi della tigre e la voglia di vincere sempre. Settimana dopo settimana. E' come tenere un leone in gabbia: prima o poi ne uscirà e seguirà il richiamo della foresta… "Dopo la Nazionale penso a un progetto all'estero oppure in Italia", le parole al settimanale ‘Chi' fanno drizzare le antenne soprattutto al Milan, ancora alla ricerca della strada da seguire per il dopo Inzaghi. Di mezzo, però, ci sono ancora le qualificazioni e l'avventura all'Europeo 2016… fino allora non dovrebbero esserci novità. Forse. "Da quando sono commissario tecnico – ha ammesso nell'intervista – il mio lavoro è cambiato rispetto al passato. Non riesco a svolgerlo più con la stessa continuità e questo un po' mi ha deluso. Prima avevo un contatto quotidiano con i calciatori, respiravo il profumo dell'erba… ho scelto la Nazionale in un momento non semplice. Spero di aver fatto la cosa giusta".

Calcio italiano da valorizzare"Rispetto al 2006, quando l'Italia vinse il Mondiale, Lippi poteva scegliere fra un 64% di giocatori italiani. Oggi la percentuale è scesa a 33-34%. Questo dato ti fa capire la difficoltà che ho nel selezionare i giocatori".

La Champions, un sogno a occhi aperti. Dura, quasi impossibile competere con chi ha mezzi superiori. "Bisogna avere pazienza per far decollare progetti e soprattutto tanta umiltà nel riconoscere che c'è chi è più forte perché ha maggiore esperienza e altrettanti mezzi a disposizione – ha aggiunto Conte -. A questo va aggiunta anche una componente di fortuna… perché se hai un sorteggio favorevole, se non becchi il Bayern o il Real, magari ti riesce anche di arrivare in finale".

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