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Come sarà la formazione della Fiorentina 2017-2018

La Fiorentina ha perso tutti i big. Pioli ha una rosa da 130 milioni. Nel suo 4-2-3-1 spazio a Gaspar in difesa e Veretout a centrocampo.
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La grande fuga dell’estate viola. Mai la Fiorentina aveva monetizzato così tanto dalle cessioni, nemmeno negli anni dell’addio di Toni o di Felipe Melo. Via tutti i big, da Bernardeschi a Borja Valero, da Vecino a Tatarusanu, con Kalinic come d’autunno sugli alberi le foglie, il rinnovamento voluto da Corvino si trasforma in una sorta di smantellamento. E l’incertezza aumenta anche sul fronte della proprietà.

Una rosa da 130 milioni

Ad oggi, Pioli avrebbe in mano una rosa dal valore stimato in 136,28 milioni secondo il sito Transfermarkt, la settima in una graduatoria che esacerba le distanze tanto evidenti del nostro calcio: si va infatti dai 518,75 milioni della Juventus, che insieme all’Inter si è divisa tutti gli scudetti nelle stagioni pre-mondiali, ai 27 della Spal e ai 22 del Crotone.

La dirigenza ha puntato su un obiettivo tanto chiaro nelle intenzioni quanto incerto nell’esito, massimizzare gli incassi mantenendo intatti il monte ingaggi e la completezza della rosa. Poche le certezze nel gruppo di Pioli, su tutti Astori e Chiesa, blindati almeno fino a giugno. Intorno a loro e Babacar, se dovesse partire Kalinic, può girare il 4-2-3-1 del tecnico.

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Come gioca Pioli

All’Inter, Pioli aveva costruito una squadra chr tendeva a sacrificare i due mediani nella costruzione del gioco, con l’uscita bassa affidata ai terzini e il trequartista, spesso Banega, pronto ad abbassarsi per allargare la manovra verso gli esterni. Non a caso, nell’ultima stagione ha effettuato più cross in Serie A: un aspetto che potrebbe diventare fondamentale a Firenze per far esplodere Babacar come terminale offensivo in grado di fare reparto da solo.

Agli attaccanti, compresi i trequartisti alle spalle della punta, il tecnico chiede di partecipare al primo pressing. In fase di non possesso, la Fiorentina non dovrebbe discostarsi dall’allineamento dei nerazzurri e disporsi secondo un 4-4-1-1 con le due linee di difesa e centrocampo molto strette. Una volta recuperato il pallone, l’attaccante può cercare uno smarcamento preventivo per ricevere l’eventuale passaggio lungo per favorire il ribaltamento e guidare la transizione positiva.

I nuovi acquisti

Due i colpi importanti in difesa, un reparto che ha perso Gonzalo Rodriguez passato al San Lorenzo. Al centro Vitor Hugo, che si ispira a Miranda, è destinato a partire titolare in coppia con Astori. “È bravo fisicamente e forte tecnicamente” ha detto Antognoni del possente centrale arrivato dopo il titolo nel Brasileirao al Palmeiras. Già seguito l’anno scorso dalla Fiorentina, capace di 26 gol in carriera, nonostante l’imponente struttura fisica, è svelto nella lettura dell’azione. È un marcatore alto e rapido, che non perde la concentrazione e sbaglia poco. Quello che serve a questa Fiorentina.R

A destra è arrivato dal Vitoria Guimaraes Gaspar, che può essere adattato anche a sinistra, un terzino da 1,6 contrasti e quasi 29 passaggi di media a partita l’anno scorso.

Veretout in regia

A centrocampo, accanto a Baselj, spazio a Jordan Veretout, già obiettivo del Milan tre stagioni fa, che si è riscattato al Saint-Etienne dopo una disastrosa stagione di squadra, da cui comunque era uscito bene, all’Aston Villa. Simile , ma solo per affine impostazione tattica, a Verratti, ha giocato davanti alla difesa e mezzala in un 4-3-3 e perfino trequartista nell’anno dei sette gol (2014-15) al Nantes. Duttile in entrambe le fasi, è uno dei pezzi esplosi più tardi della gloriosa leva calcistica Bleu del 1993, campione del mondo under 20 con Pogba e Kondogbia.

Il posto di Bernardeschi sarà preso dal 19enne norvegese Zekhnini, un’ala pura che si ispira a Cuadrado e Salah. Un segno dei tempi.

Una cantera viola?

Quella di Pioli sarà la Fiorentina di Badelj, il regista-collante chiamato a cucire insieme il moderno e il futuro e magari a svezzare l’uruguayano Cristoforo che Paulo Sousa ha sperimentato in ruoli anche molto diversi, compreso l’esterno alto, con risultati non sempre all’altezza delle aspettative. Davanti rimane la squadra di Chiesa, entro identitario di un gruppo in trasformazione, riferimento di una rifoseria incerta in questo tempo sbandato. Ma per quanto resterà? E cosa sarà della Fiorentina? Più del blasone poté il denaro, e una delle ex sette sorelle, le grandi del calcio italiano, è destinata a un ruolo di squadra “factory”, come l’Udinese o l’Atalanta, dove crescere talenti da lanciare poi altrove nel grande calcio.

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