Confederations Cup: Portogallo-Russia 1-0, decide Cristiano Ronaldo
"Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza dell'anima forte". C'è tutto il senso delle parole di Amalia Rodrigues, la diva della musica portoghese per eccellenza, nella reazione del miglior calciatore che il Portogallo abbia mai conosciuto. Indagato per presunta evasione fiscale, ha minacciato di lasciare il Real Madrid e deluso contro il Messico. CR7 però si prende il Portogallo sulle spalle e firma la prima vittoria nella storia della Seleçao a Mosca. Sotto il diluvio nello stadio dello Spartak di Carrera il Portogallo, che ha perso solo una delle ultime 22 partite giocata, interpreta meglio gli sviluppi del match contro una Russia che vive di ondate, cambia faccia e moduli, ma non combina la generosità con la lucidità nella lettura tattica. E non tira mai in porta. Cresce soprattutto nella ripresa il Portogallo, con gli spazi che aumentano e il neo-milanista Andre Silva più coinvolto e convincente.
Il timbro di CR7
Fernando Santos lo promuove titolare accanto a Cristiano Ronaldo, applaudito quando è entrato in campo accompagnando una bambina di dieci anni in carrozzina ma fischiato poi al primo pallone toccato. Ma al secondo porta il Portogallo in vantaggio. Perfetto tanto il cross da sinistra di Guerreiro quanto il suo stacco che rovina la 100ma presenza in nazionale di Akinfeev. Determinante però l'incertezza di Kudriashov che stringe troppo la diagonale e aspetta un tempo di troppo per andare a chiudere su CR7 che sguscia alle sue spalle e segna il 60mo gol stagionale in 63 partite, il 74mo in carriera in nazionale. Ha timbrato in tutte le competizioni che ha giocato in nazionale, CR7, in gol alle Olimpiadi, ai Mondiali, agli Europei, e in Confederations Cup.
Non funziona il modulo russo
Il primo gol del Portogallo a Mosca (nei tre precedenti due vittorie russe, 5-0 nel 1983 e 1-0 nel 2006, e uno 0-0 nelle qualificazioni per Germania 2006) aumenta la presenza scenica e il controllo in campo della Seleção. Sparite le lentezze e le indecisioni nella copertura del campo viste contro il Messico, il gioco si fa fluido, ampio, verticale.
La Russia si scopre vulnerabile nel 4-3-3 flessibile disegnato da Cherchesov, molto diverso rispetto al 5-4-1 annunciato alla vigilia. The game starts! And we see immediately that Russian line-up is a bit different than we described. Roman Shishkin caiuta Denis Glushakov in mezzo, Aleksandr Samedov copre la fascia destra come contro la Nuova Zelanda, Zhirkov e Golovin davanti supportano Smolov. Ma si abbassa troppo e non trova linee di passaggio libere per l'uscita bassa del pallone. Il Portogallo, poi, pattuglia le fasce e fa valere la superiorità numerica sulle corsie a centrocampo.
Portogallo, troppe occasioni mancate
Andre Silva viene poco coinvolto nel gioco, ma fa bene quel che deve fare. Al 50′ sul primo vero pallone buono, brucia Kudriashov, sempre poco attento nelle coperture, e di testa costringe Akinfeev a una gran parata, a una mano, col peso del corpo già sbilanciato dalla parte opposta. In compenso Ronaldo quando entra palla al piede in area fa quel che vuole. Vasin non lo tiene mai, il doppio passo alla mezz'ora lo libera con fin troppa facilità per il destro in diagonale, da un angolo un po' chiuso: Akinfeev si salva di piede.
In tutto il primo tempo, la Russia si vede solo sul contropiede di Golovin che brucia Guerreiro e traccia un cross teso da manuale in mezzo ma Smolov apre col piatto sinistro invece di incrociare di destro e rovina la migliore occasione dei padroni di casa.
Cherchesov cambia, ma senza esito
Cherchesov cambia Shishkin, poco coinvolto e non sempre per sue dirette responsabilità, con Erokhin, che ha caratteristiche più offensive (è il giocatore che ha tirato di più nell'ultima Premier League russa con la maglia del Rostov). La difesa portoghese resta alta, anche a inizio ripresa, e sulle ripartenze concede spazi sugli esterni. Il maggior pericolo, però, arriva da una deviazione un po' sbilenca di Raphael, che anticipa non col suo piede naturale un cross dalla destra e rischia l'autogol. E' proprio il giovane terzino del Borussia Dortmund (6 gol in Bundesliga quest'anno) l'anello debole del quartetto difensivo lusitano: è un mancino naturale, infatti, adattato a giocare a destra, come contro il Messico, costretto presto a uscire per una botta alla caviglia. Entra Eliseu, esterno del Benfica che spinge meno di Cedric ma garantisce più peso fisico in area.
Andre Silva, che chance
Da quella parte, però, il Portogallo continua anche a costruire le azioni migliori. Da lì parte la fuga e il perfetto cross di Bernardo Silva, girato ancora di testa dal nuovo centravanti del Milan: Akinfeev, mentre salgono i cori "Igor! Igor!" salva ancora la Russia.
I lusitani rischiano sul cross di Samedov per Smolov, che viene disturbato al momento di colpire di testa. E sfiorano il raddoppio sempre con CR7, che stavolta di testa non arriva per poco. Molto più coinvolto e presente del match d'esordio, Ronaldo guida un contropiede goloso ma rallenta di un tempo di gioco aprendo sulla destra poi manca il destro quando Bernardo Silva chiude il triangolo. Non arriverà dunque la doppietta, non replica i due gol che hanno puynteggiato il 7-1 del 2004, la più larga vittoria dei lusitani contro i russi.
La partita cresce di ritmo e intensità, aumentano gli spazi fra le linee e la Russia velocizza la circolazione del pallone. Cherchesov prova a spostare verso il centro l'asse della squadra con l'ingresso di Poloz per Kombarov e un passaggio più evidente al 3-5-2 con Zhirkov tornante a tutto campo a sinistra.
Il Portogallo controlla
I tagli e i movimenti a uscire di Andre Silva portano ancora la Seleçao vicina al raddoppio, ma la difesa di casa in qualche modo riesce a murare il suo diagonale. Gli dà riposo, alla fine, Santos, che nell'ultimo quarto d'ora esalta proprio la dinamicità sulle fasce con l'ingresso di Gelson Martins.
Ma la Seleçao può limitarsi a controllare e rilanciarsi per un posto in semifinale. Gli ultimi generosi attacchi, e il velleitario rasoterra dalla distanza di Smolov, non cambiano la storia della partita. Alla Russia servirà qualcosa di meglio, qualcosa di più per diventare la quarta nazione ospitante a trionfare in Confederations Cup.